venerdì 21 febbraio 2014
Questa sera alle 21:30 si parla di DISSESTO IDROGEOLOGICO!!!!
Questa sera alle 21:30 si parla di DISSESTO IDROGEOLOGICO!!!!
Il Prof. Billi (geomorfologia, Univ. Ferrara) parlerà di ALLUVIONI.
Il Prof Casagli (geologia applicata, Univ. Firenze) parlerà di FRANE.
Samuele Segoni parlerà delle proposte del M5S in Parlamento ed in Commissione Ambiente riguardo al problema del dissesto idrogeologico.
Alcuni ricercatori vi metteranno a disposizione un sistema geoinformatico all'avanguardia per farvi scoprire se il terreno sotto casa vostra si muove!!!
Partecipate numerosi!!!
Venerdì 21.30 a Pontassieve (FI)
oppure in diretta streaming su http://www.youtube.com/M5Sparlamento
mercoledì 12 febbraio 2014
Alluvioni: ecco le 6 proposte #M5S contro il dissesto idrogeologico
http://www.youtube.com/watch?v=72HcODAwi8g
È accaduto nel 2010. È accaduto nuovamente nel 2013. E' toccato alla Liguria, all'Emilia, al Lazio, alla Calabria, alla Sardegna. Il 2014 è appena iniziato ma già gran parte del Veneto è finita sott'acqua, ed è solo l'ultima delle Regioni colpite: l'Italia intera sta franando.
Il Veneto, una delle regioni più industrializzate del paese sta vivendo ormai da diversi anni in uno stato di emergenza perenne. Non si contano i canali esondati, in molti paesi il livello dell'acqua ha raggiunto gli scantinati e il piano terra delle abitazioni. Disagi che si sommeranno, a breve, ai danni all'agricoltura. Se saranno limitati, sarà solo per il periodo dell'anno: in molti casi non sono ancora iniziate le semine, ma per alcuni tipi di raccolti la stagione potrebbe già essere compromessa.
All'attività parlamentare dei deputati e dei senatori del MoVimento 5 Stelle, che da tempo si battono per prevenire il rischio idrogeologico e che recentemente hanno denunciato il "condono preventivo" nascosto nel decreto Imu/Banca d'Italia, si aggiunge anche il coordinamento tra i portavoce in Parlamento e i gruppi territoriali, che continuano a denunciare il consumo del territorio.
Come risultato del lavoro comune, in Parlamento abbiamo presentato ottime leggi e mozioni sul consumo del suolo, con limiti veramente stringenti, ma la maggioranza le ha bloccate. Sono ben 6: se si approvassero tutte, il Paese verrebbe messo in sicurezza, e con un'ottima ricaduta sui posti di lavoro.
Eccole, ve le riproponiamo.
- Proposta di legge su "Disposizioni per il contenimento del consumo del suolo e la tutela del paesaggio" (già in discussione in Commissione Ambiente). Perché la base di tutto è una gestione corretta e rispettosa del territorio.
- Mozione sul rischio idrogeologico e sismico (APPROVATA, ma il Governo non ha ancora recepito).
- Proposta di legge sullo svincolo del patto di stabilità per le spese degli enti territoriali relative a ripristino, previsione e prevenzione del rischio idrogeologico e sismico (Spesso gli enti territoriali hanno in cassa fondi per intervenire adeguatamente e mettere in sicurezza il territorio per far fronte a vecchie e future emergenze ambientali. La prevenzione e la messa in sicurezza del territorio sono fondamentali per limitare l'impatto delle calamità naturali).
- Proposta di legge "geobonus" (agevolazioni fiscali per chi investe in sicurezza del territorio e difesa del suolo).
- Risoluzione per la divulgazione tramite "Pubblicità Progresso" delle principali norme di comportamento da tenersi prima, durante e dopo un terremoto, che possono aiutare a mitigare le conseguenze dei terremoti sulla popolazione.
- Proposta di legge per "Limiti all'impiego di sostanze diserbanti chimiche" (Proposta per lo stop all'uso di questi prodotti lungo le strade, carrarecce, etc, visto che questa pratica porta al deterioramento del tappeto erboso naturale e conseguentemente ad erosione, dilavamento e franamento del terreno sulle sedi stradali)
http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/2014/02/alluvione-veneto-ecco-le-6-proposte-m5s-contro-i-disastri-naturali.html
domenica 2 febbraio 2014
M5S: 'Malagrotta come Terra Fuochi'
"Rifiuti ospedali galleggiano su acqua, invasi campi coltivati"
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2014/02/02/M5S-Malagrotta-come-Terra-Fuochi-_10002552.html
ROMA - "Malagrotta è come la Terra dei Fuochi: è una emergenza nazionale. Il ministro dell'Ambiente deve intervenire su questo disastro ambientale. Con le piogge di questi giorni i rifiuti ospedalieri pericolosi stanno galleggiando sui campi attorno all'inceneritore, inquinando anche le falde acquifere". Lo denuncia il deputato del M5S Stefano Vignaroli, che si è recato sul posto per documentare fotograficamente "lo scempio ambientale".
"Domani andrò al Noe dei carabinieri per raccontare quel che sta accadendo. Presenterò un esposto alla Procura della Repubblica", prosegue l'esponente 'cinque stelle'. "Sono stato allertato dai cittadini - spiega Vignaroli - ed immediatamente abbiamo avvisato polizia e carabinieri. Ho chiamato anche l'Arpa e l'Asl ma, finora, non sono venuti per documentare quel che sta accadendo. I rifiuti sono portati in giro dal fiume di acqua che si è formato. Molti stanno finendo in un torrente che sfocia nel Tevere".
"A questo si aggiungono i rifiuti della raffineria vicina - conclude -. Anche in questo caso siamo di fronte ad un disastro ambientale: il petrolio e tutti gli scarti di lavorazione hanno ricoperto i campi dove pascolano le pecore e ci sono anche culture agricole".
2-febbraio-2014
sabato 23 novembre 2013
Difesa del suolo, i soldi inutilizzati: così l'Italia ha perso oltre 4 miliardi
Difesa del suolo, i soldi inutilizzati
così l'Italia ha perso oltre 4 miliardi
Il nostro Paese ha ricevuto cinque miliardi dall'Europa per la messa in sicurezza del territorio, ma oltre quattro miliardi non sono stati usati a causa della burocrazia. Fondi diretti anche alla Sardegna, colpita dalla terribile alluvione di questi giorni
di Maurizio BongioanniMentre in Sardegna si contano i danni e, purtroppo, i morti causati dall'alluvione, dalla Commissione Bilancio della Camera arriva la notizia che l'Italia non ha utilizzato 4,3 miliardi di fondi europei per la difesa del suolo.
A parlarne è stato il 19 novembre, il ministro per la coesione territoriale Carlo Trigilia, in un'udienza parlamentare: dei 5 miliardi provenienti dal Fondo Sviluppo e Coesione (Fsc) e destinati alla messa in sicurezza del territorio italiano (tra cui le regioni meridionali, Sardegna compresa) programmati per il periodo 2007-2013, ne è stato utilizzato circa 1 miliardo solamente. Il motivo? Come aveva già spiegato lo stesso Trigilia in un'altra udienza, datata 5 novembre, e come ha ripetuto il 19, il problema sta nella capacità di spesa “dovuta a carenze di tipo progettuale che rallentano o interrompono i processi di realizzazione, senza trascurare l'influenza limitante del Patto di Stabilità Interno sulla capacità di spesa delle Regioni”.
Quindi, i soldi ci sono ma da una parte non vengono trasferiti a causa dell'inadeguatezza dei progetti presentati, dall'altra le risorse legate alla messa in sicurezza del territorio non sono scomputate dal patto di stabilità delle Regioni, che impedisce loro di spendere.
Non è la prima volta che capita: “per il ciclo 2000-2006” continua Trigilia nella sua udienza “per la difesa del suolo, nelle sole regioni del Mezzogiorno, sono stati avviati progetti per oltre 2 miliardi di euro, ma con un effettivo assorbimento del 50% delle risorse finanziarie programmate”.
Quel ciclo di finanziamenti riguardava proprio i piani di assetto idrogeologico, in particolare la messa in sicurezza dei siti, la manutenzione degli alvei, la protezione delle coste e il potenziamento delle strutture della protezione civile. Con il ciclo più recente, iniziato nel 2007 e che si concluderà a dicembre, il quadro ha esteso l'intervento di difesa del suolo e prevenzione dei rischi naturali a tutto il territorio nazionale. “Sono stati pianificati anche interventi di difesa dei litorali e dei sistemi costieri, per la prevenzione e mitigazione dei rischi naturali (compreso il rischio sismico e vulcanico), nonché la promozione di progetti di ricerca per sviluppare progetti di difesa più sicuri” spiegava Trigilia a proposito di come sarebbero dovuti essere impiegati questi fondi. Peccato che di queste risorse e di quelle precedenti l'Italia ne abbia utilizzate rispettivamente un quinto e poco meno della metà.
Uno spreco imperdonabile per un Paese che, come denunciato dai dati del Corpo Forestale, conta 5,8 milioni di cittadini esposti al rischio idrogeologico in una superficie pari al 10% dell'Italia.
Trigilia non vuole che questo si ripeta, dice. Per questo ha proposto un emendamento alla Legge di Stabilità relativo al nuovo ciclo che dovrà iniziare nel 2014 e che vede uno stanziamento complessivo di 54 miliardi di euro, emendamento che potrà consentire lo scorporo di queste risorse dal rapporto deficit-Pil del 3% imposto dall'UE. E lo stesso premier Letta a Olbia si è impegnato con i sindaci affinché i costi della ricostruzione fossero conteggiati fuori dai vincoli di bilancio imposti dall'Europa.
Di fronte alla potenza della natura il superamento dei vincoli europei e un'organizzazione puntuale da parte dell'Italia, probabilmente, non sarebbero stati comunque sufficienti. Ma guardando le immagini della Sardegna viene perlomeno il dubbio che parte del disastro poteva essere evitato.
giovedì 21 novembre 2013
Sardegna: risposte del m5s alle catastrofi
Di seguito un articolo dove elenchiamo le risposte del m5s alle catastrofi presenti e future contro il dissesto idrogeologico.
Atti già depositati dallo scorso mese di giugno alla Camera dei Deputati.
Buona lettura.
http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/ambiente/2013/11/la-risposta-del-movimento-5-stelle-a-catastrofi-come-quella-della-sardegna-e-a-quelle-future.html
martedì 19 novembre 2013
Alluvioni annunciate
Diario di Bordo
Da una serie di scambio di mail, ho voluto raccogliere qualche informazione aggiungendo considerazioni personali su quanto accaduto stanotte.
Mentre già nel 2001 si lanciava l'allarme al dissesto idrogeologico, nel 2004 il Governo decretava il condono.
Chi c'era nel 2004 al Governo? Lui, esattamente lui!
Tutte le Regioni hanno definito piani di tutela delle acque e del rischio alluvione senza tener conto della necessità di attuare una strategia di mitigazione e adattamento alla situazione.
L'alluvione in Sardegna ha causato disastri e morte.
In Aula oggi hanno piagnucolato per un "evento inaspettato", "impossibile da prevedere perchè fuori scala", "una bomba d'acqua che ci stringe il cuore".
Non li sopporto più.
Esiste un documento, il terzo rapporto dell'Intergovernmental Panel on Climate Change, uscito nel 2001.
C'era scritto tutto. È in inglese, comunque leggibile da chiunque.
Forse i nostri amministratori erano intenti a pensare a champagne e condoni edilizi e quindi non l'hanno letto.
A giugno, come componenti della commissione ambiente, abbiamo ragionato e pensato di depositare una serie di atti sul dissesto idrogeologico, ben coscienti di quanto accade durante i periodi di pioggia.
Di seguito gli atti presentati alla Camera dal m5s.
PAGINA FACEBOOK COMMISSIONE AMBIENTE: https://www.facebook.com/M5sCommissioneAmbienteTerritorioELavoriPubblici
Proposta di legge M5S per "Disposizioni concernenti l'esclusione delle spese per la prevenzione e la riduzione del rischio idrogeologico e sismico, effettuate dagli enti pubblici territoriali, dal saldo finanziario rilevante ai fini del patto di stabilità interno".
http://www.camera.it/leg17/995?sezione=documenti&tipoDoc=lavori_testo_pdl&idLegislatura=17&codice=17PDL0009130&back_to=http://www.camera.it/leg17/126?tab=2-e-leg=17-e-idDocumento=1233-e-sede=-e-tipo=
LINK ALLA PAGINA FACEBOOK: https://www.facebook.com/notes/m5s-commissione-ambiente-territorio-e-lavori-pubblici/proposta-di-legge-m5s-disposizioni-concernenti-lesclusione-delle-spese-per-la-pr/784890808195103
Proposta di legge M5S per "Agevolazioni fiscali per la realizzazione di interventi volti alla riduzione del rischio idrogeologico e sismico", da noi soprannominata "Geobonus"
http://www.camera.it/leg17/126?tab=2&leg=17&idDocumento=1578&sede=&tipo=
Proposta di legge M5S per "Limiti all'impiego di sostanze diserbanti chimiche" (Proposta per lo stop all'uso di questi prodotti lungo le strade, carrarecce, etc, che portano al deterioramento del tappeto erboso e quindi conseguite dilavamento del terreno)
http://www.camera.it/leg17/126?tab=2&leg=17&idDocumento=1560&sede=&tipo=
LINK AL SITO WWW.GREENME.IT: http://www.greenme.it/informarsi/ambiente/11557-diserbanti-proposta-di-legge
Proposta di legge M5S su "Disposizioni per il contenimento del consumo del suolo e la tutela del paesaggio"
http://www.camera.it/leg17/126?tab=&leg=17&idDocumento=1050&sede=&tipo=
(gia in fase di discussione in Commissione Ambiente)
LINK ALLA PAGINA FACEBOOK: https://www.facebook.com/notes/m5s-commissione-ambiente-territorio-e-lavori-pubblici/proposta-di-legge-m5s-norme-per-il-blocco-del-consumo-di-suolo-e-la-tutela-del-p/671256572891861
Risoluzione in commissione M5S Ambiente per "Pubblicità Progresso" per la prevenzione del rischio sismico
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=6559&stile=7&highLight=1&paroleContenute=%27RISOLUZIONE+IN+COMMISSIONE%27
ATTI GIA APPROVATI:
Mozione M5S già discussa in aula ed approvata sul Dissesto idrogeologico e rischio sismico:
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=289&stile=7&highLight=1&paroleContenute=%27MOZIONE%27+%7C+%27CAMERA%27
LINK ALLA PAGINA FACEBOOK: https://www.facebook.com/notes/m5s-commissione-ambiente-territorio-e-lavori-pubblici/mozione-sul-rischio-sismico-ed-idrogeologico/687959114554940
Due risoluzioni in commissione Ambiente proposta ed approvata da tutti i partiti politici sugli incentivi fiscali per Misure in materia di agevolazioni tributarie per la riqualificazione energetica e il consolidamento antisismico degli edifici.
1) http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=3385&stile=7&highLight=1&paroleContenute=%27RISOLUZIONE+IN+COMMISSIONE+CONCLUSIVA+DI+DIBATTITO%27
2) http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=7208&stile=7&highLight=1&paroleContenute=%27RISOLUZIONE+IN+COMMISSIONE+CONCLUSIVA+DI+DIBATTITO%27
Risoluzione in Commissione Ambiente proposta ed approvata da tutti i partiti politici sul dissesto idrogeologico:
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=7522&stile=7&highLight=1&paroleContenute=%27RISOLUZIONE+IN+COMMISSIONE+CONCLUSIVA+DI+DIBATTITO%27
giovedì 27 giugno 2013
MOZIONE SUL RISCHIO SISMICO ED IDROGEOLOGICO
Mozione 1-00114
premesso che:
l'Italia è uno dei Paesi europei maggiormente colpiti da disastri naturali; dai dati presentati nell'Annuario dei dati ambientali 2008, pubblicato dall'Ispra, emerge che l'Italia è caratterizzata da un territorio fragile per quanto concerne il dissesto idrogeologico: circa il 10 per cento è classificato a elevato rischio per alluvioni, frane e valanghe e più di 2/3 delle aree esposte a rischio interessa centri urbani, infrastrutture e aree produttive. Le dimensioni del fenomeno vengono rese chiaramente se si considera che, negli ultimi 50 anni, sono stati spesi per sopperire ai danni, limitatamente ai fenomeni alluvionali, più di 16 miliardi di euro, circa il 10 per cento del territorio italiano e più dell'80 per cento dei comuni italiani sono interessati da aree a forte criticità idrogeologica; mentre l'Annuario 2011 afferma che «gli eventi con conseguenze disastrose, che si registrano annualmente, dimostrano che l'azione di contrasto al dissesto idrogeologico risulta complessivamente insufficiente. Ne consegue che, oltre alla necessità di investire maggiori risorse, sembra indispensabile intervenire anche su una differente modalità di gestione del territorio»;
l'enorme criticità del nostro Paese è stata evidenziata anche dal rapporto curato dal dipartimento della protezione civile di Legambiente «Ecosistema rischio 2011 – Monitoraggio sulle attività delle amministrazioni comunali per la mitigazione del rischio idrogeologico», secondo il quale: «Frane e alluvioni comportano ogni anno un bilancio pesantissimo per il nostro Paese, sia per le perdite di vite umane che per gli ingenti danni economici. A fronte di ingenti risorse stanziate per il funzionamento della macchina dei soccorsi, per l'alloggiamento e l'assistenza agli sfollati, per supportare e risarcire le attività produttive e i cittadini colpiti e per i primi interventi di urgenza, è evidente l'assoluta necessità di maggiori investimenti in termini di prevenzione, attraverso cui affermare una nuova cultura dell'impiego del suolo che metta al primo posto la sicurezza della collettività e ponga fine a usi speculativi e abusivi del territorio»;
i comuni italiani in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico sono ben 6.633, l'82 per cento del totale; una fragilità che è particolarmente elevata in regioni come Calabria, Molise, Basilicata, Umbria, Valle d'Aosta e nella Provincia autonoma di Trento (dove il 100 per cento dei comuni è classificato a rischio), seguite da Marche e Liguria (99 per cento), da Lazio e Toscana (98 per cento); sebbene in molte regioni la percentuale di comuni interessati dal fenomeno possa essere leggermente inferiore, la dimensione del rischio è comunque preoccupante, come dimostrano i fenomeni alluvionali che colpiscono – con conseguenze spesso gravi – anche zone dove si registra una minore propensione al rischio;
la superficie delle aree ad alta criticità idrogeologica si estende per 29.517 chilometri quadrati, il 9,8 per cento dell'intero territorio nazionale, di cui 12.263 chilometri quadrati (4,1 per cento del territorio) a rischio alluvioni e 15.738 chilometri quadrati (5,2 per cento del territorio) a rischio frana;
sempre secondo le stime del rapporto curato da Legambiente, oltre 5 milioni di cittadini si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane o alluvioni; inoltre, ancora riprendendo le valutazioni del dossier di Legambiente «la stima del numero di cittadini quotidianamente esposti al pericolo di frane e alluvioni testimonia chiaramente come, negli ultimi decenni, l'antropizzazione delle aree a rischio sia stata eccessivamente pesante. Osservando le aree vicino ai fiumi, risulta evidente l'occupazione crescente delle zone di espansione naturale dei corsi d'acqua con abitazioni, insediamenti industriali, produttivi e commerciali e attività agricole e zootecniche; l'urbanizzazione di tutte quelle aree dove il fiume in caso di piena può espandersi liberamente ha rappresentato e rappresenta una delle maggiori criticità del dissesto idrogeologico italiano. Anche gli interventi di difesa idraulica continuano a seguire filosofie tanto vecchie quanto evidentemente inefficaci: in molti casi vengono realizzati argini senza un serio studio sull'impatto che possono portare a valle, vengono cementificati gli alvei e alterate le dinamiche naturali dei fiumi. Soprattutto, troppo spesso le opere di messa in sicurezza si trasformano in alibi per continuare a costruire»;
in 1.121 comuni – l'85 per cento di quelli analizzati in «Ecosistema rischio 2011» – sono presenti abitazioni in aree golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio frana, e nel 31 per cento dei casi in tali zone sono presenti addirittura interi quartieri. Nel 56 per cento dei comuni campione dell'indagine in aree a rischio sono presenti fabbricati industriali, che, in caso di calamità, comportano un grave pericolo, oltre che per le vite dei dipendenti, per l'eventualità di sversamento di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. Nel 20 per cento dei comuni intervistati sono state costruite in aree a rischio idrogeologico strutture sensibili, come scuole e ospedali, e nel 26 per cento dei casi strutture ricettive turistiche o commerciali;
il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dall'analisi dei dati ambientali contenuti negli annuari dell'Ispra, ha valutato che il costo complessivo dei danni provocati dagli eventi franosi ed alluvionali dal 1951 al 2009, rivalutato in base agli indici Istat al 2009, risulta superiore a 52 miliardi di euro, quindi circa 1 miliardo di euro all'anno; tale cifra è pari a quasi 3 volte quello che in media è stato stanziato annualmente dal Governo negli anni che vanno dal 1991 al 2011 per le opere di prevenzione; la cifra complessiva risulta, inoltre, superiore a quanto servirebbe per le opere più urgenti di mitigazione del rischio idrogeologico sull'intero territorio nazionale, individuate nei piani stralcio per l'assetto idrogeologico, e quantificate in 40 miliardi di euro;
il progetto IFFI (Inventario dei fenomeni franosi in Italia), realizzato dall'Ispra e dalle regioni e province autonome, ha censito ad oggi oltre 486.000 fenomeni franosi che interessano un'area di 20.721 chilometri quadrati, pari al 6,9 per cento del territorio nazionale;
il 68 per cento delle frane europee si verifica in Italia e, dal 1900, le frane hanno causato 10.000 morti e 350.000 sfollati;
secondo uno studio effettuato dal 1944 al 1990 sul dissesto geologico e geoambientale, prendendo in considerazione 152 eventi calamitosi tra fenomeni idrogeologici e terremoti tettonici, i fenomeni idrogeologici, rappresentano, con 31 miliardi di euro circa, un quarto delle risorse stanziate nell'intero periodo considerato;
le cause e concause sono numerose:
a) la particolare fragilità intrinseca del territorio dovuta alla conformazione geomorfologica, geologica e geografica;
b) l'enorme peso del fattore umano, a cui bisogna addebitare: l'eccessivo consumo di suolo; un'irrazionale edificazione, sia in termini di pianificazione urbanistica sia in termini di abusivismo e sanatorie; incendi, in gran parte dolosi; una cattiva gestione del territorio, con l'abbandono del terreni agricoli, soprattutto nelle aree caratterizzate da media e alta pendenza, e la mancata osservanza delle prescrizioni di massima della polizia forestale nella gestione dei boschi; l'alterazione delle dinamiche naturali dei fiumi; l'estrazione illegale di inerti; la cementificazione degli alvei; il disboscamento dei versanti collinari e montuosi;
c) l'indiscutibile ruolo dei mutamenti climatici, ai quali si deve attribuire l'aumento e l'inasprimento dei fenomeni meteorologici eventi ad elevata intensità, che mettono a dura prova il già fragile equilibrio territoriale;
il rischio è definito come il prodotto di tre fattori: la pericolosità, ossia la probabilità che si verifichi un evento calamitoso, il valore esposto – il valore monetario o umano di ciò che è esposto al rischio – e la vulnerabilità, ossia il grado di perdita, atteso degli elementi esposti al rischio, al verificarsi di un fenomeno calamitoso; la riduzione del rischio dovrebbe agire su tutti questi fattori; nonostante la sua complessità, il problema è noto e si dispone degli strumenti tecnici per affrontarlo e contrastarlo;
dal 2002 l'Italia ha attivato un piano straordinario di telerilevamento ambientale (PST-A), attraverso un accordo di programma tra Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Presidenza del Consiglio dei ministri – dipartimento della protezione civile e Ministero della difesa, d'intesa con le regioni e le province autonome;
sul geoportale nazionale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono disponibili in formato digitale i dati che permettono di analizzare i movimenti del suolo e degli edifici ad altissima precisione, consentendo di realizzare, con un'opportuna organizzazione, in brevissimo tempo e a costi sostenibili, un efficiente sistema di sorveglianza dei dissesti a scala nazionale;
l'insegnamento delle scienze della terra, geologiche ed ambientali nel sistema scolastico e universitario italiano è in evidente declino: riceve poco spazio nell'istruzione inferiore e superiore ed è persino in crisi nell'ambito universitario;
l'Emilia-Romagna, devastata da sisma, inondazioni, frane, aveva quattro dipartimenti storici di scienze della terra, ma nessuno di essi è sopravvissuto alla «riforma Gelmini» che ha causato la loro soppressione; è chiaro che l'offerta formativa e i risultati della ricerca scientifica ne risentono, sia nel breve che nel lungo periodo;
tutto questo mentre emerge in maniera sempre più chiara e condivisa che solo la manutenzione del territorio, in particolare delle foreste, gli usi ricreativi che il bosco può offrire, la naturale capacità di depurazione e trattenimento delle acque sono fondamentali per la messa in sicurezza dei nostri centri abitati;
come ebbe a dire l'economista ed esperto di economia agraria, Arrigo Serpieri, nel 1923, «se si lavora bene in montagna, la gente a valle dorme sonni tranquilli», ed è per questo che oggi è ancor di più necessario sviluppare la consapevolezza che quegli 11 milioni di ettari di foreste, ovvero il 36 per cento del territorio nazionale, sono un patrimonio inestimabile che va tutelato attraverso una gestione attiva, guidata da una vera e propria programmazione forestale; le attività agro-forestali, attraverso pratiche di gestione sostenibile, possono, infatti, incidere positivamente sul presidio del territorio e sulla prevenzione dei fenomeni di dissesto, tenuto conto che buona parte del Paese è tuttora rurale;
inoltre, è stato ampiamente dimostrato che l'uso dei diserbanti, come pratica per la ripulitura delle scarpate stradali, delle massicciate ferroviarie e delle fasce di connessione tra seminativi e viabilità interpoderale, aumenta notevolmente il rischio di attivazione di piccoli e medi movimenti di terra, a causa della mancanza della copertura erbacea in grado di attutire l'effetto di erosione superficiale delle acque meteoriche;
il rischio idrogeologico è diventato anche una priorità politica, così come lo hanno definito il Presidente del Consiglio dei ministri Letta, i Ministri Orlando e Lupi e praticamente tutte le forze politiche nei loro programmi e nei loro discorsi in Aula, all'inizio della XVI legislatura;
nelle ultime legislature in più circostanze i Governi, a seguito dell'approvazione di atti di indirizzo, si sono impegnati ad assumere iniziative concrete per rafforzare le politiche di prevenzione e di riduzione del rischio idrogeologico; malgrado ciò, il 2010 è stato l'ultimo anno che ha visto l'inserimento di significative risorse destinate alla prevenzione e alla mitigazione del rischio idrogeologico,
a prendere in considerazione quanto emerso dal gruppo di lavoro tecnico promosso dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ha redatto le linee guida per la valutazione del dissesto idrogeologico e la sua mitigazione attraverso misure e interventi in campo agricolo e forestale, dalle quali emergono indirizzi e metodologie, che, sulla base dell'integrazione di banche dati territoriali dei comparti ambiente e agricoltura, consentono l'individuazione, su tutto il territorio nazionale, delle aree prioritarie di intervento e delle misure di mitigazione più idonee, in aree agro-forestali sia attive sia abbandonate, riavviando l'attività di ricerca e coordinamento del citato gruppo di lavoro costituito dal Governo precedente e mettendo in atto le indicazioni emerse devono essere messe su tutto il territorio italiano;
ad assumere iniziative per ripristinare le risorse necessarie per rilanciare un piano generale di prevenzione del rischio idrogeologico, attribuendo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare una cifra non inferiore ad un miliardo di euro per il prossimo triennio, con l'obiettivo di finanziare gli articoli 67 e 70 del decreto legislativo n. 152 del 2006, compatibilmente con le risorse disponibili ed i vincoli di finanza pubblica;
ad investire fondi, proprio in base a quanto emerso dalle linee guida, per interventi mirati, individuati dai piani di salvaguardia ambientali già predisposti;
ad individuare adeguati finanziamenti per l'attuazione del programma quadro per il settore forestale come richiesto dalla Conferenza Stato-Regioni, nell'ambito degli incontri tecnici e politici che hanno portato all'approvazione finale del programma quadro per il settore forestale già nel 2008;
a predisporre un'attenta pianificazione territoriale e di salvaguardia del suolo, evitando di ricorrere allo strumento, che ai firmatari del presente atto di indirizzo appare incivile, del condono, impedendo nuove costruzioni in aree a rischio, nei limiti delle proprie competenze;
ad assumere ogni iniziativa di competenza affinché le pubbliche amministrazioni locali abbiano maggiori vincoli nel riperimetrare aree mappate a rischio, sviluppando forme e misure di controllo, anche mediante l'impiego di tecniche di telerilevamento;
ad avviare una concreta ed efficace azione di contrasto al fenomeno dell'abusivismo edilizio, garantendo l'assoluta esclusione di ogni ipotesi di condono, nonché adeguate risorse alle amministrazioni locali per l'abbattimento e acquisizione degli immobili realizzati abusivamente, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e relativamente alle proprie competenze;
ad attuare politiche per la riduzione di emissioni di gas serra, in modo da ridurre nel lungo termine l'impatto del cambiamento climatico in atto;
ad incentivare e sostenere la piccola agricoltura nel recuperare terreni abbandonati e nell'adottare pratiche rispettose per il territorio e per la protezione del suolo;
a far rispettare i contenuti della direttiva europea 2009/128/CE, nella parte che riguarda l'applicazione di tecniche alternative all'uso dei diserbanti nelle operazioni di ripulitura delle scarpate stradali, massicciate ferroviarie e fasce di connessione tra seminativi e viabilità interpoderale;
ad incentivare e sostenere pratiche di cura e salvaguardia del territorio attraverso una gestione forestale attiva e sostenibile, coinvolgendo pienamente i gestori degli usi civici e delle proprietà collettive (comunanze agrarie e consorzi forestali), compatibilmente con le risorse pubbliche ed i vincoli di bilancio;
ad assumere iniziative per escludere dal patto di stabilità per gli enti pubblici territoriali le spese sostenute per: interventi di messa in sicurezza e ripristino in caso di eventi calamitosi, interventi di prevenzione come stabilizzazione di versanti, manutenzione ordinaria e straordinaria di opere accessorie al reticolo stradale, ivi comprese opere per il deflusso delle acque e manufatti atti a favorire la stabilità del terreno, della roccia o della sede stradale, interventi per migliorare il drenaggio delle acque meteoriche e del reticolo idrico superficiale, interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria di argini, sponde e manufatti per la protezione delle sponde di corsi d'acqua, interventi di adeguamento o miglioramento antisismico di edifici pubblici;
ad assumere iniziative per prevedere un sistema di incentivi fiscali, simili a quelli per le ristrutturazioni o gli adeguamenti energetici, o un regime di iva agevolata, per chi investe nella sicurezza del territorio, delle infrastrutture o degli edifici, individuando opportuni strumenti premiali per i privati cittadini o le imprese – in particolar modo agricole e turistiche – che compiono interventi per la riduzione del rischio idrogeologico, come la stabilizzazione dei versanti e il miglioramento del drenaggio, o sismico, compatibilmente con le risorse disponibili ed i vincoli di bilancio;
a valutare l'opportunità di introdurre forme assicurative obbligatorie sui rischi idrogeologici sulle nuove costruzioni, con il coinvolgimento dello Stato come controllore e riassicuratore di ultima istanza, in modo che il mercato si autoregoli verso recuperi/ristrutturazioni, invece che verso nuove costruzioni, e in modo che venga comunque disincentivata la costruzione in aree a rischio;
ad assumere iniziative per prevedere contributi al finanziamento delle reti di monitoraggio pluviometriche, nivometriche, idrometriche, sismiche, molto spesso dismesse dagli enti pubblici territoriali per carenza di fondi, compatibilmente con le risorse disponibili ed i vincoli di finanza pubblica;
ad assumere iniziative per prevedere che, in caso di dichiarazione dello stato di emergenza in seguito ad eventi calamitosi, venga innescata una «filiera dei soccorsi e dell'emergenza a chilometro zero», facendo in modo che le ditte, i generi di prima necessità, i materiali acquistati provengano dallo stesso comune interessato dall'emergenza, ove non possibile dalla stessa provincia, ove non possibile dalla stessa regione.
(1-00114)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Segoni, Daga, De Rosa, Terzoni, Busto, Mannino, Tofalo, Zolezzi, Agostinelli, Alberti, Artini, Baldassarre, Barbanti, Baroni, Basilio, Battelli, Bechis, Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Bernini, Nicola Bianchi, Bonafede, Brescia, Brugnerotto, Businarolo, Cancelleri, Cariello, Carinelli, Caso, Castelli, Catalano, Cecconi, Chimienti, Ciprini, Colletti, Colonnese, Cominardi, Corda, Cozzolino, Crippa, Currò, Da Villa, Dadone, Dall'Osso, D'Ambrosio, De Lorenzis, Del Grosso, Della Valle, Dell'Orco, Di Battista, Di Benedetto, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Di Vita, Dieni, D'Incà, D'Uva, Fantinati, Ferraresi, Fico, Fraccaro, Frusone, Gagnarli, Gallinella, Luigi Gallo, Silvia Giordano, Grande, Grillo, Cristian Iannuzzi, L'Abbate, Liuzzi, Lombardi, Lorefice, Lupo, Mantero, Marzana, Micillo, Mucci, Nesci, Nuti, Parentela, Pesco, Petraroli, Pinna, Pisano, Prodani, Rizzetto, Rizzo, Paolo Nicolò Romano, Rostellato, Ruocco, Sarti, Scagliusi, Sibilia, Sorial, Spadoni, Spessotto, Tacconi, Toninelli, Tripiedi, Turco, Vacca, Simone Valente, Vallascas, Vignaroli, Villarosa, Zaccagnini».
Info e video sulla pagina ufficiale della Commissione Ambiente alla Camera del Movimento 5 Stelle: https://www.facebook.com/M5sCommissioneAmbienteTerritorioELavoriPubblici?fref=ts