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mercoledì 29 aprile 2015

TORINO,  PRIMO MAGGIO 2015:  CI SIAMO MA NON  SFILIAMO. PERCHÈ?

Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua - Comitato Acqua Pubblica Torino

www.acquapubblicatorino.org

TORINO,  PRIMO MAGGIO 2015:  CI SIAMO MA NON  SFILIAMO. PERCHÈ ?

Dopo lo svolgimento della Festa dei Lavoratori dello scorso anno abbiamo condiviso all'interno del Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino il disagio di stare in una manifestazione della quale condividiamo i valori assoluti dei diritti dei Lavoratori, ma che è diventata una rappresentazione a beneficio degli esponenti del governo politico nazionale e locale: quegli stessi poteri politici che abbattono e cancellano i diritti fondamentali a cominciare proprio da quelli del lavoro e che hanno svenduto beni comuni a favore della speculazione e dei mercati.

E che ora pretendono di poter sfilare in mezzo a chi subisce quotidianamente le conseguenze delle loro decisioni iperliberiste e anticostituzionali, esenti da critiche come quelle che il Movimento dell’Acqua da sempre esprime con mezzi democratici e non violenti e che oggi più che mai riteniamo doveroso esercitare.

Non vogliamo però che la nostra presenza nel corteo, accanto a quelle autorità, possa apparire come un sostegno al loro operato ma non vogliamo nemmeno rinunciare alla partecipazione, sentendo nostri i valori comuni a tutte le lavoratrici e i lavoratori. Per questo motivo in questo Primo Maggio non sfileremo dietro a quelle autorità. ma saremo fermi in Piazza Castello, presenti ma fuori dal corteo, visibili alle Istituzioni e all’ampio arco sociale presente, per denunciare la crisi democratica che passa anche attraverso la privatizzazione dell'acqua, dei beni comuni e dei servizi pubblici locali a sfregio della volontà espressa da 27.000.000 di cittadini con la vittoria referendaria del 2011.

E nel pomeriggio saremo a Milano all’interno del NoExpo MayDay, animando insieme ad altre realtà lo spezzone delle resistenze territoriali, convinti che è attraverso il rafforzamento delle connessioni che si gettano le basi per il futuro delle nostre comuni lotte.

Il nostro vuole essere un atto pacifico di obiezione necessario e doveroso. Non possiamo più permetterci di far finta di niente perché si scrive acqua, si legge democrazia.

Torino, 29 aprile 2015

 

martedì 21 aprile 2015

ACEA - 23 Aprile - Assemblea Utenti e Lavoratori



Assemblea nazionale degli utenti e dei lavoratori di Acea - 23 aprile 2015

I soci di Acea chiusi a discutere di profitti, i cittadini in piazza per conquistare diritti

Il prossimo 23 aprile si terrà l'assemblea dei soci di Acea S.P.A. Si parlerà di dividendi, indici di mercato, ampliamento del CdA.
Tutto in vista dell'espansione di Acea nel Centro-sud Italia: una gigantesca opera di fusione, che altro non è che una "vecchia" privatizzazione con un nome nuovo.

Per contrapporre l'interesse collettivo a quello di pochi "grandi" azionisti, il 23 si svolgerà anche una grande assemblea pubblica, dove si parlerà di gestione dell'acqua: la qualità del servizio e degli investimenti, la tutela della risorsa idrica e dell'ambiente, la garanzia del diritto all'acqua violato quotidianamente dagli aumenti tariffari e dai distacchi.

Ci saranno cittadini, lavoratori e amministratori locali di tutti i territori sui quali Acea allunga i suoi tentacoli: uniti è possibile far prevalere l'interesse pubblico, come avvenuto con la vittoria referendaria del 2011. Una vittoria che i poteri forti stanno cercando di cancellare, e che dobbiamo invece difendere, a partire dall'applicazione della legge regionale 5 per la gestione pubblica dell'acqua nel Lazio.
Una delegazione di comitati e sindaci si recherà poi alla sede della Presidenza della Regione Lazio, per chiedere l'attuazione della legge regionale 5 e protestare contro le diffide a cedere i propri impianti ricevute da diversi comuni laziali.

Loro saranno poche decine di soci rinchiusi in una sede lontana dalla città, noi in piazza, in difesa di milioni di sì per l'acqua pubblica!

Ore 10.30 Piazzale Ostiense

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

giovedì 9 aprile 2015

L'AEEGSI mette a rischio il diritto all'acqua? Provi a stare senza!

L'AEEGSI mette a rischio il diritto all'acqua? Provi a stare senza!
Distacco simbolico nella sede dell'Autorità, per lanciare la rete romana degli sportelli contro i distacchi idrici

Oggi un gruppo di attivisti della rete “Diritto alla città” ha chiuso il contatore dell'acqua della sede dell'Autorità per l'Energia il Gas e il Servizio idrico (AEEGSI), per far provare cosa significa rimanere anche solo mezza giornata senz'acqua.
Dietro una rispettabile facciata l'azione dell'AEEGSI sta infatti facendo aumentare le bollette e mettendo a rischio il diritto all'acqua in tutta Italia.
L'autorità “indipendente”, i cui stipendi sono però pagati dai gestori, ha avanzato una proposta alla Commissione Ambiente al Senato, subito recepita dal Sen. Mirabelli (PD), che cancella il diritto al flusso minimo vitale idrico per chi si trova in situazioni di morosità. Come dire che il diritto all'acqua non deve essere universale, con buona pace dell'ONU e di un referendum che hanno affermato il contrario.
In tutta Italia i gestori stanno intensificando i distacchi idrici come metodo di recupero crediti, ma in risposta stanno nascendo esperienze di resistenza dal basso, come la rete di sportelli antidistacco nata a Roma contro i distacchi indiscrimanti di Acea e contro le nuove privatizzazioni Renziane, alle quali la giunta Marino sta obbedendo ciecamente.
Il prossimo appuntamento sarà il 23 aprile, alle 11 sotto la sede di Acea in Piazzale Ostiense, dove si parlerà di diritti e di gestione “comune” dell'acqua, mentre i soci di Acea SpA saranno chiusi in assemblea a discutere di dividendi e della creazione di una “new-co dell'acqua” che garantisca ad Acea l'espansione in tutto il Centro Italia. Nomi nuovi per vecchie privatizzazioni.
La nostra risposta sarà sempre quella della difesa del diritto all'acqua, in piazza e agli sportelli antidistacco nati in città (bastadistacchi.blogspot.it).
Perché da soli è difficile difendersi, ma insieme si può vincere!

bastadistacchi.blogspot.it
nodistacchi@gmail.com







giovedì 2 aprile 2015

DDL Madia: il referendum sull'acqua utilizzato come foglia di fico da Governo e maggioranza

http://www.acquabenecomune.org/
 
DDL Madia: il referendum sull'acqua utilizzato come foglia di fico da Governo e maggioranza


Il Governo Renzi da diversi mesi ha impresso una decisa accelerazione ai processi di privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali attraverso meccanismi che intendono aggirare l'esito del referendum del 2011.
Infatti, non si obbliga più alla privatizzazione, come fece il Governo Berlusconi, ma, grazie alle norme contenute nella legge di stabilità e nel decreto "Sblocca Italia", si favoriscono processi che puntano ad raggiungere il medesimo obiettivo incentivando esplicitamente le dismissioni delle azioni dei comuni e favorendo economicamente i soggetti privati e i processi di aggregazione tra aziende.

Il disegno di legge delega Madia sulla pubblica amministrazione va nella stessa direzione.

A riguardo contestiamo la lettura che il relatore Sen. Pagliari dà dell'art. 15 approvato ieri in Commissione Affari Costituzionali, quando sostiene che l'acqua resterà pubblica, perchè si utilizza il referendum sull'acqua e sui servizi pubblici locali del 2011 come una foglia di fico per procedere ancor più speditamente lungo la strada della privatizzazione.
Infatti, quell'articolo contiene, sin dalla sua stesura originaria, indicazioni precise volte alla limitazione della gestione pubblicadispositivo tra l'altro in contrasto con la disciplina comunitaria che invece la tutela come scelta possibile da parte degli stati membri e dei rispettivi Enti Locali.
Inoltre, appare in assoluta contraddizione con l'esito referendario l'emendamento approvato ieri con cui si incentivano e premiano gli Enti locali che favoriscono la perdita del controllo pubblico delle aziende.

Non è certo con il ddl sulla pubblica amministrazione che si renderà nuovamente pubblica la gestione dell'acqua in Italia, rispettando così la volontà popolare espressa con i referendum, ma con l'approvazione della legge d'iniziativa popolare "Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico" che rimane indiscussa in Parlamento dal 2007 e depositata nuovamente a marzo 2013 dall'intergruppo parlamentare.

Roma, 1 Aprile 2015. 


Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

mercoledì 11 marzo 2015

Ddl Madia: una riforma che cancella il referendum sull'acqua e i servizi pubblici



Comunicato stampa

 
Ddl Madia: una riforma che cancella il referendum sull'acqua e i servizi pubblici


Questa mattina presso il Senato si è svolta la conferenza stampa promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e che ha visto la partecipazione anche di diversi Senatrici e Senatori del Movimento 5 Stelle e di SEL. In particolare sono intervenuti la Sen. Loredana De Petris e il Sen. Nicola Morra.

Argomento di discussione il cosiddetto “DDL Madia” che dietro all'apparente neutralità di una “Riforma della Pubblica Amministrazione”, cela invece un preoccupante disegno per l'aggiramento della volontà popolare espressa a giugno 2011 attraverso i referendum contro la privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali.

Le norme inserite negli articoli 14 e 15 del disegno di legge, se approvato nell'attuale versione, rappresentano infatti una delega al Governo con indicazioni precise volte al rilancio dei processi di privatizzazione, limitando drasticamente gli affidamenti diretti e incentivando i processi di aggregazione.

Non solo quindi si scavalca la volontà popolare, ma anche la funzione dello stesso Parlamento e degli Enti locali, anche attraverso interventi diretti come l'impugnativa della Legge Regionale del Lazio per la gestione pubblica del servizio idrico, così come ricordato dalla Sen. De Petris.

Anche per questo stupisce, come sottolineato dal Sen. Morra, l'assenza di rappresentanti del PD all'odierno dibattito, trattandosi di un partito che non solo ha sostenuto i referendum del 2011, ma che ha anche partecipato alla creazione dell'intergruppo parlamentare per l'acqua, depositando, insieme a SEL e M5S, la proposta di legge per l'acqua pubblica elaborato dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua.

E' quindi evidente che l'attuale governo ha l'obiettivo di completare quei processi di privatizzazione che Confindustria chiede da anni e lo sta facendo varando una serie di norme che marciano in questa direzione. Con lo “Sblocca Italia” e con la legge di stabilità si incentivano infatti processi di aggregazione, fusione e dismissione delle partecipate dagli Enti Locali, a vantaggio dei quattro colossi multiutilities attuali - A2A, Iren, Hera e Acea - già collocati in Borsa, che potranno inglobare tutte le società di gestione dei servizi idrici, ambientali ed energetici, relegando i Comuni ad un ruolo sempre più marginale. Il DDL Madia, in modo piuttosto esplicito, si inserisce nella stessa scia.

Un enorme regalo alle multinazionali dell'acqua e dei servizi, fatto anche con la complicità dell'AEEGSI, che ha consentito ai gestori d'incassare milioni di euro, oltre che con i consueti aumenti tariffari, anche con la possibilità d'inserire nella bolletta idrica conguagli retroattivi fino al 2006. Tutto ciò nonostante che annualmente si registrino utili ingenti che non vengono reinvestiti nel servizio ma in larga parte prelevati dagli azionisti come dividendi.

Tutto questo mentre ci si appresta a “celebrare” la Giornata Mondiale dell'acqua, in un clima che vede un dibattito troppo simile a quello prereferendario, come se 27 milioni di cittadini non avessero mai votato per l'acqua pubblica.

Evidentemente il Governo è pronto a sacrificare sull'altare delle privatizzazioni anche la stessa Costituzione, aggirando la volontà popolare e relegando le Camere ad un ruolo marginale.

Un'altra strada però è praticabile, come dimostra l'esperienza di Napoli, che due giorni fa ha terminato l'affidamento del servizio idrico all'azienda speciale ABC Napoli, e come dimostrano le decine di vertenze aperte in tutta Italia per la ripubblicizzazione e contro le nuove privatizzazioni.
 
 
Roma, 11 Marzo 2015.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
www.acquabenecomune.org
 
 

martedì 10 marzo 2015

Napule è...l'ABC dell'Acqua Pubblica

COMUNICATO

Napule è...l'ABC dell'Acqua Pubblica

Esprimiamo piena soddisfazione per il grande risultato ottenuto oggi in Consiglio Comunale a Napoli, che vedeva all'Ordine del Giorno:

 L' AFFIDAMENTO DELLA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO ALL'AZIENDA SPECIALE ABC (Acqua Bene Comune) NAPOLI, la cosiddetta:

MESSA IN SICUREZZA.

E’ stata anche deliberata la modifica statutaria dell’ AS ABC Napoli.

Con tale atto è stata istituzionalizzata la partecipazione democratica nel Consiglio d’ Amministrazione; si escludono le partecipazioni a SpA, mentre invece si apre ai Consorzi di Comuni per l’Acqua Pubblica; si devolve l’1% degli utili per interventi in Paesi in via di Sviluppo.

Tutto ciò è frutto del continuo ed enorme impegno del Comitato Acqua Pubblica Napoli, del Coordinamento Campano per la Gestione Pubblica dell'Acqua, del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, dei Comitati Territoriali tutti, ad essi il ringraziamento per l'impegno profuso e la sollecitazione a continuare insieme a noi  il percorso congiunto, perchè oggi si raggiunge un traguardo, ma si inizia un nuovo grande lavoro per impedire che l'acqua della Città Metropolitana di Napoli, che l'ACqua della Campana, che l'Acqua di tutti vada a finire nelle mani di privati e di approfittatori.

Siamo consci del fatto che l'AS ABC Napoli è come un granello di sabbia che blocca il grande ingranaggio delle privatizzazioni, volute da chi sull'acqua vuole fare profitto, ma noi non desisteremo mai dal nostro intento, perchè:

RIPUBBLICIZZARE SI PUO', RIPUBBLICIZZARE SI DEVE

 E IL COMUNE DI NAPOLI L’HA FATTO.

Infine un particolare GRAZIE a chi ha fatto il grande atto di coraggio che ha permesso la bella vittoria di questa mattina: il Sindaco, la Giunta, il Consiglio – Essi hanno deciso unanimemente per la messa sicurezza dell' AS ABC Napoli, che non riguarda solo Napoli, ma tutti.

Presenti Alex Zanotelli, il Presidente dell'AS ABC Napoli Maurizio Montalto, i Comitati Cittadini, i Lavoratori, le Associazioni, i Cittadini.

Possiamo proprio affermare, per dirla anche qui coi titoli di canzoni partenopee:

" E' NU JUORNO BUONO!"

NAPOLI, 9 marzo 2015

Comitato Acqua Pubblica Napoli
Coordinamento Campano per la Gestione Pubblica dell'Acqua
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

https://it-it.facebook.com/pages/Coordinamento-Campano-Acqua-Pubblica/376966949080486

video del Comune, distribuito in diretta streaming:

https://www.youtube.com/watch?v=QezNz0Zf0hc#action=share

 

martedì 9 dicembre 2014

FIRMA E FAI FIRMARE PER L'ACQUA PUBBLICA

FIRMA E FAI FIRMARE


IL GOVERNO RENZI VUOLE LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA:

FERMIAMOLO!


Il Governo Renzi sta tentando di raggiungere il risultato cui sinora nessun governo era riuscito ad arrivare: la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali.
Lo fa attraverso due provvedimenti: il decreto “Sblocca Italia” e la legge di stabilità.
Con il primo, impone ai Comuni l’obbligo di aggregare le società del servizio idrico per arrivare ad un gestore unico per ogni ambito territoriale ottimale, spesso coincidente con il territorio regionale.
Con la seconda, rende sempre più onerosa la gestione pubblica dell’acqua e spinge gli enti locali a privatizzare, permettendo loro di spendere fuori dal patto di stabilità i soldi ottenuti dalla cessione delle proprie quote ai privati.
Il Governo Renzi vuole in questo modo mettere una pietra tombale sul risultato referendario che nel 2011 ha visto la maggioranza assoluta del popolo italiano pronunciarsi per una gestione pubblica, partecipativa, territoriale e senza profitti dell’acqua e di tutti i beni comuni.
Il Governo Renzi vuole affidare l’acqua e tutti i servizi pubblici locali a quattro grandi multiutility collocate in Borsa: A2A, Iren, Hera ed Acea, consegnando i beni comuni delle comunità territoriali agli interessi dei grandi capitali finanziari.
In questi anni, in ogni luogo del paese, abbiamo detto a gran voce: “si scrive acqua, si legge democrazia”.
Per questo diciamo al governo Renzi: INDIETRO NON SI TORNA!
Si attui il referendum, si affidi la gestione dell’acqua pubblica, partecipativa e senza profitti alle comunità locali.

http://www.acquabenecomune.org/petizione

giovedì 20 novembre 2014

La Camera cancella il diritto all'Acqua e benedice i distacchi idrici

La Camera cancella il diritto all'Acqua e benedice i distacchi idrici

Il 13 novembre scorso la Camera ha approvato il Collegato Ambientale alla legge di stabilità 2014, cancellando un articolo che impediva i distacchi del servizio idrico e garantiva il diritto all'acqua tramite il minimo vitale.

Infatti, la sua formulazione originaria conteneva tre articoli sulla gestione del servizio idrico integrato, uno dei quali riguardante la disciplina della morosità.
In caso di utenti morosi l'articolo 26 imponeva ai gestori l'istallazione di limitatori di flusso idonei a garantire la fornitura giornaliera essenziale di 50 litri al giorno per persona, evitando così il distacco completo.

Assume particolare rilevanza anche la modalità poco trasparente con cui questo articolo è stato cassato. Infatti, nonostante in un primo momento sia stato oggetto di discussione e modifiche con intenzioni migliorative, successivamente è stata imposta la sua cancellazione in Commissione Ambiente senza ulteriore possibilità di approfondimenti e dibattito neanche da parte dell'aula.

Questa soppressione è un vero schiaffo in faccia alle migliaia di famiglie colpite, giornalmente, dai distacchi idrici da parte di gestori che utlizzano questo strumento in modo diffuso e indiscriminato, al solo scopo di rendere più efficace il proprio recupero crediti e più consistenti gli utili aziendali.

In un momento in cui il Governo Renzi lavora alle nuove privatizzazioni, si vuole rendere il servizio idrico ancor più appetibile alle lobbies economiche e finanziarie, cercando di dimostrare che l'acqua non è un diritto, ma una merce come le altre.

La maggioranza degli italiani però non la pensa così: in 27 milioni hanno votato ai referendum del 2011 affinché l'acqua fosse svincolata dalle logiche di mercato e sarebbe necessario che il Governo tenesse conto di una volontà popolare così chiara.

Per questo il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua si sta mobilitando in tutto il Paese contro il rilancio delle privatizzazioni, per impedire che “passo dopo passo” il Governo Renzi faccia tornare indietro il Paese.
Inoltre annunciamo sin da subito che ci attiveremo affinchè nel passaggio al Senato tale articolo venga ripristinato.

Il futuro è in una gestione dell’acqua pubblica, partecipata, senza profitti. E senza distacchi!

Roma, 20 Novembre 2014.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua



mercoledì 5 novembre 2014

Anche gli Enti d'Ambito si associano a Federutility

Comunicato stampa

Controllori e controllati vanno a braccetto nella gestione dell'acqua
Anche gli Enti d'Ambito si associano a Federutility

In questi giorni siamo venuti a conoscenza di un fatto che, a nostro avviso, risulta estremamente grave, ovvero alcuni Enti di Governo degli Ambiti del servizio idrico integrato sono divenuti soci di Federutility.

Ci teniamo a ricordare che gli Enti d'Ambito sono istituzioni pubbliche composte dagli Enti Locali di un determinato territorio e svolgono funzioni fondamentali relative all'organizzazione del servizio idrico e al controllo della gestione.
Mentre Federutility, come si legge sul proprio sito, è la federazione che riunisce le aziende di servizi pubblici locali che operano nei settori Energia Elettrica, Gas e Acqua ed esercita la rappresentanza nazionale di questi comparti. In qualità di associazione di imprese si pone come interlocutore con le istituzioni italiane.

Appare, dunque, evidente come sia "inammissibile" la commistione, all'interno della stessa associazione, di chi svolge il ruolo di controllore (Enti Ambito) e chi quello di controllato (gestori/aziende), anche perchè sulla base dello statuto di Federutility si costruisce un'effettiva subalternità dei primi rispetto ai secondi.

Infatti, dallo schema riassuntivo dei soci di Federutility emerge come gli Enti di Governo degli Ambiti, che nel tempo hanno aderito, fanno parte della categoria dei cosiddetti "soci corrispondenti".
Lo statuto di Federutility costruisce un meccanismo decisamente preoccupante, poiché da una parte i "soci corrispondenti" non hanno nessuna possibilità di incidere sull'operato della federazione e dall'altra gli viene fatto divieto di contrastarlo in qualsiasi modo.
Precisamente l'art. 3, comma 2 e 3 stabilisce che i "soci corrispondenti" hanno unicamente il diritto a ricevere le informazioni che l'associazione fornisce ai soci ordinari e di partecipare alle iniziative informative e divulgative. Inoltre possono partecipare all'Assemblea degli Associati ma senza diritto di voto e i loro rappresentanti non possono ricoprire cariche federali.
In ultimo all'art. 5 comma 2, lettera a) s'impone l'obbligo a tutti i soci di astenersi da ogni iniziativa in contrasto con l'azione e le direttive di Federutility.

Altro fatto che collide con le finalità di difesa dell'interesse collettivo proprie degli Enti d'Ambito è che negli ultimi anni l'azione di Federutility si è contraddistinta per l'esplicito contrasto al raggiungimento della vittoria referendaria e successivamente all'applicazione del suo esito.
A riguardo è emblematico riportare una dichiarazione dell'allora presidente di Federutility, Roberto Bazzano, fatta il 20 Aprile 2011 a circa due mesi dallo svolgimento del referendum: “Chiediamoci seriamente se non sia il caso di evitare un referendum che ha sempre più un taglio puramente ideologico e che tratta l'acqua e il legittimo impedimento allo stesso modo''.

In ultimo ci preme ricordare che sempre Federutility ha deciso di presentare una memoria “ad opponendum” al ricorso presentato dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e da Federconsumatori presso il TAR della Lombardia, relativamente al nuovo metodo tariffario del servizio idrico approvato dall’AEEG che è in palese violazione del referendum. Si tratta di un atto chiaramente ostile nei confronti della cittadinanza, che non può non essere valutato in questi termini e dal quale occorre trarre le dovute conseguenze.

Di fronte a tutto ciò, ci teniamo a denunciare con forza una sovrapposizione di ruoli che mina alla base la corretta gestione del servizio idrico e chiediamo agli Enti Locali di farsi promotori di un'iniziativa affinchè sia ritirata l'adesione da Federutility degli Enti d'ambito a cui partecipano.
Roma, 3 Novembre 2014.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

martedì 7 ottobre 2014

Presidenza dell’Autorità Idrica Toscana, si rispetti lo statuto e la democrazia.

Presidenza dell’Autorità Idrica Toscana, si rispetti lo statuto e la democrazia.
Comunicato Stampa

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e il Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua esprimono grande preoccupazione in merito alle vicende che stanno interessando la Presidenza dell’Autorità Idrica Toscana (AIT).
L’Autorità Idrica Toscana è priva di presidente dal giugno scorso, quando l’allora presidente Cosimi decadde alla fine del suo mandato da Sindaco della città di Livorno. Alla presidenza dell’AIT sarebbe dovuto subentrare il neoeletto Sindaco Filippo Nogarin: questo prevedeva il regolamento dell’AIT.
A conferma di ciò la delibera n.ro 6 del 2012 con cui l’assemblea dell’AIT elegge il presidente, recita al punto 3: in caso di “decadenza dalla carica di Sindaco nel corso del triennio” di Presidenza, “subentra nella carica il nuovo Sindaco in rappresentanza del medesimo Comune.”
Secondo tale delibera Nogarin da giugno dovrebbe essere Presidente dell’AIT fino al 1 ottobre 2015, quando si conclude il triennio di Presidenza del Comune di Livorno.
Fino ad oggi è stato impedito questo naturale e legittimo avvicendamento.
Dopo i risultati del ballottaggio di Livorno, infatti, si è proceduto alla rapida modifica del regolamento dell’Autorità Idrica Toscana proprio nell’articolo riguardante il subentro dei neo eletti nelle cariche dell’AIT.
In seguito a tale modifica si è impedito che il nuovo sindaco di Livorno assumesse la Presidenza dell’AIT.
Quale esercizio della democrazia è questo?
La delibera di elezione del presidente dell’AIT dice chiaramente che nel triennio 2012-2015 la presidenza spetta al Sindaco del Comune di Livorno, come è possibile che dopo il risultato elettorale si decida di cambiare le regole e di non rispettare le deliberazioni assunte?
Quando si parla di acqua i principi democratici sono sospesi e la democrazia mostra in maniera chiara tutta la sua fragilità. Non contano le delibere, non contano i risultati di democratiche elezioni, non contano gli esiti referendari. Si pensa forse che la volontà popolare non debba interferire con l’acqua, la sua gestione e gli interessi che vi si sviluppano?
L’AIT ai sensi dell’art. 47 della legge Regionale n. 69/2011 presso il Consiglio regionale della Toscana ha la funzione di:
• tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti;
• garantire, la qualità, l'universalità e l'economicità delle prestazioni.
Se questa funzione è esercitata nell’interesse della collettività ed a tutela del bene comune, come mai si tenta di impedire ad un Sindaco democraticamente eletto di svolgere il suo compito a servizio dei cittadini anche come presidente dell’AIT?

SI SCRIVE ACQUA SI LEGGE DEMOCRAZIA

Roma, 7 Ottobre 2014.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua

venerdì 19 settembre 2014

Per il diritto all'Acqua contro le privatizzazioni

Domani sarò all'Assemblea macroregionale del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Per il diritto all'acqua contro la privatizzazione dei beni comuni

ALTROVE - TEATRO DELLA MADDALENA
PIAZZETTA CAMBIASO 1 – GENOVA (centro storico)
SABATO 20 SETTEMBRE, ORE 10 - 17

Di seguito i dettagli dell'incontro:

http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/index.php?option=com_content&view=article&id=2809:diritto-allacqua-pensare-globale-agire-locale&catid=53&Itemid=67

martedì 16 settembre 2014

Sblocca Italia: ritorno alle privatizzazioni di Acqua e Beni Comuni

Comunicato Stampa
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Decreto "Sblocca Italia", un ritorno al passato verso la privatizzazione dell'acqua e dei beni comuni

Solo venerdì è stato pubblicato il testo del cosiddetto decreto "Sblocca Italia". Ci sono voluti quasi 15 giorni prima che venisse alla luce essendo stato licenziato nel Consiglio dei Ministri del 29 Agosto scorso. Un lungo travaglio che, però, non è servito per migliorarne il contenuto.
Anzi si tratta di un provvedimento che segnala un deciso cambio di fase nelle politiche governative costruendo un piano complessivo di aggressione ai beni comuni tramite il rilancio delle grandi opere, misure per favorire la dismissione del patrimonio pubblico, l'incenerimento dei rifiuti, nuove perforazioni per la ricerca di idrocarburi e la costruzione di gasdotti, oltre a semplificare e deregolamentare le bonifiche.

Ma ciò che, come Forum dei Movimenti per l'Acqua, c'interessa maggiormente evidenziare è la gravità di quelle norme che, celandosi dietro la foglia di fico della mitigazione del dissesto idrogeologico (Capo III, art. 7), mirano di fatto alla privatizzazione del servizio idrico.
Infatti, con questo decreto si modifica profondamente la disciplina riguardante la gestione del bene acqua arrivando ad imporre un unico gestore in ciascun ambito territoriale e individuando, sostanzialmente, nelle grandi aziende e multiutilities, di cui diverse già quotate in borsa, i poli aggregativi.

Ciò si configura come un primo passaggio propedeutico alla piena realizzazione del piano di privatizzazione e finanziarizzazione dell'acqua e dei beni comuni che il Governo sembra voler definire compiutamente con la Legge di Stabilità.
In questo provvedimento, probabilmente, verranno inserite quelle norme, in parte già presenti nelle prime versioni del decreto circolate all'indomani del Consiglio dei Ministri di fine agosto, volte a imporre agli Enti Locali la collocazione in borsa delle azioni delle aziende che gestiscono servizi pubblici, oltre a quelle che costringono alla loro fusione e accorpamento secondo le prescrizioni previste dal piano sulla “spending review”. Si arriverebbe, addirittura, a costruire un vero e proprio ricatto nei confronti degli Enti Locali i quali, oramai strangolati dai tagli, sarebbero spinti alla cessione delle loro quote al mercato azionario per poter usufruire delle somme derivanti dalla vendita, che il Governo pensa bene di sottrarre alle tenaglie del patto di stabilità.

Con il decreto “Sblocca Italia” si svelano, dunque, le reali intenzioni del Governo, ovvero la diretta consegna dell'acqua e degli altri servizi pubblici locali agli interessi dei grandi capitali finanziari. Infatti, la strategia governativa, pur ammantandosi della propaganda di riduzione degli sprechi e dei costi della politica mediante lo slogan “riduzione delle aziende da 8.000 a 1.000”, non garantirà certamente l'interesse collettivo ma solo quello economico e di massimizzazione dei profitti delle grandi aziende multiutilities che già gestiscono acqua, rifiuti e trasporto pubblico locale.

Come Forum dei Movimenti per l'Acqua intendiamo denunciare con forza la gravità di questo provvedimento che si pone esplicitamente in contrasto con la volontà popolare espressa con il referendum del 2011 e dichiariamo sin da subito che ci mobiliteremo per contrastare il tentativo di privatizzazione dell'acqua e dei beni comuni, anche rilanciando un nuovo modello di pubblico che guardi alla partecipazione diretta della cittadinanza alla gestione come elemento qualificante e realmente innovativo.

Roma, 16 Settembre 2014.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

sabato 19 luglio 2014

Bonifiche: TAR Lazio boccia Ministero Ambiente per declassamento SIN

Bonifiche, TAR Lazio boccia sonoramente il Ministero dell'Ambiente sui declassamenti dei Siti di Interesse Nazionale a Siti di Interesse Regionale.

Primo stop alla strategia ministeriale di mettere la polvere inquinata sotto il tappeto.

Ora cambiare radicalmente il decreto "inquinatore protetto" in discussione in Parlamento.

Il Ministero dell'Ambiente rimedia una sonora bocciatura davanti al TAR Lazio sull'operazione di declassamento dei Siti nazionali di bonifica avvenuta nel 2013.

Il Ministero, sulla base delle valutazioni dei suoi dirigenti e funzionari, prendendo spunto da una modifica al Decreto legislativo 152/2006 riguardante i criteri per l'individuazione dei Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche (le aree più inquinate del paese), ne avevano declassati ben 18 siti su 57, trasformandoli in Siti di Interesse Regionale. Un'operazione realizzata in sordina, senza alcun coinvolgimento delle comunità (tranne le regioni a cui il Ministero aveva dato pochi giorni di tempo per esprimersi) ma dalla portata enorme, visto che i funzionari e i dirigenti del Ministero considerarono degna di declassamento anche la Terra dei Fuochi (ma anche La Maddalena in Sardegna)!

La Regione Lazio, il comune di Ceccano e, con intervento "ad adiuvandum", l'associazione "Rete per la Tutela della Valle del Sacco ONLUS" hanno proposto un ricorso sul declassamento del sito "Valle del Sacco" che ora il TAR del Lazio ha accolto pienamente.

Per il Coordinamento Nazionale Siti Contaminati, per il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e per la Rete Stop Biocidio Lazio si tratta di una sentenza importantissima per i risvolti che dovrebbe avere a livello nazionale. Le motivazioni alla base dell'accoglimento del ricorso sul SIN Valle del Sacco rappresentano una pesantissima censura sull'intera operazione portata avanti dal Ministero dell'Ambiente per sollevarsi dalle proprie responsabilità dopo un decennio di sostanziale inazione rispetto al risanamento dei SIN e, più in generale, rispetto allo stato di inquinamento di moltissime aree del paese.

I giudici del TAR, infatti, ritengono che, rispetto all'applicazione dei nuovi criteri per il riconoscimento (o l'esclusione) delle aree "il ragionamento del Ministero, ad avviso di questo Collegio, è erroneo in radice" e che "La norma applicata sembra anzi ampliare (piuttosto che restringere) le fattispecie dei territori potenzialmente rientranti nell’ambito dei siti di interesse nazionale...". Infatti il Ministero aveva inteso che un'area per essere classificata quale SIN dovesse soddisfare contemporaneamente tutti i criteri del Decreto. Scrivono i giudici del TAR Lazio "Il testo normativo non autorizza, in effetti, ad avviso del Collegio, una lettura tale da indurre a considerare, per la qualificazione di SIN, la presenza di tutte le circostanze cui l’art. 252 comma 2 predetto fa riferimento.....Si tratta, in altre parole, di criteri che variamente combinati devono (o possono) portare l’Amministrazione a riconoscere quella grave situazione di compromissione e di rischio ambientali tale da implicare (a prescindere dalle cause che l’hanno determinata) il superiore interesse nazionale".

Sulle bonifiche si sta giocando una partita al ribasso rispetto alle politiche industriali del paese, con una strategia volta ad annacquare il principio "chi inquina paga" a favore dei grandi gruppi industriali che non vogliono pagare integralmente il prezzo del risanamento delle aree che hanno contaminato. In poco più di un anno vi sono stati ben quattro decreti, tutti volti a nascondere la polvere inquinata sotto il tappeto (Governo Monti: Decreto di declassamento dei SIN; Governo Letta: Decreto del "fare" e Decreto "destinazione Italia"; Governo Renzi: Decreto "competitività" ora in discussione in parlamento). Grazie alla mobilitazione dei comitati le prime tre norme sono state modificate limitando i danni ma ora con il Decreto Competitività "inquinatore protetto" si rischia di nascondere il reale stato di contaminazione del paese e di procedere a bonifiche sulla carta.

Invitiamo nuovamente i parlamentari a modificare il Decreto competitività secondo l'appello che abbiamo lanciato nei giorni scorsi. Al Ministro Galletti chiediamo di riesaminare l'intera operazione di riclassificazione dei SIN alla luce delle indicazioni del TAR Lazio, includendo anche i nuovi siti gravemente inquinati che quasi ogni giorno vengono posti all'attenzione dell'opinione pubblica nonché di procedere alla valutazione dell'efficacia del lavoro svolto in questi anni dagli uffici ministeriali preposti.

Roma, 18 Luglio 2014.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Rete Stop Biocidio Lazio e Abruzzo
Coordinamento Nazionale Siti Contaminati

La sentenza è disponibile al link: https://94.86.40.196/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=TWMT75ESK76VGHCH3YO4EJJ2BI&q=valle+or+del+or+sacco

I 18 SIN DECLASSATI PER DECRETO IL 11 GENNAIO 2013
Abruzzo ("Fiumi Saline Alento"), Campania ("Litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano", "Pianura","Bacino Idrografico del fiume Sarno" ed "Aree del Litorale Vesuviano", Emilia Romagna ("Sassuolo-Scandiano); Lazio ("Bacino del fiume Sacco" e "Frosinone"), Liguria ("Pitelli" a La Spezia); Lombardia ("Milano-Bovisa" e "Cerro al Lambro"), Marche ("Basso Bacino del fiume Chienti"), il Molise ("Guglionesi II"), Piemonte ("Basse di Stura"), Sardegna ("La Maddalena"), Toscana ("Le Strillaie"), Veneto ("Mardimago-Ceregnano") e la Provincia Autonoma di Bolzano ("Bolzano

venerdì 13 giugno 2014

L'Acqua Pubblica compie 3 anni!

Buon Compleanno ai referendum per l'Acqua Pubblica.

Sono passati tre anni dal 13 giugno 2011.
Quel giorno 27 milioni di persone hanno scelto di gestire l'Acqua fuori da logiche di mercato e senza possibilità di far profitto su di essa.

Due anni di impegno civile radicato sui territori, con la prima fase di raccolta di 1milione e 400mila firme per il deposito dei quesiti referendari, e la seconda fase di campagna referendaria passata nel quasi totale silenzio dei media e della politica, .
Ma si sparse la voce e almeno 4 milioni di italiani avevano fatto anche il semplice gesto di mettere un volantino nella buca del proprio condominio.

Tre anni fa, a quest'ora, si erano appena chiusi i seggi e iniziava lo spoglio.
Vinse il Sì, erano 27 milioni di Sì.

Tutto questo avvenne nonostante un Presidente del Consiglio avesse invitato gli italiani ad andare al mare in quel fine settimana e un Ministro dell'Interno invitasse a mezzogiorno del 13 giugno a non andare più a votare perché il quorum era stato raggiunto (sperando nell'abbassamento di quel quorum per la notoria bassa affluenza del voto all'estero) 

Ad oggi è ancora evidente il silenzio dei media e della politica perché di Acqua Pubblica non si deve mai parlare tantomeno del rispetto dei referendum, cioè del rispetto della volontà dei cittadini.
Si nascondono così anche gli ulteriori tentativi di privatizzazione di un servizio essenziale alla vita come l'Acqua, come evidente nell'art. 23 dell'ultimo decreto legge IRPEF (sotto riportato).

Il Governo insiste con la ricetta delle politiche di austerità per ridurre il debito pubblico, favola da raccontare obbligatoriamente tutte le sere agli italiani prima di mandarli a dormire.
A marzo avevamo raggiunto 2.120 miliardi di euro, ad aprile siamo a quota 2.146,4 miliardi.
La ricetta comprende dismissione di patrimonio pubblico, privatizzazioni dei servizi pubblici locali, jobs act, grandi opere inutili, colate di cemento, precarizzazione delle vite.
Il filo continuo degli ultimi tre governi non si smentisce, la macchina asfaltatrice non si ferma, è andata in loop.
Con la scusa che "tutti devono fare sacrifici", vengono ad essere sacrificati tutti i beni comuni in nome del Dio Denaro perché il mercato ha fame, molta fame e anche tanta sete.

La domanda sorge spontanea: jobs act, dismissioni e privatizzazioni sono necessarie per ridurre il debito pubblico oppure il costante aumento del debito pubblico è necessario per far passare jobs act, dismissioni e privatizzazioni?

Intanto la legge per l'Acqua Pubblica votata all'unanimità in Regione Lazio lo scorso marzo è oggetto di impugnativa da parte del Governo con motivazioni lontane dalla realtà.
E in Parlamento è stata depositata la legge per l'Acqua Pubblica grazie al lavoro congiunto tra il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e l'intergruppo parlamentare per l'Acqua Bene Comune della Camera dei Deputati, un testo che riprende la legge di iniziativa popolare depositata nel 2007 sottoscritta da oltre 400mila cittadini.

E' ora di discutere questa legge in Commissione Ambiente.
L'Acqua tornerà ad essere Pubblica se ci sarà, oltre all'azione parlamentare, anche e soprattutto una forte mobilitazione sociale che spinga la politica nella giusta direzione, verso il rispetto della volontà popolare, il rispetto di 27 milioni di Sì.

Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi Vinci!!!

allegato testo art. 23 decreto legge "Irpef"

AZIENDE MUNICIPALIZZATE
ARTICOLO 23.
(Riordino e riduzione della spesa di aziende, istituzioni e società controllate dalle amministrazioni locali).
1. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 3, comma 29, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e dall’articolo 1, comma 569, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, il Commissario straordinario di cui
all’articolo 49-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, entro il 31 luglio 2014 predispone, anche ai fini di una loro valorizzazione industriale, un programma di razionalizzazione delle aziende speciali, delle istituzioni e delle società direttamente o indirettamente controllate dalle amministrazioni locali incluse nell’elenco di cui all’articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, individuando in particolare specifiche misure:
a) per la liquidazione o trasformazione per fusione o incorporazione degli organismi sopra indicati, in funzione delle dimensioni e degli ambiti ottimali per lo svolgimento delle rispettive attività;
b) per l’efficientamento della loro gestione, anche attraverso la comparazione con altri operatori che operano a livello nazionale e internazionale;
c) per la cessione di rami d’azienda o anche di personale ad altre società anche a capitale privato con il trasferimento di funzioni e attività di servizi.
1-bis. Il programma di cui al comma 1 è reso operativo e vincolante per gli enti locali, anche ai fini di una sua traduzione nel patto di stabilità e crescita interno, nel disegno di legge di stabilità per il 2015.

ps: ringrazio Marco Bersani di Attac Italia 100% per i dati e gli spunti di riflessione forniti.

mercoledì 9 aprile 2014

IL NUOVO CHE AVANZA? LE SOLITE PRIVATIZZAZIONI

Comunicato Stampa - Forum Acqua

IL NUOVO CHE AVANZA? LE SOLITE PRIVATIZZAZIONI

27 milioni di italiani hanno già espresso il loro dissenso attraverso i referendum del 2011

La ricetta del governo Renzi non cambia nulla e mette in calendario una nuova stagione di privatizzazioni, con il mirabolante obiettivo di incassare 15 miliardi l’anno nei prossimi tre anni. L’attenzione, oltre che sulle grandi aziende partecipate dallo Stato, sarà ancora una volta puntata sui servizi pubblici locali.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sottolinea come gli esiti referendari siano di fatto disattesi e addirittura contraddetti. 27 milioni di italiane e italiani hanno votato per la gestione pubblica e partecipativa dell'acqua nel 2011, per dire no alla privatizzazione dei servizi pubblici locali e ad oggi nessun Governo ha tradotto in pratica il voto democratico dei cittadini.

E mentre Confindustria annuncia un prossimo progetto di riforma organica dei servizi pubblici locali, i grandi manager finanziari sono pronti a mettersi al lavoro: da Gamberale, amministratore delegato di F2i, che dichiara : “Le privatizzazioni degli asset locali possono rispondere anche alla nuova ondata di interesse da parte degli investitori stranieri in Italia”; al presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Bassanini, che dichiara: “Attraverso il fondo strategico siamo disponibili a sostenere con equity il processo di consolidamento delle utility locali”.

Una convergenza delle elites politico-finanziarie con un unico obiettivo: chiudere i conti con la vittoria referendaria sull’acqua e consegnare i beni comuni e i servizi pubblici locali agli interessi dei gruppi finanziari privati.

Se questo è il nuovo che avanza, non c’è molto da aggiungere.

Ancora una volta, in tutto il Paese e in ogni territorio, il movimento per l’acqua saprà produrre resistenza sociale a questi tentativi fino alla completa affermazione di quanto deciso dalla maggioranza assoluta del popolo italiano: fuori l’acqua dal mercato, fuori i profitti dall’acqua.

Roma, 9 Aprile 2014.
 
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

venerdì 21 marzo 2014

22 marzo dalle 9:30 - Osservatorio Popolare sull'Acqua e i Beni Comuni

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua
22 marzo 2014

La Fondazione Basso promuove l’iniziativa
La Democrazia dell’Acqua e dei Beni Comuni

ore 9.30 – 11.00

Presentazione dell’Osservatorio popolare sull’acqua e i beni comuni

Intervengono
Luigi Ferrajoli, L’acqua bene comune
Federica Rosin, Geografia del servizio idrico in Italia
Marco Bersani, L’Osservatorio popolare sull’acqua e i beni comuni

Coordina
Catia Papa

ore 11.30 – 13.30

Tavola rotonda: Il referendum tradito

Introduce e coordina
Stefano Rodotà

Partecipano
Paolo Carsetti, Federica Daga, Luigi Ferrajoli, Serena Pellegrino


In collaborazione con
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, Arci, A Sud, Ass. Yaku,  
 Attac Italia, Glam-Fcei


Sala conferenze Fondazione Basso
via della Dogana Vecchia 5 - Roma

FORUM ACQUA: Depositata la legge nazionale per l'acqua pubblica e partecipata

Immagine in linea 1

COMUNICATO STAMPA

Depositata la legge nazionale per l'acqua pubblica e partecipata
Una legge in attuazione dei referendum 2011
 
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua è lieto di poter comunicare che ieri, giovedì 20 Marzo, è stato depositato, presso la Camera dei Deputati, il testo aggiornato della legge di iniziativa popolare, presentato nel 2007, "Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico". Tale fatto assume un valore aggiunto e una grande valenza politica poichè avviene, sostanzialmente, in occasione della Giornata Mondiale per l'Acqua (22 Marzo 2014).

Infatti, all'inizio dell'attuale legislatura, ci siamo adoperati affinchè nascesse l'intergruppo parlamentare "Acqua Bene Comune" che si ponesse come obiettivo prioritario la condivisione di quel testo e poterlo ripresentare alla discussione parlamentare.

Il testo della proposta di legge è stato depositato attraverso la sottoscrizione di decine di parlamentari afferenti a diverse forze politiche (Movimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia e Libertà, Partito Democratico) in armonia con lo spirito che ha portato alla costituzione dell'intergruppo Acqua Bene Comune, al quale hanno aderito più di 200 parlamentari.

La presente proposta di legge risponde, quindi, all'urgenza di dotare il nostro paese di un quadro legislativo unitario rispetto al governo delle risorse idriche come bene comune, introducendo modelli di gestione pubblica e partecipata del servizio idrico,procedendo da subito alla ripubblicizzazione dello stesso.

Tale testo, dunque, scaturisce dalla necessità di un cambiamento normativo nazionale e risulta essere la reale e concreta attuazione dell'esito referendario, che segni una svolta radicale rispetto alle politiche, che hanno fatto dell'acqua una merce e del mercato il punto di riferimento per la sua gestione.

Chiediamo quindi che il Parlamento avvii da subito la discussione di questa legge proprio nel rispetto della volontà popolare chiaramente espressa dalla maggioranza assoluta del popolo italiano con i referendum del 2011, perchè ancora una volta si scrive acqua ma si legge democrazia.

Roma, 21 Marzo 2014.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua


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Ufficio Stampa Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
e-mail: ufficiostampa@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org - www.obbedienzacivile.it

lunedì 10 febbraio 2014

Il Governo non vuole l'Acqua Pubblica! Il PD non rispetta la volontà popolare!

Bocciato alla Camera l'emendamento 13.94 ‪#‎m5s‬ che toglie l'acqua dal mercato! ‪#‎AcquaPubblica‬

Nell'articolo 13 del Destinazione Italia che tratta di stanziamenti per Expo 2015, è stato inserito un comma che nulla ha a che fare con il titolo dell'articolo e che va a modificare il nome dell'AEEG aggiungendo ufficialmente il Servizio Idrico tra le sue competenze per le funzioni di regolazione e controllo.
Questo atto va ad avallare quanto definito nel Salva Italia del dicembre 2011, quando il Governo Monti attribuiva la ridefinizione del metodo tariffario transitorio all'AEEG, un'authority garante del MERCATO, andando già allora contro la volontà popolare che, con il voto di 27 milioni di italiani ai referendum 2011, ha sancito che l'acqua debba stare fuori dal mercato e che non si possa fare profitto su di essa.

Assegnare le funzioni di regolazione e controllo del servizio idrico all'AEEG, significa materialmente mettere l'Acqua sul mercato, trattandosi di un'autorità di regolamentazione del mercato appunto.
L'AEEG ha fallito il suo mandato avendo creato una tariffa transitoria (e retroattiva) con il profitto nascosto sotto mentite spoglie: da “remunerazione del capitale investito” sono arrivati a chiamarlo "oneri finanziari", remunerazione cioè profitto abrogato con il referendum!
Hanno quindi fatto rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta!

Ricordo che il Consiglio di Stato, su una richiesta fatta dell'AEEG, ha dichiarato che la remunerazione del capitale investito DEVE essere restituita ai cittadini, proprio perché il risultato del referendum è stato chiaro: fuori i profitti dall'acqua!

Nei prossimi giorni ci sarà la seconda udienza per il ricorso al TAR della Lombardia promosso dal Forum dei movimenti per l'Acqua e da Federconsumatori sulla questione tariffa.
Un nodo già risolto dal referendum, non rispettato dal garante del mercato e quindi impugnato dai cittadini.
Diteci voi se chi vince un referendum deve arrivare ai tribunali per vedere rispettata la volontà popolare!

Come è rimasto tale il nome dell'AEEG per ben due anni dall'assegnazione del Salva Italia, può restarlo per altro tempo ancora, magari in attesa del pronunciamento del TAR.

Questa del Governo è una forzatura che va in continuità con il precedente governo, quello dell'austerità, che continua a non rispettare la volontà popolare, tradisce i referendum per l'Acqua Pubblica e non rispetta le istanze dei movimenti che hanno portato 27milioni di cittadini al voto.

Il nostro emendamento toglie dalla competenza dell'AEEG la regolazione e il controllo del servizio idrico e mette l'Acqua nelle mani del ministero dell'ambiente, nel rispetto di quanto elaborato dai comitati per l'Acqua Pubblica e nel rispetto della volontà popolare.

venerdì 24 gennaio 2014

Salva-Roma: la Lanzillotta ci prova di nuovo!!!

E' notizia di oggi che la Sig.ra Lanzillotta ha ripresentato al Senato il suo emendamento per la privatizzazione dei servizi pubblici locali e degli altri servizi di Roma Capitale, come già aveva fatto nel decreto cosiddetto Salva-Roma del dicembre scorso.
Quel decreto che, alla fine, era stato ritirato da Napolitano a fine 2013 grazie alla mobilitazione di un'intera città contro privatizzazioni selvagge, licenziamenti di massa, vendite inutili di patrimonio pubblico e grazie al nostro intervento nelle sedi istituzionali.

E riecco tutto nel decreto Mille-Proroghe.

C'è stato un referendum nel 2011 dove 27 milioni di italiani hanno dato una chiara indicazione ai governi futuri: FUORI L'ACQUA DAL MERCATO, FUORI I PROFITTI DALL'ACQUA.
Il referendum riguardava tutti i servizi pubblici locali. Quella vittoria ne ha impedito l'imminente privatizzazione forzata alla quale aspirano tutti i promotori di un Paese Liberista (un deputato ha definito così l'Italia in Aula, peccato che non l'ho trovato scritto da nessuna parte nella Costituzione!)

E il Sindaco Marino dichiara: "l'Acqua deve rimanere pubblica":
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2014/01/23/Salva-Roma-Marino-acqua-resti-pubblica_9950984.html

Forse non è chiaro al Sindaco di Roma che i cittadini non hanno più voglia di essere presi in giro.

Il servizio idrico ATTUALMENTE e per legge è soggetto a logiche di mercato e nelle bollette è ancora presente il PROFITTO cancellato dal referendum n.2.
Perché dico questo?
1. grazie al decreto Salva Italia di Berlusconi, nel 2011 viene affidato all'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas il compito di definire un nuovo metodo tariffario (transitorio e retroattivo!)
2. grazie al decreto Destinazione Italia, ora in esame alla Camera, si modifica la legge sulle autorità garanti del mercato aggiungendo le parole "e servizio idrico" dopo energia elettrica e gas, assegnando così definitivamente la regolazione e il controllo dell'Acqua all'AEEG
3. l'AEEG ha trasformato la quota di remunerazione del capitale investito in oneri finanziari, lasciando così il profitto in bolletta!

Le authority regolano il mercato di un bene o di un servizio! Il profitto ha cambiato nome!
VI SEMBRA RISPETTOSO DELLA VOLONTA' POPOLARE???

Simpatico l'appello dei suoi colleghi del PD (che nel 2012 il movimento per l'acqua ha dovuto convincere ad agire per evitare di vendere un ulteriore 21% delle quote azionarie di Acea Spa in mano al Comune di Roma):
http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/economia/dettaglio/nRC_23012014_1458_364980286.html

Non mi basta che Acea Spa resti per il 51% di Roma Capitale, questa è già la situazione attuale!
Ho la strana sensazione che, per il PD, difendere il risultato referendario significhi:
- mantenere la situazione attuale, quindi tenersi Società per Azioni che gestiscono l'Acqua il cui scopo sociale è di creare utili per gli azionisti e non dare un servizio alla cittadinanza,
- insistere a sostenere che Acea Spa sia un'azienda pubblica quando il Comune di Roma conta come il due di picche nel Consiglio di Amministrazione,
- non fare nulla per ripubblicizzare il servizio idrico per oltre due anni dal referendum e per oltre 5 anni dal deposito della proposta di legge popolare depositata nel 2007 e lasciata nei cassetti a prendere polvere!

Ripubblicizzare significa: usare la forma dell'azienda speciale di diritto pubblico e far partecipare i cittadini e i lavoratori alle decisioni dell'azienda. Creare un sistema diverso da quello attuale fallimentare.

Questi signori stanno VENDENDO le nostre vite!
Quale obiettivo migliore se non mettere le grinfie sul bene comune Acqua per avere un profitto assicurato?
Finanziarizzano tutto pur di ricavare profitto!
Strozzano gli Enti Locali deliberatamente con il patto di stabilità interno, così da impedire loro di effettuare i giusti investimenti sui servizi al cittadino! Lo potremmo chiamare "patto di destabilizzazione sociale"! (cit.)
Privatizzano Cassa Depositi e Prestiti nel 2003 per far entrare le Banche private nel credito degli Enti Locali! Che vuol dire? Che le Banche non avevano mai prestato soldi agli Enti Locali perché non potevano, che gli Enti Locali hanno utilizzato unicamente il risparmio postale dei cittadini per promuovere investimenti territoriali a favore degli stessi cittadini dal 1860 al 2003 a un tasso di interesse veramente basso!

Le politiche di AUSTERITY hanno fallito e non sono piaciute agli elettori che hanno premiato Monti con il 9% dei voti alle scorse politiche.

Chissà se è chiaro che non ci interessa più l'attuale sistema economico e che intendiamo crearne uno completamente diverso incentrato sui diritti dei cittadini ai beni comuni?

giovedì 23 gennaio 2014

Destinazione Italia: mantiene i profitti e mette l'acqua sul mercato!

 
Ricordate il decreto Salva Italia di Berlusconi? Quello del 2011?

Ecco, è arrivato il decreto Destinazione Italia, di Letta, fratello gemello del Salva Italia, che porterà il Paese contro un iceberg come quello che ha visto affondare il Titanic: i politici sono l'orchestra che, fino alla FINE, suoneranno il requiem.

La cosa che mi è saltata all'occhio è la presenza di un comma nel quale si mette definitivamente l'acqua nel mercato, andando completamente contro al referendum 2011!

Nel decreto Salva Italia, veniva affidato all'AEEG il compito di definire un metodo tariffario transitorio per le bollette dell'acqua, andando da subito contro al referendum 2011.

L'AEEG dopo quasi due anni dall'assegnazione del compitino, sbaglia i conti e non passa l'esame!

Cos'ha fatto l'AEEG? Ha fatto rientrare dalla finestra ciò che era stato fatto uscire dalla porta e cioè: ha trasformato la "quota di remunerazione del capitale investito" presente in bolletta e abrogato con il referendum n. 2 nella voce "oneri finanziari".

Ha così creato la “tariffa truffa”, in sostanza continuiamo ad avere il profitto in bolletta!

E cosa fa il Governo con il decreto Destinazione Italia?
Mette definitivamente in mano all'AEEG regolazione e controllo
dell'Acqua, facendo entrare definitivamente un bene comune nelle logiche del mercato.

Sulla tariffa definita dall'AEEG, è stato fatto un ricorso al Tar della Lombardia dal promotore dei referendum Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e da Federconsumatori, più altri 35 soggetti, la cui prima udienza è fissata per il 23 gennaio 2014.

E' grave che in questo decreto si sia voluto legiferare sul nodo ancora irrisolto relativo alla tariffazione del servizio idrico integrato, come se fosse argomento su cui legiferare in modo così superficiale, senza prestarvi l'attenzione che meriterebbe e, soprattutto, senza tenere conto del voto espresso da 27 milioni di cittadini il 12 e 13 giugno 2011 che ha scelto per la ripubblicizzazione del servizio idrico e ha sancito che l'acqua e i servizi pubblici locali sono beni comuni che devono stare fuori dal mercato e su cui nessuno deve fare profitti.

Note tecniche

All'interno dell'art.13, che tratta i lavori per l'Expo 2015, è stato inserito un comma dove si parla del servizio idrico e delle autorità di controllo dei mercati.

Il comma 13 va a modificare la legge 481/1995 che tratta le competenze delle autorità di regolazione e controllo dei mercati e aggiunge il servizio idrico alle competenze dell'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas.

La legge 481/1995 regolamenta le funzioni delle Authority (autorità) e dice che le Authority hanno: "la finalità di garantire la promozione della concorrenza e dell'efficienza (...) nonché adeguati livelli di qualità nei servizi (...) assicurandone la fruibilità e la diffusione in modo omogeneo sull'intero territorio nazionale, definendo un sistema tariffario certo, trasparente e basato su criteri predefiniti, promuovendo la tutela di utenti e consumatori."

Cioè: l'autorità regola il mercato di un dato bene o servizio.

Viene quindi affidato il servizio idrico integrato alle logiche di mercato.