venerdì 28 febbraio 2014

Il PD fa le scarpe al sindaco sulla pelle dei cittadini romani


Il Decreto Salvaroma rappresentava l'ennesimo salvataggio della Capitale dalla Malapolitica.
Dopo i 12 miliardi di euro di buco lasciati da Veltroni nel 2008 "coperti" con l'istituzione della gestione commissariale, si voleva trovare rimedio al buco lasciato dal precedente sindaco Alemanno che alla fine del 2013 era di oltre 800 milioni di euro.
Se davvero questo decreto era così importante, ci chiediamo come mai la maggioranza, onerata di farlo convertire in legge entro i 60 giorni dalla sua emanazione, lo abbia lasciato in Senato per oltre 50 giorni, portandolo all'esame della Camera solo 3 giorni prima della scadenza, rendendo così impossibile un tempestivo dibattito.
Inoltre si trattava dell'ennesimo decreto contenente norme eterogenee di ogni sorta, ivi incluso l'ex-emendamento Lanzillotta, poi divenuto emendamento Santini, contenente norme di privatizazione e liberalizzazione dei servizi pubblici, in palese spregio dell'esito referendario 2011. Gli emendamenti presentati dai nostri parlamentari si ponevano giustappunto in contrasto con questa norma scellerata, salvaguardando i beni pubblici e l'interesse dei cittadini.
Ci chiediamo quindi perché, vista la fondamentale importanza del provvedimento, la maggioranza non abbia utilizzato i "soliti" sistemi della Fiducia e della Ghigliottina per abbreviare il dibattito e farlo approvare: a pensar male (che si fa peccato ma spesso ci si azzecca) ci viene il dubbio che sia lo stesso PD a non avere alcuna intenzione di sostenere il Sindaco Marino. E di questo abbiamo avuto evidenza in questi mesi con comportamenti "ostruzionistici" da parte della stessa maggioranza nell'Aula Giulio Cesare, quali la continua mancanza del numero legale, le innumerevoli sedute (nove) impiegate per far passare la delibera sull'anagrafe dei rifiuti, la proroga della delibera 70 in accoglimento dell'emendamento del consigliere Cantiani del PDL.
Pertanto, respingiamo fermamente qualsiasi tentativo di addebito del fallimento della città di Roma, di cui le maggioranze (attuali e passate) debbono prendersi ogni responsabilità e ammettere la loro totale incapacità. Evidentemente il PD vuole fare le scarpe al sindaco Marino giocando sulla pelle dei cittadini romani.
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/roma2013/2014/02/il-decreto-salvaroma-rappresenta-lennesimo-salvataggio-della-capitale-dalla-malapolitica.html

venerdì 21 febbraio 2014

Questa sera alle 21:30 si parla di DISSESTO IDROGEOLOGICO!!!!


Questa sera alle 21:30 si parla di DISSESTO IDROGEOLOGICO!!!!

Il Prof. Billi (geomorfologia, Univ. Ferrara) parlerà di ALLUVIONI.
Il Prof Casagli (geologia applicata, Univ. Firenze) parlerà di FRANE.
Samuele Segoni parlerà delle proposte del M5S in Parlamento ed in Commissione Ambiente riguardo al problema del dissesto idrogeologico.
Alcuni ricercatori vi metteranno a disposizione un sistema geoinformatico all'avanguardia per farvi scoprire se il terreno sotto casa vostra si muove!!!

Partecipate numerosi!!!
Venerdì 21.30 a Pontassieve (FI)
oppure in diretta streaming su http://www.youtube.com/M5Sparlamento



giovedì 20 febbraio 2014

Arriva in Europa la prima legge popolare sull'Acqua come Diritto Umano







#AcquaBeneComune Arriva in Europa la prima ICE (legge popolare) "sull'acqua come diritto umano" e contro liberalizzazione servizi idrici. #l'altraUEc'ègià!

Foto di una "giornata storica": la prima ICE nella storia europea a giungere sul tavolo della Commissione è quella "sull'acqua come diritto umano" e contro la liberalizzazione dei servizi idrici, con quasi 2 milioni di firme raccolte in 27 stati membri. Un' ICE che racchiude il senso dell'altra Europa che vogliamo, ossia l'Europa del primato dei diritti di tutti sui profitti di pochi

All'incontro di tre ore a porte chiuse con la Commissione Europea (alla presenza di 11 direttori generali) è seguita un' audizione pubblica al Parlamento Europeo durata fino a sera: 400 persone fra parlamentari, attivisti dei beni comuni e funzionari della Commissione e del Parlamento

#l'altraUEc'ègià!


http://transform-network.net/fr/revue/numero-132013/news/detail/Journal/the-european-citizens-initiative-on-water-and-austeritarian-post-democracy.html

Di seguito tutto l'articolo, in francese: http://www.espaces-marx.net/IMG/pdf/t_n13_fattori.pdf





mercoledì 19 febbraio 2014

Finanziamento pubblico ai partiti.

Io sono d'accordo al finanziamento pubblico ai partiti, perché questi possano essere indipendenti da pressioni esterne, e sono d'accordo al rimborso elettorale quando i soggetti che lo ricevono lavorano a favore degli interessi dei cittadini.

I partiti ormai hanno dimostrato ampiamente di non aver fatto gli interessi dei cittadini ma i propri interessi e quelli delle lobby, a partire dal NON rispetto della volontà popolare del referendum del 1993 e successivamente di quello del 2011 quando è stata scelta una gestione pubblica e partecipativa e senza profitto dell'acqua.

27milioni di persone sono rimaste completamente inascoltate a oltre due anni da una vittoria straordinaria.

In entrambe i casi, quanto uscito dalla porta è stato fatto rientrare dalla finestra.

La democrazia rappresentativa ha fallito, non c'è più.

Finanziamento pubblico e profitto per i privati, ricadono sulle spalle dei cittadini. Cittadini strozzati come lo sono i Comuni, dalle politiche fallimentari di austerity, che potrebbero beneficiare dei fondi destinati ai rimborsi elettorali.

Il parlamento avrà nuovamente legittimità democratica, solo quando rispetterà la volontà popolare.

sabato 15 febbraio 2014

Quando le Istituzioni non rispondono alle esigenze dei cittadini

Quando le Istituzioni non rispondono alle esigenze dei cittadini
Nella mattina del 13 febbraio, a 17 cittadini sono stati notificati 7 arresti domiciliari e 10 obblighi di firma per gli eventi creatisi durante la manifestazione dello scorso 31 ottobre.
La manifestazione fu indetta in occasione della conferenza Stato Regioni sul tema dell'abitare, conferenza alla quale i diretti interessati, cioè i cittadini, non possono partecipare.
Il Paese Italia e tutti coloro che qui vivono stanno subendo devastazioni e rapine, si tratta delle privatizzazioni dei servizi pubblici locali, della mercificazione dei beni comuni, della speculazione sul patrimonio pubblico, degli scempi sui territori per le cementificazioni, della finanziarizzazione della società, dell'assenza di democrazia.
Le accuse arrivano a tre mesi dalla manifestazione cittadina con una gravità ed un tempismo tale da lasciar pensare all'ennesimo tentativo di criminalizzazione del dissenso, così come avviene in Val Susa dove attivisti NO TAV sono stati condannati a risarcire più di 200mila euro per essere entrati nel proprio terreno. E' noto che, a causa delle politiche di Austerity imposte da mamma Europa, diverse realtà sociali che si trovano in emergenza si stanno confrontando ed organizzando per opporsi a chi va contro alle esigenze della cittadinanza.
Da rappresentante delle Istituzioni, mi sento di dire che lo Stato non sta agendo per il bene del Paese, non sta agendo per risolvere le emergenze, ormai normalità, e non si fa carico delle necessità delle persone che vivono il nostro Paese martoriato. Quando lo Stato è mancante nelle sue responsabilità, al cittadino non resta che tentare di farsi sentire per far valere i propri diritti calpestati dalle imposizioni delle lobby.
Convinti delle necessarie modalità pacifiche da adottare in ogni situazione, che da sempre ci contraddistinguono, segnaliamo vicinanza alle persone e alle realtà colpite.
Federica Daga, Eleonora Bechis, Roberta Lombardi, Marco Baldassarre, Giulia Grillo, Alessio Villarosa
Deputati Movimento 5 Stelle

mercoledì 12 febbraio 2014

Alluvioni: ecco le 6 proposte #M5S contro il dissesto idrogeologico

Alluvioni: ecco le 6 proposte #M5S contro il dissesto idrogeologico

http://www.youtube.com/watch?v=72HcODAwi8g


È accaduto nel 2010. È accaduto nuovamente nel 2013. E' toccato alla Liguria, all'Emilia, al Lazio, alla Calabria, alla Sardegna. Il 2014 è appena iniziato ma già gran parte del Veneto è finita sott'acqua, ed è solo l'ultima delle Regioni colpite: l'Italia intera sta franando.
Il Veneto, una delle regioni più industrializzate del paese sta vivendo ormai da diversi anni in uno stato di emergenza perenne. Non si contano i canali esondati, in molti paesi il livello dell'acqua ha raggiunto gli scantinati e il piano terra delle abitazioni. Disagi che si sommeranno, a breve, ai danni all'agricoltura. Se saranno limitati, sarà solo per il periodo dell'anno: in molti casi non sono ancora iniziate le semine, ma per alcuni tipi di raccolti la stagione potrebbe già essere compromessa.
All'attività parlamentare dei deputati e dei senatori del MoVimento 5 Stelle, che da tempo si battono per prevenire il rischio idrogeologico e che recentemente hanno denunciato il "condono preventivo" nascosto nel decreto Imu/Banca d'Italia, si aggiunge anche il coordinamento tra i portavoce in Parlamento e i gruppi territoriali, che continuano a denunciare il consumo del territorio.

Come risultato del lavoro comune, in Parlamento abbiamo presentato ottime leggi e mozioni sul consumo del suolo, con limiti veramente stringenti, ma la maggioranza le ha bloccate. Sono ben 6: se si approvassero tutte, il Paese verrebbe messo in sicurezza, e con un'ottima ricaduta sui posti di lavoro.
Eccole, ve le riproponiamo.
  • Proposta di legge su "Disposizioni per il contenimento del consumo del suolo e la tutela del paesaggio" (già in discussione in Commissione Ambiente). Perché la base di tutto è una gestione corretta e rispettosa del territorio.
  • Mozione sul rischio idrogeologico e sismico (APPROVATA, ma il Governo non ha ancora recepito).
  • Proposta di legge sullo svincolo del patto di stabilità per le spese degli enti territoriali relative a ripristino, previsione e prevenzione del rischio idrogeologico e sismico (Spesso gli enti territoriali hanno in cassa fondi per intervenire adeguatamente e mettere in sicurezza il territorio per far fronte a vecchie e future emergenze ambientali. La prevenzione e la messa in sicurezza del territorio sono fondamentali per limitare l'impatto delle calamità naturali).
  • Proposta di legge "geobonus" (agevolazioni fiscali per chi investe in sicurezza del territorio e difesa del suolo).
  • Risoluzione per la divulgazione tramite "Pubblicità Progresso" delle principali norme di comportamento da tenersi prima, durante e dopo un terremoto, che possono aiutare a mitigare le conseguenze dei terremoti sulla popolazione.
  • Proposta di legge per "Limiti all'impiego di sostanze diserbanti chimiche" (Proposta per lo stop all'uso di questi prodotti lungo le strade, carrarecce, etc, visto che questa pratica porta al deterioramento del tappeto erboso naturale e conseguentemente ad erosione, dilavamento e franamento del terreno sulle sedi stradali) 



http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/2014/02/alluvione-veneto-ecco-le-6-proposte-m5s-contro-i-disastri-naturali.html

martedì 11 febbraio 2014

Liberalizzazioni: dalla A al TTIP

Cos'è il Trattato Transatlantico e quali conseguenze avrà per le nostre vite?
Leggiamo insieme l'articolo tratto da
http://comune-info.net/2014/02/europausa-liberalizzazioni-corso-dalla-al-ttip/

Di Monica Di Sisto, 3 febbraio 2014.

Venerdì 14 febbraio a Roma presso Scup (via Nola 5 a Roma), si terrà l’Assemblea Costitutiva della campagna contro il Trattato di liberalizzazione degli scambi e degli investimenti tra Europa e Stati uniti (TTIP). E dal 10 al 14 marzo i negoziatori delle sue sponde dell’Oceano Atlantico si incontreranno per spingere sulla svendita nei nostri diritti. Capiamo insieme perché dobbiamo fermarli.

Bruxelles, una sala molto affollata, 123 lobbisti delle imprese e solo 40 rappresentanti di Ong tra cui 8 sindacati e chi vi scrive. Di fronte a noi, la Commissione europea schierata in forze, con rappresentanti di quasi tutte le direzioni generali, coordinati dal capo negoziatore europeo Damien Levie. Il loro obiettivo? Convincere tutti i presenti che il Trattato di liberalizzazione degli scambi e degli investimenti tra Europa e Stati Uniti (TTIP), è la più grande occasione per riattivare l’economia accelerando gli scambi tra Stati Uniti ed Europa. Hanno fornito informazioni molto rapide, e molto molto superficiali: nessun dettaglio sul testo, nessun documento scritto: tutto detto di gran corsa e quindi difficile da seguire anche per i veri secchioni della materia. Alla faccia della trasparenza.

Ad un lobbista del settore dei farmaci generici, che esprimeva le preoccupazioni del suo settore rispetto all’impatto che potrebbe avere una modifica delle regole vigenti in Europa sul loro business, la negoziatrice competente ha risposto che “La Commissione tiene nella massima considerazione gli interessi del settore business europeo e siamo aperti a ricevere nel dettaglio le vostre richieste”. In sala alcuni hanno vociato e Levie ha precisato che “la Commissione tiene nella massima considerazione le osservazioni di tutti i portatori di interesse”. Di seguito un piccolo abbecedario su quello che ci hanno raccontato rispetto ai principali capitoli del negoziato.

A come agricoltura: il trattato vuole abbattere non tanto dazi e dogane negli scambi tra prodotti agricoli europei e statunitensi. Per gli Stati Uniti è prioritario far dare all’Europa il via libera a Ogm e alzare la tolleranza sui residui e sulla qualità della chimica nelle materie prime. L’Europa, invece, ha come principale obiettivo quello di costringere gli Usa a tagliare i sussidi interni ai propri produttori, per far si che esportino a prezzi meno stracciati. Obama non ne vuol sapere, infatti la disciplina agricola nazionale (Farm bill) in via di riforma, che avrebbe dovuto tenere conto dei numerosi richiami dell’Organizzazione mondiale del commercio, ma al momento sembra eludere ancora il problema.

B come beni: ancora non è stata compilata una lista di beni e servizi sui quali rispetto ai quali abbattere dazi e dogane. Di guerre commerciali, tuttavia, ce ne siamo fatte tante e quello dovrebbe essere il risultato del negoziato: la lista dei prodotti di cui accelerare gli scambi

C come cibo: Nel mirino degli Stati Uniti, ma anche di tante corporation Ue, c sono gli standard dei prodotti alimentari, presentati non come una difesa del diritto alla salute per tutti noi, ma come un’indebito ostacolo al commercio. Qualità, residui chimici, impatto sulla salute, sicurezza. Un reticolo di regole che impedisce, al momento, agli Stati Uniti di riversarci in casa tonnellate di farine e alimenti avvelenati e malsani, e costringe anche le nostre imprese ad essere più scrupolose di quanto vorrebbero.

D come democrazia: Per darsi una patina di democrazia, e per recuperare al fatto che gli USA l’hanno nominato da subito e le società civile europea gliene ha chiesto conto, la Commissione, in piena autonomia, ha nominato un gruppo di consultazione tra imprese, associazioni e sindacati cui chiedere pareri sui negoziati e da cui riceverne. Il gruppo, con grande prevalenza del business sul sindacato, avrà due livelli di accesso alle informazioni – il primo aperto: avranno discussioni approfondite sui vari argomenti, che potranno condividere con tutti, la Commissione lavorerà anche per pubblicare documenti chiave su questioni orizzontali e / o verticali. La seconda sarà riservata: avranno accesso al progetto di testo negoziale dell’Unione europea – un accesso in stile “sala lettura”. Non saranno in grado di avere copie, portarne via o pubblicare il testo. Democrazia e trasparenza cancellate in un sol colpo

I come Investimenti: si prevede che servizi finanziari e investimenti saranno un grosso capitolo del negoziato, i cui punti più caldi saranno l’Isds (Investor-state dispute settlement, cioè un tribunale sovra- nazionale cui le imprese potranno appellarsi per proteggere i propri investimenti), e la liberalizzazione degli appalti pubblici, sia a livello statale sia federale/regionale. Il lobbista della ESF – il principale gruppo di spinta delle imprese europee dei servizi – a chiare note ha chiarito alla Commissione che “se non c’è ISDS, nessuna misura di protezione degli investimenti potrà dirsi davvero efficace”.

E come Energia: l’Europa vuole mettere le mani sulle fonti energetiche statunitensi, soprattutto quelle da fracking. L’interesse europeo dunque si concentra sui prezzi e sull’accesso alle reti di trasporto dell’energia: su come, cioè, spingere gli Usa a mollare le mani da tubi e rubinetti, e ad abbattere le restrizioni nell’accesso nel mercato statunitense da parte delle compagnie energetiche europee. Da parte Usa c’è resistenza e lavoro sull’armonizzazione delle regole per l’accesso alla distribuzione in Europa. Interessi contrapposti e poco armonizzabili

L come lavoro: Tom Jenkins del coordinamento internazionale sindacale ITUC, ha posto due problemi interessanti. Uno sulla Corte europea di giustizia, cioè se l’ISDS sarà prevalente anche rispetto ad essa e la risposta è che se ne sta discutendo, e che in generale si sta discutendo di quale livello di prevalenza giuridica attribuirgli. Rispetto al lavoro, Jenkins ha ricordato che gli Stati Uniti non hanno nemmeno firmato tutte le convenzioni ILO, e che dunque potrebbero voler annacquare il già pericoloso capitolo sul monitoraggio dell’impatto delle liberalizzazioni sullo Sviluppo sostenibile, (un indistinto agglomerato di lavoro-ambiente-sociale), presente nei più recenti trattati bilaterali proposti dall’Europa. La Commissione ha ammesso che gli Usa sono spaventati dall’inserimento nel trattato di questo capitolo, che provano a proporre un trade off lavoro/ambiente (dove l’Europa è più restrittiva) e che l’Europa prova a proporre un “approccio bilanciato”, ma che dovrà “mostrare flessibilità”.

P come proprietà intellettuale: Una stretta sulla tutela dei brevetti, e sul loro mutuo riconoscimento tra le due sponde dell’Oceano, è uno degli obiettivi più condivisi del trattato. Dai semi, ai farmaci generici, alla ricerca scientifica, molte flessibilità attuali sono sotto attacco, anche quando producono avanzamento culturale e tutela della vita umana, come nel caso dei farmaci.

T come Tessile e abbigliamento: si sta cercando di lavorare sulla coerenza delle normative. Si è ragionato di materie prime, di approvvigionamento e dazi; poi c’è stata una revisione della normativa ad oggi alla luce degli altri trattati di liberalizzazione (FTAs). Naturalmente si è guardato anche dentro al baratro dei sussidi. Ci si muove su alcuni temi in particolare: le regole di etichettatura, la protezione dei consumatori, la presenza dei residui chimici, la regolazione tecnica, e gli standard più in generale. La parola chiave è: abbatterli, con buona pace dei nostri diritti. Una triste costante in tutti i capitoli che abbiamo approfondito.

lunedì 10 febbraio 2014

Il Destinazione Italia foraggia gli inquinatori!

Bocciato l'emendamento 4.411 a favore del "chi inquina paga"

Ricordate il decreto del Fare quando il Ministero dello Sviluppo Economico andava ad inserire il concetto che le bonifiche potevano essere fatte solo se "economicamente sostenibili" per le aziende?
La pressione interna e quella esterna dei comitati ambientalisti ha smosso le acque e ci ha dato la possibilità di riportare la situazione bonifiche falde ad un livello accettabile.
In questo momento le nostre e vostre caselle di posta istituzionali sono invase da centinaia di messaggi che chiedono di non approvare il provvedimento per come è stato concepito l'articolo 4.

Ci risiamo, il Governo torna alla carica per sollevare gli inquinatori dagli oneri delle bonifiche nei Siti di Interesse Nazionale, arrivando a finanziare gli autori dell'inquinamento!

I proprietari delle aree, compresi i responsabili dell'inquinamento se il disastro è stato compiuto prima del 30 aprile 2007 (praticamente tutti i siti nazionali di bonifica), potranno usufruire di un accordo di programma co-finanziato dallo Stato se propongono qualche percorso di re-industrializzazione e di sviluppo economico.

Il testo dice che nella stipula degli acccordi di programma si possono attuare progetti di messa in sicurezza O bonifica, e di riconversione industriale e sviluppo economico nei SINche prevedano anchee) i contributi pubblici e le altre misure di sostegno economico finanziario disponibili e attribuiti;
Da notare la “o” inserita tra “messa in sicurezza” e “bonifica”, con la conseguenza che gli accordi potranno anche limitarsi alla sola messa in sicurezza dei siti e non già alla vera bonifica. Non si fissa neanche un limite di importo all'eventuale sostegno pubblico, né una percentuale massima sul valore complessivo dell'accordo di programma che potrebbe essere presa in carico dallo Stato.
Da quanto evidenziato, ne consegue che il proprietario dell'area inquinata potrebbe vedersi pagare dallo Stato non solo integralmente gli oneri delle bonifiche ma addirittura gli investimenti per i nuovi impianti. Attenzione ai nuovi impianti realizzati nei siti inquinati che saranno dichiarati automaticamente “di pubblica utilità” che a noi sanno tanto di inceneritori (utilizzati per chiudere il cerchio di un ciclo di rifiuti che noi riteniamo inutile e dannoso).

La parte residua a carico del privato godrà anche del credito d'imposta!
Chi ha causato gravi danni all'ambiente non dovrà neanche più temere i risarcimenti miliardari a cui i tribunali avrebbero potuto condannarli. Questo perché, per dovere di cronaca, esistono decine di processi in corso in Italia per reati ambientali e contro la salute dei cittadini.

Non vi è neanche un obiettivo di sostenibilità ambientale per le nuove attività necessarie per risollevare economicamente i siti inquinati, al contrario di quanto avviene in Francia e in Germania dove questi siti sono rinati divenendo ecomusei e aree turistiche.

Il tocco finale è nel comma 6 in cui si prevede addirittura un vero e proprio condono tombale, co-finanziato dagli italiani, per gli inquinatori / poiché l'attuazione dell'accordo di programmaesclude per tali soggetti ogni altro obbligo di bonifica e riparazione ambientale e fa venir meno l'onere reale per tutti i fatti antecedenti all'accordo medesimo..

E' di poche ore fa una nuova inchiesta sui responsabili della Solvay nel sito di Bussi, partita da una denuncia di un libero cittadino! Con questo decreto stiamo andando a trattare un accordo di programma con questi soggetti oltre alla Montedison che sono sotto processo in corte d'assise per i fatti pre 2001, il tutto per l'inquinamento provocato prima del 2007.
La messa in sicurezza è l'operazione da svolgere quando siamo in situazione “di emergenza”, mentre questo articolo la prevede come alternativa alla bonifica.
E in questo sito, Bussi, negli anni si è sentito parlare di riconversione industriale verso una mega cava di 400 ettari con un cementificio, soluzione del tutto insostenibile in un'area già martoriata.

Se passa questo articolo, così com'è, i cittadini, i comitati e le associazioni, sono già pronte a denunciare il tutto all'unione europea.

Con il nostro emendamento puntiamo in primis ad effettuare la bonifica e la messa in sicurezza dei siti e successivamente pensare ad una riconversione industriale e allo sviluppo economico degli stessi; puntiamo alla partecipazione cittadina nella definizione degli accordi di programma; puntiamo al rispetto della direttiva europea che sostiene “chi inquina paga”; puntiamo a non far costruire inceneritori o impianti insostenibili per le aree martoriate; puntiamo a rispettare la volontà popolare; nessuno sconto a chi ha causato danni ambientali e conseguentemente causato danni alla salute dei cittadini.

Il Governo non vuole l'Acqua Pubblica! Il PD non rispetta la volontà popolare!

Bocciato alla Camera l'emendamento 13.94 ‪#‎m5s‬ che toglie l'acqua dal mercato! ‪#‎AcquaPubblica‬

Nell'articolo 13 del Destinazione Italia che tratta di stanziamenti per Expo 2015, è stato inserito un comma che nulla ha a che fare con il titolo dell'articolo e che va a modificare il nome dell'AEEG aggiungendo ufficialmente il Servizio Idrico tra le sue competenze per le funzioni di regolazione e controllo.
Questo atto va ad avallare quanto definito nel Salva Italia del dicembre 2011, quando il Governo Monti attribuiva la ridefinizione del metodo tariffario transitorio all'AEEG, un'authority garante del MERCATO, andando già allora contro la volontà popolare che, con il voto di 27 milioni di italiani ai referendum 2011, ha sancito che l'acqua debba stare fuori dal mercato e che non si possa fare profitto su di essa.

Assegnare le funzioni di regolazione e controllo del servizio idrico all'AEEG, significa materialmente mettere l'Acqua sul mercato, trattandosi di un'autorità di regolamentazione del mercato appunto.
L'AEEG ha fallito il suo mandato avendo creato una tariffa transitoria (e retroattiva) con il profitto nascosto sotto mentite spoglie: da “remunerazione del capitale investito” sono arrivati a chiamarlo "oneri finanziari", remunerazione cioè profitto abrogato con il referendum!
Hanno quindi fatto rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta!

Ricordo che il Consiglio di Stato, su una richiesta fatta dell'AEEG, ha dichiarato che la remunerazione del capitale investito DEVE essere restituita ai cittadini, proprio perché il risultato del referendum è stato chiaro: fuori i profitti dall'acqua!

Nei prossimi giorni ci sarà la seconda udienza per il ricorso al TAR della Lombardia promosso dal Forum dei movimenti per l'Acqua e da Federconsumatori sulla questione tariffa.
Un nodo già risolto dal referendum, non rispettato dal garante del mercato e quindi impugnato dai cittadini.
Diteci voi se chi vince un referendum deve arrivare ai tribunali per vedere rispettata la volontà popolare!

Come è rimasto tale il nome dell'AEEG per ben due anni dall'assegnazione del Salva Italia, può restarlo per altro tempo ancora, magari in attesa del pronunciamento del TAR.

Questa del Governo è una forzatura che va in continuità con il precedente governo, quello dell'austerità, che continua a non rispettare la volontà popolare, tradisce i referendum per l'Acqua Pubblica e non rispetta le istanze dei movimenti che hanno portato 27milioni di cittadini al voto.

Il nostro emendamento toglie dalla competenza dell'AEEG la regolazione e il controllo del servizio idrico e mette l'Acqua nelle mani del ministero dell'ambiente, nel rispetto di quanto elaborato dai comitati per l'Acqua Pubblica e nel rispetto della volontà popolare.

domenica 9 febbraio 2014

Acqua Pubblica: il consiglio comunale aperto di Ciampino!

COMUNICATO
Ciampino: consiglio comunale aperto sulla gestione pubblica e partecipata dell'acqua nel Lazio

In una sala gremita di cittadini e amministratori arrivati da tutto il Lazio si è svolto oggi a Ciampino il consiglio comunale aperto sulla proposta di legge di iniziativa popolare n°31 per la gestione pubblica e partecipata dell'acqua, alla presenza dei comuni promotori dell'iniziativa legislativa. Gli interventi di comitati e amministratori comunali hanno tutti sottolineato come sia doveroso e prioritario che la Regione Lazio dia attuazione alla volontà popolare espressa attraverso i referendum di giugno 2011 e ribadita con la presentazione della legge n°31, approvando il testo di legge senza stravolgerne i principi, entro il prossimo 25 marzo, termine previsto dalla statuto regionale.

A tale proposito è stata condivisa la contrarietà alla delibera di giunta n°40 che, nello stilare le linee guida per una legge regionale sulla gestione del servizio idrico, contravviene completamente i principi della legge di iniziativa popolare, sia nel merito che nel metodo.
Su tali basi le amministrazioni presenti hanno elaborato un ordine del giorno nel quale viene chiesta la revoca di suddetta delibera, e si rafforza l'impegno a continuare il lavoro coordinato tra comuni, comitati e consiglieri regionali non solo per l'approvazione della legge n°31, ma anche per la costruzione di un modello di reale partecipazione nelle future scelte gestionali su acqua e beni comuni.

Come comitati ci auguriamo che tale documento e i relativi impegni siano sottoscritti anche da quei comuni che, seppure non firmatari della proposta n°31, stanno sempre più numerosi prendendo posizione contro una gestione privatistica del servizio idrico, che mette gli interessi di multinazionali e azionisti privati davanti a quelli dei cittadini.

Diversi rappresentanti dei Comuni hanno infatti manifestato anche oggi la propria insoddisfazione nei confronti del gestore Acea, tra questi il Presidente della Commissione Ambiente del Comune di Roma, Athos de Luca, che ha affermato chiaramente come si debba andare nella direzione della ripubblicizzazione del ramo idrico di Acea per gestire il servizio in modo più efficace ed efficiente di quanto non avvenga adesso. L'auspicio dell'assemblea odierna è quindi quello che anche il Comune di Roma deliberi a sostegno della proposta di legge n°31 e del documento approvato oggi. A questo si aggiunge la richiesta che il coordinamento romano acqua pubblica avanza ormai da mesi alla giunta capitolina: che rispetti finalmente la volontà popolare e quanto approvato dalla giunta comunale, aprendo un tavolo per la ripubblicizzazione partecipato da comitati e cittadini, contrastando così in modo realmente efficace lo strapotere di Acea sulla città di Roma.

Come comitati della Regione Lazio infine, per spingere le istituzioni regionali a muoversi finalmente senza ambiguità nella stessa direzione espressa oggi, continueremo a promuovere iniziative pubbliche e mobilitazioni, pronti anche ad intraprendere, insieme agli enti locali, nuovamente la strada referendaria affinchè la volontà popolare non venga tradita.

Coordinamento Romano Acqua Pubblica

7 febbraio 2014

Per approfondimenti:
http://www.acquapubblicalazio.it/

NO TAV: aiutiamo la Valle a resistere!


Il tribunale ordinario di Torino, sezione distaccata di Susa, in data 7/1/2014 depositata in data 14/1/14 ha sentenziato: “dichiara tenuti e condanna Alberto Perino, Loredana Bellone e Giorgio Vair, in solido tra di loro, al pagamento a parte attrice [LTF] di euro 191.966,29 a titolo di risarcimento del danno;” oltre al pagamento sempre a LTF di euro 22.214,11 per spese legali, per un importo totale di euro 214.180,40. La causa civile era stata intentata da LTF perché a suo dire gli era stato impedito di fare in zona autoporto di Susa il sondaggio S68 la notte tra l’11 e il 12 gennaio del 2010. I sondaggi S68 e S69 erano inutili e infatti non sono mai stati fatti né riproposti sia nel progetto preliminare sia nel progetto definitivo presentato per la tratta internazionale del TAV Torino – Lyon.

http://www.notav.info/movimento/colpevoli-di-difendere-la-nostra-terra-e-i-beni-comuni-chiediamo-a-tutti-un-appoggio-e-una-solidarieta-concreta/

Ad oggi sono stati raccolti circa 100mila euro e ne mancano altrettanti. 
Abbiamo una settimana per chiudere la raccolta fondi!

Aiutiamo la Valle a resistere!
I contributi vanno versati esclusivamente sul
Conto Corrente postale per le spese legali NO TAV n.1004906838
IBAN:
IT22L0760101000001004906838 

intestato a DAVY PIETRO CEBRARI MARIA CHIARA

Ci sono più di 400 persone indagate per questa resistenza contro un’opera imposta, inutile e devastante sia per l’ambiente sia per le finanze di questo Stato e che impedisce di fare tutte le altre piccole opere utili.

http://www.notav.info/senza-categoria/quanto-costano-i-processi-ai-notav/ 

Nel processo a carico dei 4 notav incarcerati con l’accusa di terrorismo ed eversione, i PM del PalaGiustizia citano come “persona offesa” l’Unione Europea nel procedimento in corso.
La notizia che è rimbalzata ovunque è proprio quella di aver indicato la Ue tra le parti offese ma i Pm lo sapranno che l’Unione Europea non ha mai richiesto all’Italia la costruzione di una linea ad alta velocità tra Torino Lione?

Il TAV è un problema che non riguarda solo la Val di Susa, ma tutta Italia!
In Valle lo Stato si comporta da tiranno: ne va della democrazia del Paese!


A sarà dura!



domenica 2 febbraio 2014

M5S: 'Malagrotta come Terra Fuochi'

M5S: 'Malagrotta come Terra Fuochi'
"Rifiuti ospedali galleggiano su acqua, invasi campi coltivati"

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2014/02/02/M5S-Malagrotta-come-Terra-Fuochi-_10002552.html

ROMA - "Malagrotta è come la Terra dei Fuochi: è una emergenza nazionale. Il ministro dell'Ambiente deve intervenire su questo disastro ambientale. Con le piogge di questi giorni i rifiuti ospedalieri pericolosi stanno galleggiando sui campi attorno all'inceneritore, inquinando anche le falde acquifere". Lo denuncia il deputato del M5S Stefano Vignaroli, che si è recato sul posto per documentare fotograficamente "lo scempio ambientale".
"Domani andrò al Noe dei carabinieri per raccontare quel che sta accadendo. Presenterò un esposto alla Procura della Repubblica", prosegue l'esponente 'cinque stelle'. "Sono stato allertato dai cittadini - spiega Vignaroli - ed immediatamente abbiamo avvisato polizia e carabinieri. Ho chiamato anche l'Arpa e l'Asl ma, finora, non sono venuti per documentare quel che sta accadendo. I rifiuti sono portati in giro dal fiume di acqua che si è formato. Molti stanno finendo in un torrente che sfocia nel Tevere".
"A questo si aggiungono i rifiuti della raffineria vicina - conclude -. Anche in questo caso siamo di fronte ad un disastro ambientale: il petrolio e tutti gli scarti di lavorazione hanno ricoperto i campi dove pascolano le pecore e ci sono anche culture agricole".

2-febbraio-2014