mercoledì 30 luglio 2014

Giù le mani dalla Costituzione

Questa sera ho visto i lavori del Senato. I nostri, per tutta la giornata, hanno assistito ad una gestione dell'Aula a dir poco fantasiosa, Grasso ha dato il "meglio" di sé.
Siamo andati per stare vicino ai ragazzi/e che da giorni si battono per difendere la Costituzione.

Mi chiedo dove siano ora tutti coloro che negli anni passati si sono indignati e attivati per difenderla, quando ad attaccarla era il signor B.
Strano, ora che l'arrogante duo Renzi/Boschi intende dare la mazzata finale ad un lungo processo di privazione della Democrazia iniziato anni orsono, sembra che vada tutto bene e che quanto sta accadendo sia lecito e giusto.

JP Morgan sostiene che "il mercato" non riesce ad attecchire in un Paese con una Costituzione troppo antifascista come la nostra. Allora è bene distruggerla, così si fa largo al mercato...per essere precisi si aprono le porte alla completa mercificazione delle nostre vite, eliminando ogni diritto (anche ai servizi essenziali come l'acqua) e facendo a pezzi la Democrazia.

Siamo forse Cassandre? Siamo forse gli unici a vedere cosa accade? Non ci credo!
Chi altri si unirà a questa battaglia?
È necessario contrastare la deriva sia dall'interno che dall'esterno delle Istituzioni.
Tornate a difendere la Costituzione, fatelo per voi e per le future generazioni.
Ma fatelo, non state a guardare!!!
Chi resta immobile a guardare senza muovere un solo dito, altro non è che un complice!
Giù le mani dalla Costituzione!

Ps: in tutto questo la prima cosa notata al Senato è stata il volto di una Senatrice toccata da bisturi e botulino che a me è parso mostruoso. La seconda, che il grande lampadario centrale esce da un pentacolo.

giovedì 24 luglio 2014

Arsenico: depositata interrogazione su avvio procedura di infrazione europea contro l'Italia

Procedura di infrazione sull’acqua potabile – L’Italia è incapace di garantire la qualità dell’acqua destinata al consumo umano. Anche questa volta purtroppo lo avevamo detto. Per questo nei giorni scorso abbiamo depositato una interrogazione parlamentare all'attenzione di diversi Ministeri:


Alcune brevi considerazioni:

Il semestre europeo a guida italiana si apre con una bella procedura di infrazione verso l’Italia per la sua incapacità di garantire che l’acqua destinata al consumo umano sia conforme alle norme europee. Lo scorso 10 luglio è uscita sulla stampa la notizia dell’avvio dell’ennesima procedura di infrazione nei confronti dell’Italia questa volta sull’acqua potabile! (http://europa.eu/rapid/press-release_IP-14-816_it.htm)

Si legge nel comunicato ufficiale della commissione che “Il periodo di deroga era finalizzato a consentire di trovare soluzioni durature. Tuttavia, più di un anno dopo la scadenza della terza deroga, l’Italia continua a violare la direttiva. Le decisioni di deroga stabiliscono condizioni rigorose per tutelare la salute umana. All’Italia era stato chiesto di assicurare che fosse disponibile l'approvvigionamento di acqua salubre destinata al consumo da parte dei neonati e dei bambini fino all’età di tre anni. Le deroghe erano subordinate al fatto che l'Italia fornisse agli utenti informazioni adeguate su come ridurre i rischi associati al consumo dell'acqua potabile in questione e, in particolare, i rischi associati al consumo di acqua da parte dei bambini. L’Italia era tenuta inoltre ad attuare un piano di azioni correttive e a informare la Commissione in merito ai progressi compiuti. I valori limite per arsenico e fluoro non sono ancora rispettati in 37 zone di approvvigionamento di acqua nel Lazio. Per questo motivo, su raccomandazione del Commissario per l’Ambiente Janez Potočnik, la Commissione invia una lettera di costituzione in mora all’Italia, la prima fase formale della procedura di infrazione.

Nei mesi scorsi abbiamo depositato 2 interpellanze urgenti: 



in cui in sintesi chiedevamo al governo cosa intendesse fare per evitare di incorrere nella procedura di infrazione e se e quali iniziative intendano promuovere per quanto di competenza per avviare tutti gli interventi necessari per l'immediata e duratura soluzione della grave contaminazione delle acque potabili di molti comuni italiani, in particolare a causa della concentrazione di arsenico, floruri e vanadio.

Le risposte sono state assolutamente insufficienti e la dimostrazione l’abbiamo avuta chiara lo scorso 10 luglio quando è giunta la notizia dell’apertura della procedura di infrazione nei confronti del nostro paese!

Inoltre lo scorso mese abbiamo depositato anche una proposta di legge: 


che interviene proprio sul dlgs 31/2001 che attua la direttiva europea 98/83/CE oggetto dell’infrazione, andando a rivedere proprio i criteri di trasparenza dei dati, proponendo la diffusione immediata di tutte le informazioni concernenti procedure e monitoraggi connessi alla distribuzione dell'acqua potabile ai cittadini. Perché come per qualsiasi alimento, i cittadini devono avere accesso in tempo reale ai referti relativi alla qualità dell'acqua in distribuzione nella propria città. Inoltre proponiamo di introdurre diverse norme relative ai parametri di tolleranza di alcune sostanze , da quelle relative al costante aggiornamento dei valori di parametro, che finora non è avvenuto in ben 13 anni dal varo del Decreto Legislativo 31/2001, a quelle relative al monitoraggio dei possibili effetti sinergici delle varie sostanze presenti. Infine affrontiamo il tema degli aspetti sanzionatori, prevedendo non solo nuovi profili di responsabilità ma anche un generale inasprimento delle sanzioni, al fine di rispondere alle esigenze della popolazione sempre più preoccupata dei possibili effetti sulla salute dei ripetuti casi avvenuti nel paese di distribuzione di acqua contaminata.

Vedremo se mai decideranno di discuterla questa legge…

Intanto ad oggi l’Italia è sottoposta a procedura di infrazione anche su questo tema, dopo 10 anni di inerzia. Per questo nei giorni scorsi abbiamo depositato una interrogazione direttamente rivolta alla Presidenza del Consiglio che ha delega alle politiche europee, al Ministro degli Affari Esteri e al Ministro della salute una sola domanda secca:

Ora che è l’Europa che ce lo chiede, intende questa volta il Governo prendere in considerazione e soprattutto risolvere un problema come questo che riguarda la salute dei cittadini e la negligenza di istituzioni e gestori che quasi nulla hanno fatto, pur avendo avuto molto tempo, e soprattutto tanti soldi nelle bollette pagate dai cittadini

martedì 22 luglio 2014

Il PD nel panico per un voto sbagliato

In consiglio comunale a Roma la delibera di bilancio viene bocciata per errore dal PD, ora la maggioranza è nel panico!
Leggiamo i nostri consiglieri in Campidoglio

tinyurl.com/m39mvzy

lunedì 21 luglio 2014

L'Espresso​,schiaffo del TAR al Ministero sui SIN

Segnalo sempre sul tema bonifiche
un nuovo articolo de l'Espresso sulla sentenza emessa dal TAR
la scorsa settimana.

Buona lettura


 
Ora sarà nostro dovere monitorare e agire, come già stiamo facendo al Senato,
sul DL 91 anche detto "inquinatore protetto".
 

sabato 19 luglio 2014

Bonifiche: TAR Lazio boccia Ministero Ambiente per declassamento SIN

Bonifiche, TAR Lazio boccia sonoramente il Ministero dell'Ambiente sui declassamenti dei Siti di Interesse Nazionale a Siti di Interesse Regionale.

Primo stop alla strategia ministeriale di mettere la polvere inquinata sotto il tappeto.

Ora cambiare radicalmente il decreto "inquinatore protetto" in discussione in Parlamento.

Il Ministero dell'Ambiente rimedia una sonora bocciatura davanti al TAR Lazio sull'operazione di declassamento dei Siti nazionali di bonifica avvenuta nel 2013.

Il Ministero, sulla base delle valutazioni dei suoi dirigenti e funzionari, prendendo spunto da una modifica al Decreto legislativo 152/2006 riguardante i criteri per l'individuazione dei Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche (le aree più inquinate del paese), ne avevano declassati ben 18 siti su 57, trasformandoli in Siti di Interesse Regionale. Un'operazione realizzata in sordina, senza alcun coinvolgimento delle comunità (tranne le regioni a cui il Ministero aveva dato pochi giorni di tempo per esprimersi) ma dalla portata enorme, visto che i funzionari e i dirigenti del Ministero considerarono degna di declassamento anche la Terra dei Fuochi (ma anche La Maddalena in Sardegna)!

La Regione Lazio, il comune di Ceccano e, con intervento "ad adiuvandum", l'associazione "Rete per la Tutela della Valle del Sacco ONLUS" hanno proposto un ricorso sul declassamento del sito "Valle del Sacco" che ora il TAR del Lazio ha accolto pienamente.

Per il Coordinamento Nazionale Siti Contaminati, per il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e per la Rete Stop Biocidio Lazio si tratta di una sentenza importantissima per i risvolti che dovrebbe avere a livello nazionale. Le motivazioni alla base dell'accoglimento del ricorso sul SIN Valle del Sacco rappresentano una pesantissima censura sull'intera operazione portata avanti dal Ministero dell'Ambiente per sollevarsi dalle proprie responsabilità dopo un decennio di sostanziale inazione rispetto al risanamento dei SIN e, più in generale, rispetto allo stato di inquinamento di moltissime aree del paese.

I giudici del TAR, infatti, ritengono che, rispetto all'applicazione dei nuovi criteri per il riconoscimento (o l'esclusione) delle aree "il ragionamento del Ministero, ad avviso di questo Collegio, è erroneo in radice" e che "La norma applicata sembra anzi ampliare (piuttosto che restringere) le fattispecie dei territori potenzialmente rientranti nell’ambito dei siti di interesse nazionale...". Infatti il Ministero aveva inteso che un'area per essere classificata quale SIN dovesse soddisfare contemporaneamente tutti i criteri del Decreto. Scrivono i giudici del TAR Lazio "Il testo normativo non autorizza, in effetti, ad avviso del Collegio, una lettura tale da indurre a considerare, per la qualificazione di SIN, la presenza di tutte le circostanze cui l’art. 252 comma 2 predetto fa riferimento.....Si tratta, in altre parole, di criteri che variamente combinati devono (o possono) portare l’Amministrazione a riconoscere quella grave situazione di compromissione e di rischio ambientali tale da implicare (a prescindere dalle cause che l’hanno determinata) il superiore interesse nazionale".

Sulle bonifiche si sta giocando una partita al ribasso rispetto alle politiche industriali del paese, con una strategia volta ad annacquare il principio "chi inquina paga" a favore dei grandi gruppi industriali che non vogliono pagare integralmente il prezzo del risanamento delle aree che hanno contaminato. In poco più di un anno vi sono stati ben quattro decreti, tutti volti a nascondere la polvere inquinata sotto il tappeto (Governo Monti: Decreto di declassamento dei SIN; Governo Letta: Decreto del "fare" e Decreto "destinazione Italia"; Governo Renzi: Decreto "competitività" ora in discussione in parlamento). Grazie alla mobilitazione dei comitati le prime tre norme sono state modificate limitando i danni ma ora con il Decreto Competitività "inquinatore protetto" si rischia di nascondere il reale stato di contaminazione del paese e di procedere a bonifiche sulla carta.

Invitiamo nuovamente i parlamentari a modificare il Decreto competitività secondo l'appello che abbiamo lanciato nei giorni scorsi. Al Ministro Galletti chiediamo di riesaminare l'intera operazione di riclassificazione dei SIN alla luce delle indicazioni del TAR Lazio, includendo anche i nuovi siti gravemente inquinati che quasi ogni giorno vengono posti all'attenzione dell'opinione pubblica nonché di procedere alla valutazione dell'efficacia del lavoro svolto in questi anni dagli uffici ministeriali preposti.

Roma, 18 Luglio 2014.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Rete Stop Biocidio Lazio e Abruzzo
Coordinamento Nazionale Siti Contaminati

La sentenza è disponibile al link: https://94.86.40.196/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=TWMT75ESK76VGHCH3YO4EJJ2BI&q=valle+or+del+or+sacco

I 18 SIN DECLASSATI PER DECRETO IL 11 GENNAIO 2013
Abruzzo ("Fiumi Saline Alento"), Campania ("Litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano", "Pianura","Bacino Idrografico del fiume Sarno" ed "Aree del Litorale Vesuviano", Emilia Romagna ("Sassuolo-Scandiano); Lazio ("Bacino del fiume Sacco" e "Frosinone"), Liguria ("Pitelli" a La Spezia); Lombardia ("Milano-Bovisa" e "Cerro al Lambro"), Marche ("Basso Bacino del fiume Chienti"), il Molise ("Guglionesi II"), Piemonte ("Basse di Stura"), Sardegna ("La Maddalena"), Toscana ("Le Strillaie"), Veneto ("Mardimago-Ceregnano") e la Provincia Autonoma di Bolzano ("Bolzano

venerdì 11 luglio 2014

81 morti e nessuna intenzione di arretrare.

Dalla rassegna stampa di questa mattina:

Israele – Per il terzo giorno l’esercito israeliano ha colpito la Striscia di Gaza con raid aerei e i miliziani palestinesi hanno risposto lanciando razzi. Più di 20 mila soldati riservisti sono stati chiamati al confine e tutto lascia pensare che l’offensiva terrestre sia imminente. Intanto il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha definito “intollerabile l’uso eccessivo della forza” da parte di Israele, mentre il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che “una tregua con Hamas non è in agenda”.

Un aggiornamento dalla Striscia di Gaza:
Gaza, 11 luglio 2014
Cresce di ora in ora il bilancio delle vittime e delle distruzioni nella striscia di gaza da parte dell’esercito di occupazione. (95 morti 600 feriti). Siamo quasi arrivati a mille tonnellate di piombo lanciato sulla popolazione. ( fino ad ora 800 missili lanciati da Israele )
Missili di risposta partono da Gaza verso israele, (500 missili lanciati da Gaza.), dove le sirene suonano di continuo. E' l’inizio di una guerra che si fa spazio ogni ora impari e vigliacca. Israele si prepara all’invasione di terra nella striscia di Gaza; Per tutto il paese sono visibili gli spostamenti degli armamenti militari israeliani, carri armati e corazzati pesanti, concentrarsi lungo i confini della striscia di Gaza.

L’operazione militare “bordo protettivo” iniziata ufficialmente martedì 8 luglio e’ arrivata alla 4° notte con forti bombardamenti in tutta la Striscia di Gaza. I militari scelgono la notte per attaccare gli obiettivi e incutere maggiore paura.

Durante la notte l’aviazione israeliana ha condotto 75 raid aerei lanciando 137 missili in diverse località’ della striscia. Sono stati attaccati edifici e distrutto 19 case che vanno ad aggiungersi alle ormai centinaia dei giorni precedenti. Anche la marina ha lanciato in poche ore 100 shells in direzione del porto di Gaza. La Gaza Ark, la barca per gli aiuti umanitari e’ stata bruciata.

Nella giornata di ieri sono stati lanciati ordini ai palestinesi di evacuare completamente alcune zone, per permettere l’occupazione dell’area e l’invasione di terra. Attraverso sms e volantini lanciati dall’alto, hanno ordinato a circa 100.000 famiglie palestinesi che vivono a nord (beit lahya e beit hannoun) e al Sud (Abassan al saghira), localita’ poste lungo i confini più’ immediati di israele, di abbandonare immediatamente le loro case. Questi dovrebbero lasciare tutti i loro averi, la loro vita, per far posto alle imposizioni di un esercito che deve entrare nella striscia per seminare morte e distruzione.
La potenza distruttiva che Israele lancia sulla striscia ha la scusa ufficiale di colpire una fazione nemica Hamas, in realtà’ sta distruggendo una intera generazione di vite umane.

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Si stanno facendo manifestazioni in tutto il mondo, stasera dalle 18 ci sarà un presidio in Largo Corrado Ricci. Siete tutti invitati.

Di seguito, potrete leggere i nomi delle PERSONE che sono state uccise a causa degli attacchi in terra palestinese:

Martedì, 8 luglio

1. Mohammad Shabaan, 24, killed in Gaza City airstrike on car.
2. Amjad Shabaan, 30, died in same attack.
3. Khader al-Bashliqi, 45, died in same attack.
4. Rashad Yassin, 27, killed in airstrike on al-Nuseirat refugee camp.
5. Mohammad Ayman Ashour, 15, killed in attack on Khan Younis home. (child)
6. Riyad Muhammad Kaware, 50, killed in same attack.
7. Bakir Mohammad Judeh, 22, killed in same attack.
8. Ammar Mohammad Judeh, 26, killed in same attack.
9. Hussein Yousif Kaware, 13, killed in same attack.
10. Muhammad Ibrahim Kaware, 50, killed in same attack.
11. Basim Salim Kaware, 10, killed in same attack. (child)
12. Siraj Iyad al-Abdel, 8, killed in same attack. (child)
13. Muhammad Habib, 22, killed in Gaza City airstrike on motorcycle.
14. Moussa Habib, 16, killed in same attack. (child)
15. Saqie Ayesh al-Jaouri, 22, killed in Jabaliya.
16. Ahmad Nael Mehdi, 16, Gaza City. (child)
17. Hafiz Mohammad Hamad, 30, Islamic Jihad commander, killed in airstrike on family home.
18. Ibrahim Mohammad Hamad, 26, killed in same attack.
19. Mehdi Mohammad Hamad, 46, killed in same attack.
20. Fawziya Khalil Hamad, 62, killed in same attack. (elderly woman)
21. Dunia Mehdi Hamad, 16, killed in same attack. (child)
22. Suha Hamad, 25, killed in same attack.
23. Suleiman Salman Abu Swaween, 22, unknown.

Mercoledì 9 luglio

24. AbdulHadi Juma al-Soufi, 24, killed in airstrike near Rafah.
25. Rafiq al-Kafarneh, 30.
26. Nayfe Farajallah, 80, killed in airstrike near Gaza City. (elderly woman)
27. Abdulnasir Abu Kuwek, 60, killed in central Gaza. (elderly man)
28. Khalid Abu Kuwek, 31, son of Abdulnasir, killed in same attack.
29. Muhammad Arif, 13. (child)
30. Muhammad Malaka, 18 months. (child)
31. Amina Malaka, 27, mother of Muhammad, died in same attack.
32. Hatim Abu Salim, 28, died in same attack.
33. Muhammad Khalid al-Numra, 22.
34. Sahar Hamdan al-Masri, 40, killed in Beit Hanoun.
35. Ibrahim al-Masri, 14, son of Sahar, killed in same attack. (child)
36. Mohammad Khalaf al-Nauwasra, 4. (child)
37. Nidal Khalaf al-Nauwasra, killed in same attack. (child)
38. Aisha Naji, unknown location.
39. Salah Awad al-Nauwasra, died in same attack.
40. Mahmoud Nahidh al-Nauwasra, died in same attack.
41. Amal Yousif Abdulghafour, unknown location.
42. Ranim Judh Abdulghafour, young girl, age unconfirmed. (child)
43. Ibrahim Dauod al-Balawi, 24, unknown location.
44. Abdulrahman Jamal al-Zamili, 22, unknown location.
45. Ibrahim Ahmad Abdeen, 42, unknown location.
46. Mustafa Abu Mor, 20, unknown location.
47. Khalid Abu Mor, 23, unknown location.
48. Mazin Faraj al-Huriya, 30.
49. Marwan Hasan Isleem, 27, unknown location.
50. Hani Saleh Hamad, 57, killed in Beit Hanoun bombing on family home.
51. Ibrahim Hamad, 20, killed in same attack.
52. Sulaima Hassan Musallam al-Arja, 60, killed in Rafah. (elderly woman)
53. Maryam Atiyyeh Muhammad al-Arja, 11, killed in same attack. (child)
54. Hamid Shihab, 27, unknown location.
55. Ibrahim Khalil Qannan, 24, killed in Khan Younis bombing.
56. Muhammad Khalil Qannan, 26, killed in same attack.
57. Suleiman al-Astal, 55.
58. Hamdi Badee Swali, 33, killed in same attack.
59. Muhammad al-Aqqad, 24.
60. Ahmad Swali, 28, killed in same attack.
61. Raid Shalat, 37, killed in bombing that wounded six others.

Giovedì 10 luglio

62. Asmaa Mahmoud al-Hajj, killed in Khan Younis airstrike on family home.
63. Tariq Saad al-Hajj, killed in same airstrike.
64. Saad Mahmoud al-Hajj, killed in same airstrike.
65. Najla Mahmoud al-Hajj, killed in same airstrike.
66. Aminah al-Hajj, killed in same airstrike.
67. Omar al-Hajj, killed in same airstrike.
68. Basima Abdul Fattah al-Hajj, 57, killed in same airstrike.
69. Fatima al-Hajj, killed in same airstrike.
70. Ahmad Salim al-Astal, killed in beach house bombing in Khan Younis.
71. Moussa Muhammad al-Astal, killed in same attack.
72. Raid al-Zawaraa, 33.
73. Bahaa Abu al-Lail, 35.
74. Salim Qindil, 27, killed in Khan Younis attack.
75. Omar al-Fyumi, 30, killed in same attack.
76. Abdullah Ramadan Abu Ghazal, 5, killed in Beit Lahiya airstrike. (child)
77. Ismail Abu Jami, 19, killed in Khan Younis airstrike.
78. Muhammad Ihsan Farawneh, 18, in Khan Younis.
79. Mahmoud Waloud, killed in airstrike on civilian vehicle.
80. Hazim Balousha, killed in same attack.
81. Alaa Abdelnabi, killed in same attack.

mercoledì 9 luglio 2014

Altro che #ambienteprotetto!

In queste settimane è in discussione il Dl 91/2014,
l'ennesimo Decreto del Governo Renzi, questa volta sulla competitività...
ma in realtà ennesimo Decreto omnibus nel quale sono contenute misure su agricoltura, ambiente, imprese e chi più ne ha più ne metta!
Ma soprattutto contiene ancora una volta regali a chi inquina e quindi uno schiaffo alle popolazioni che vivono nei siti contaminati.

Vi segnalo il post che ieri, come membri della Commissione Ambiente sia della Camera che del Senato, abbiamo postato sul Blog

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/ambiente/2014/07/dl91-con-lart-13-vita-facile-per-chi-inquina.html

e vi segnalo anche l'articolo uscito oggi sull'Espresso che spiega le schifezze contenute
all'interno del Decreto ed in particolare nell'articolo 13 sulle bonifiche.

Ancora una volta saremo in prima linea per opporci a tutto questo!


http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/07/07/news/siti-inquinati-alzati-per-decreto-i-limiti-delle-sostanze-pericolose-1.172484

Siti inquinati, alzati per decreto i limiti delle sostanze pericolose

Il decreto Competitività prevede la possibilità di aumentare gli scarichi in mare degli stabilimenti industriali e prevede nuove tabelle per la contaminazione delle aree militari. Alzando fino a 100 volte i limiti di alcune sostanze cancerogene o pericolose per la salute. «Un colpo di spugna vergognoso sulle bonifiche» denunciano le associazioni ecologiste

di Paolo Fantauzzi
08 luglio 2014




«Bisogna correre verso un’Italia più sicura e sostenibile sotto il profilo ambientale». Con la smania di cambiare verso all’Italia e dare un’accelerazione al Paese, sarà meglio fare attenzione che la corsa non porti verso il burrone dell’irreparabile. Nonostante l’ottimismo del ministro Gian Luca Galletti - che ha ribattezzato “Ambiente protetto” la parte di sua competenza del decreto Competitività - a spulciare fra le pieghe del provvedimento il nome scelto sembra infatti quanto meno eccessivo. Se non del tutto fuori luogo, come denunciano numerosi comitati e associazioni ecologiste.

SITI MILITARI
Il punto più controverso riguarda i siti militari (circa 50 mila ettari in tutta Italia), inquinati da metalli pesanti e a volte - come mostra il caso del poligono di Quirra in Sardegna, di cui l’Espresso si è occupato più volte- anche da sostanze radioattive come l’ uranio impoverito . Per risolvere il problema delle bonifiche, assai impegnative dal punto di vista economico, il decreto del governo pare aver escogitato un modo semplice e veloce: equiparare i valori consentiti a quelli delle aree industriali. In questo modo, pur interessando coste, boschi e zone di macchia mediterranea (come a Capo Teulada in Sardegna, o a Monte Romano nel Lazio) i livelli di inquinamento tollerati potranno essere notevolmente più alti rispetto ad aree verdi o residenziali. All’articolo 13, comma 5, si legge infatti che per le zone militari “si applicano le concentrazioni di soglia di contaminazione di cui alla Tabella 1, colonna b, dell’allegato 5, alla Parte IV, Titolo V” del Codice dell’Ambiente. In questo modo, solo per citare qualche esempio, lo stagno potrà avere un concentrazione nel suolo fino a 350 volte superiore, mentre potranno essere centuplicati i valori dei cianuri (da 1 a 100 mg/kg), così come il benzopirene o la sommatoria dei composti policiclici aromatici (etilbenzene, stirene, toluene e xilene). I fluoruri, anziché essere contenuti entro i 100 mg, potranno arrivare fino a 2000 mg per chilogrammo, ovvero 20 volte in più. Come il benzene, che rappresenta uno dei 113 agenti cancerogeni più pericolosi in base alla classificazione dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro.

Disposizioni, quelle relative alle aree militari, che tuttavia non appaiono nel comunicato stampanella presentazione concepita dal dicastero dell’Ambiente per illustrare il provvedimento. «È un evidente regalo al ministero della Difesa, che in questo modo potrà evitare di intervenire sui numerosi siti di propria competenza» attacca il co-portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli.

SILENZIO ASSENSO
Il decreto prevede anche una semplificazione per le bonifiche dei siti privati a opera dei proprietari, responsabili dell’inquinamento. Perno di questa procedura è il meccanismo del silenzio-assenso, introdotto in via sperimentale fino al 31 dicembre 2017. Chi vorrà bonificare un’area potrà autocertificare i dati di partenza - così da consentire allo Stato di non spendere denaro nello studio preliminare - e terminato l’intervento dovrà inviare all’Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale) i risultati delle operazioni. Gli uffici avranno però solo 45 giorni di tempo per approvarli. “Decorso inutilmente il termine, il piano di caratterizzazione si intende approvato” recita il decreto.

Ovvero, se le Agenzie non faranno in tempo a rispondere (come può accadere a causa delle ampie dimensioni o solo dell’eccessiva mole di lavoro), la bonifica sarà comunque data per buona. E il sito potrà essere utilizzato in base alla nuova destinazione d’uso prevista.

SCARICHI IN MARE
Novità in vista anche per gli scarichi in mare di “solidi sospesi totali”, con cui si indicano le sostanze non disciolte presenti nelle acque di scarico. A essere beneficiata sarà tutta una serie di impianti industriali di grandi dimensioni come acciaierie, centrali elettriche e a carbone, cementifici, raffinerie, ma anche stabilimenti chimici, rigassificatori e inceneritori. “In tal caso - prevede il decreto - le Autorizzazioni integrate ambientali rilasciate per l’esercizio possono prevedere valori limite di emissione anche più elevati e proporzionati ai livelli di produzione”.

Tradotto: più si produce e più alto sarà il quantitativo che potrà essere scaricato in mare rispetto a quanto previsto attualmente dal Codice dell’Ambiente. Un aspetto particolarmente sentito dalle aziende, come mostra la vicenda della Solvay, l’azienda chimica belga che nei mesi scorsi ha patteggiato una multa proprio per aver sforato per anni i limiti imposti allo stabilimento di Rosignano (Livorno).

«È la solita scorciatoia all’italiana, perché il nostro sistema produttivo non vuole pagare quel che dovrebbe per risanare le aree che ha inquinato» commenta Augusto De Sanctis, del Coordinamento nazionale siti contaminati, realtà che raduna una quarantina di comitati e associazioni attive sul tema delle bonifiche. «Si cerca di chiudere “la stagione dei veleni” privatizzando le operazioni per risparmiare. Ma è solo un colpo di spugna vergognoso: alzare i limiti di contaminazione non vuol dire risolvere i problemi ma solo nascondere polvere sotto il tappeto».

CARA BONIFICA
Che le bonifiche rappresentino un aspetto assai “caldo” è indubbio: il decreto 91 è il quarto intervento su questo fronte in poco più di un anno. All’inizio del 2013 (governo Monti) l’allora ministro Corrado Clini portò i Sin (Siti di interesse nazionale, ovvero i più inquinati e pericolosi per la salute) da 57 a 39, affidandone 18 alla competenza delle Regioni. «Non hanno le caratteristiche per essere classificati di interesse nazionale» spiegò, lasciando intendere che lì la situazione era meno grave. Peccato che nella lista ci fosse anche la Terra dei fuochi, dove la situazione si è invece rivelata talmente compromessa da richiedere un intervento legislativo ad hoc.

Il decreto del Fare (governo Letta) previde inizialmente che le bonifiche potessero essere compiute “ove economicamente possibile”. Una circostanza già prevista, pochi mesi prima, anche dal decreto Semplificazione di Monti . In entrambi i casi, però, le proteste hanno evitato un simile scenario.

Il “Destinazione Italia”, dal canto suo, in un primo momento prevedeva una sorta di condono, con contributi pubblici erogati anche per finanziare le bonifiche (che devono essere a carico del responsabile dell’inquinamento). E solo in seguito, dopo nuove proteste, i fondi sono stati destinati unicamente alla riconversione industriale. Adesso, da ultimo, l’“Ambiente protetto” del governo Renzi.

lunedì 7 luglio 2014

Comunicato congiunto a seguito dell'iniziativa "Disobbedire al Decreto Lupi - No alla politica della paura"

Lo scorso 2 luglio abbiamo partecipato insieme a Roberta e Alessandro a questo incontro tra movimenti e istituzioni promosso dai Movimenti per il Diritto all'Abitare.
Siamo stati invitati perchè da tempo seguiamo la questione e ora che il pessimo Decreto Lupi è diventato legge e inizia a fare i suoi danni è necessario continuare ad opporsi ad esso come abbiamo fatto in Aula nei mesi scorsi.

Ora la palla sta soprattutto ai Municipi e ai Sindaci, ovvero a tutti quegli amministratori locali che dovranno prendersi la responsabilità di disobbedire a quanto previsto dall'Art.5. Questo articolo prevede che vengano negate residenze ed allacci alle utenze a chi è costretto ad occupare una casa perchè non ha altra soluzione per dare un tetto sulla testa a se e alla propria famiglia. Negare la residenza significa negare la possibilità di avere un medico di base o di mandare i propri figli a scuola. Negare gli allacci alle utenze signifa privare i cittadini dell'accesso ai servizi essenziali come acqua gas e luce..."se questo è un uomo..." avrebbe detto qualcuno...
vi sembra possibile questo accanimento dello Stato verso i suoi stessi cittadini?
Quando è stata proprio la mancanza di risposte da parte delle istituzioni su questo, come su altri temi, a provocare la situazione in cui si trovano oggi migliaia e migliaia di italiani e migranti?!?

Ora serve l'impegno di tutte e tutti!

Qui sotto il comunicato congiunto uscito a seguito dell'incontro.
Vi tengo aggiornati sui prossimi sviluppi.

- 2 Luglio 2014 -
Nella sala del Carroccio in Campidoglio, si è tenuta un'assemblea promossa dai movimenti per il diritto all'abitare sui temi dell'emergenza e della precarietà abitativa e sui risvolti del cosiddetto "Decreto Lupi", recentemente convertito in legge dal parlamento.
All'incontro hanno partecipato numerosi esponenti della società civile e dei movimenti sociali, diversi presidenti di municipio, consiglieri comunali, parlamentari afferenti a gruppi sia di maggioranza che di opposizione, forze sindacali e politiche.
Nel corso dell'articolata e ricca discussione sono emerse diverse criticità connesse all'attuazione del “Piano Casa”ed in particolare dell'Art.5 del provvedimento.
Inoltre, tutti, hanno evidenziato forte preoccupazione rispetto alla possibilità che il tema della casa possa degenerare ed essere affrontato come mera questione giudiziaria e di ordine pubblico.
Nella delicata situazione economica che attraversa il paese e la città di Roma si è largamente convenuto sulla necessità di dare spazio alla politica ed alla ricerca di soluzioni efficaci e condivise. In questo senso, i rappresentanti delle istituzioni e delle forze sociali e politiche che sono intervenuti hanno deciso di chiedere, in maniera congiunta, un incontro al Prefetto di Roma Pecoraro da concordare nel più breve tempo possibile.
Si sono altresì impegnati a sollecitare e sostenere la Regione Lazio e Roma Capitale, per dare rapida e concreta attuazione al Piano Straordinario per l' emergenza abitativa, a partire dal tavolo con i movimenti già fissato per Martedì 8 Luglio.
 
 
Andrea Catarci
Celeste Costantino
Federica Daga
Alessandro Di Battista
Susi Fantino
Paolo Ferrero
Eleonora Forenza
Roberta Lombardi
Umberto Marroni
Marco Miccoli
Giammarco Palmieri
Gianluca Peciola
Filiberto Zaratti

giovedì 3 luglio 2014

Commissione Ambiente al tavolo con Beppe Grillo.

Ieri abbiamo avuto l'occasione di incontrare Beppe.
Seduti intorno ad un tavolo per raccontare il nostro operato e impegno in una commissione (Ambiente) che da sola comprende due delle nostre stelle: Ambiente e Acqua Pubblica.

Questo governo, così come i precedenti, tratta l'ambiente come pezza da piedi, ci fa lucrare i privati e non lo protegge.
Abbiamo esposto la necessità di far conoscere il lavoro della nostra commissione ad un pubblico più vasto.

Sin dal nostro ingresso alla Camera, ci siamo attivati concentrandoci sul merito dei temi, facendo rete con comitati, associazioni, attivisti, esperti e tecnici. Abbiamo utilizzato tutti gli strumenti a nostra disposizione per divulgare il nostro lavoro, dalle agorà agli eventi sui territori, dai comunicati stampa alle interviste.
Peccato che i media ci ignorino e lo facciano da quando siamo nati.

Lo sappiamo tutti, il sistema preferisce parlare di fuffa e gossip. Meglio avere un popolo ignorante che cosciente e senziente.

Abbiamo portato nelle istituzioni quei temi studiati e costruiti all'interno dei meetup e nei comitati tematici.
Vogliamo divulgare una visione di mondo a 5 stelle, il cambio dello stile di vita, come vorremmo vivere in questo Paese. Vogliamo farlo proseguendo il cammino iniziato con i gruppi locali anni addietro e con tutti coloro che vorranno partecipare.
Partecipazione attiva dal basso, con tutti gli strumenti esistenti compresi quelli messi a disposizione dalla Costituzione e dalle varie convenzioni che le Istituzioni non hanno ancora recepito.

Comprendere il passato per modificare presente e futuro.

A presto,
Federica.

La battaglia del M5S contro i vitalizi dei partiti in Regione Lazio

"Alla Regione Lazio siamo arrivati ad un punto critico, dopo 3 giorni di discussione sulla legge per la spending review. Abbiamo chiesto l’abolizione dei vitalizi per gli ex consiglieri regionali (20 milioni di euro), una nostra storica battaglia e a fronte di 5000 emendamenti, dopo una proposta del M5S al PD per venire anche incontro ai "criteri" per abolirli, facendo un passo indietro NOI, si sono chiusi a riccio. Abbiamo presentato quasi 3000 emendamenti per dare tempo all'aula di esprimersi su questi argomenti ma abbiamo trovato solo una ferma mancanza di volontà di discutere, nonostante i nostri tentativi di dialogo durati fino alla serata di ieri, quando la Giunta ha calato un maxiemendamento che chiude la discussione. Ieri Storace si è svestito dei panni del moderato uomo delle istituzioni e ha recuperato quelli giovanili, insultando Barillari e tutto il Movimento 5 Stelle, nella generale solidarietà dell'Aula. Nel Consiglio Regionale del Lazio vogliono zittire l’opposizione come hanno fatto con la tagliola in Parlamento, noi resistiamo e continuiamo la nostra lotta senza quartiere ai privilegi.."
M5S Lazio

http://www.beppegrillo.it/2014/07/la_battaglia_del_m5s_contro_i_vitalizi_dei_partiti_in_regione_lazio.html

martedì 1 luglio 2014

Denuncia il M5S, il governo tenta di trovare una soluzione_articolo su La Stampa


Ogni tanto pubblicano anche qualcosa di quello che diciamo!


In un decreto legge, denuncia il M5S, il governo tenta di trovare una soluzione
“postuma” all’assenza di VIA nell’iter autorizzativo di alcune centrali a biogas
nelle Marche. Ma c’è il rischio di ulteriori contenziosi, e di interventi punitivi da
parte dell’Unione europea

http://www.lastampa.it/2014/06/30/scienza/ambiente/focus/centrali-a-biogas-lennesimo-pasticcio-dfR1NmdMSZAqXL2XMUX28I/pagina.html

sul DL Agricoltura - Ambiente
ci sarà da dare battaglia!

Accogliemento Odg relativo al decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, recante disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari


Mi è arrivata comunicazione dal Sottosegretario di Stato alla Salute
dell'accogliemento e della trasmissione al Ministero del seguente OdG.
Ora dovremo monitorarne l'attuazione!!!
 
 
Atto Camera
Ordine del Giorno 9/02325/038


presentato da DAGA Federica

Mercoledì 28 maggio 2014, seduta n. 235




La Camera,

premesso che:

l'Atto Camera 2325 reca la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, recante disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari;

il decreto-legge si compone di due articoli e dispone in particolare:

a) di posticipare la soppressione definitiva degli ospedali psichiatrici giudiziari, prorogando al 31 marzo 2015 il termine per la loro sostituzione con le nuove strutture sanitarie per l'esecuzione delle misure di sicurezza (REMS) (lettera a));

b) di prevedere che il giudice disponga nei confronti dell'infermo di mente l'applicazione di una misura di sicurezza, anche in via provvisoria, diversa dal ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario (OPG), salvo quando siano acquisiti elementi dai quali risulta che ogni altra misura (termine molto generico) non è idonea ad assicurare cure adeguate e a contenere la pericolosità sociale (lettera b)), come sostituita dal Senato.

c) il comma 2 attribuisce poteri sostitutivi qualora dalle comunicazioni delle regioni risulti che lo stato di realizzazione e riconversione delle strutture sia tale da non garantire il completamento del processo di superamento entro il termine previsto:
il Senato ha approvato modifiche con le quali in particolare si dispone che:

1) l'accertamento di pericolosità sociale avviene unicamente sulla base delle qualità

soggettive della persona (comma 1, lettera b));

2) la sola mancanza di programmi terapeutici individuali non costituisce elemento idoneo a supportare il giudizio di pericolosità sociale (comma 1, lettera b));

3) le misure di sicurezza provvisorie, compreso il ricovero nelle REMS, non possono durare oltre il tempo della pena detentiva (comma 1-quater));

4) le regioni predispongono programmi individuali di dimissione di ciascuna delle persone ricoverate, provvedono a riqualificare i dipartimenti di salute mentale (comma 1-ter)), organizzano corsi di formazione per i percorsi terapeutici (comma 1-bis));

5) entro trenta giorni dalla entrata in vigore della legge di conversione è attivato, presso il Ministero della salute, un tavolo per il superamento degli OPG con funzioni di monitoraggio e coordinamento (comma 2-bis)),



impegna il Governo

a verificare che le regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano provvedano anche al potenziamento anche delle strutture intermedie di secondo livello volte ad ospitare i casi meno gravi.

9/2325/
38. Daga.

Vi segnalo articolo su Roma Capitale e la guerra alla zanzara tigre

Segnalo questo contributo del Gruppo di studio su Salute e Ambiente
relativo all’ORDINANZA di ROMA CAPITALE N. 58 dell’ 8 aprile 2014 (Interventi di contrasto alla proliferazione della Zanzara tigre)

buona lettura
e diffondiamo l'informazione!

http://gruppodistudioambientesalute.wordpress.com/2014/07/01/roma-capitale-segue-lillusorio-protocollo-tossico-per-debellare-la-zanzara-tigre/