venerdì 30 agosto 2013

ACQUA PUBBLICA: il M5S Frosinone invita i Sindaci a rescindere il contratto con Acea Ato5

ACQUA PUBBLICA: il M5S Frosinone invita i Sindaci della Provincia a rescindere il contratto con Acea Ato5 SpA

Il prossimo 9 settembre è convocata la conferenza dei Sindaci di Frosinone e Provincia, si parlerà della proposta di risoluzione del contratto con Acea Ato5 SpA (partecipata di Acea Spa).
Il M5S di Frosinone scrive al Sindaco Nicola Ottaviani: "ci aspettiamo che l'esito del referendum del 2011 venga rispettato".

Il Parlamento tornerà ad avere legittimità democratica solo quando rispetterà la volontà popolare espressa con il referendum 2011!


sabato 24 agosto 2013

ACQUA PUBBLICA - a Chiavari via il profitto dalla bolletta!!!

Lo scorso 6 agosto il Giudice di Pace di Chiavari ha condannato la Idrotigullio Spa a restituire ad un'attivista del comitato locale, in quanto utente del servizio idrico integrato, oltre che la quota di "remunerazione del capitale investito" comprensiva di interessi, percepita dalla società dal 21 luglio 2011 al 31 luglio 2011, anche 600 euro di spese legali liquidate per via equitativa.

L'aspetto più interessante della sentenza ricade su diversi passaggi in cui si contesta la presunta potestà legislativa dell'AEEG, Autorità per il Gas e l'Energia, con riferimenti precisi al referendum del 2011 e vengono espressi seri dubbi sulle sue nuove delibere in campo tariffario.
Per la prima volta non solo viene data ragione al cittadino non essendo ancora in vigore il nuovo sistema tariffario, che secondo l'AEEG garantirebbe i rimborsi della quota eliminata via referendum, ma si sottolinea che il metodo tariffario (sul quale il Giudice di Pace esprime in ogni caso notevoli riserve) deve essere subordinato al risultato normativo del referendum.

Di seguito l'annuncio dei Comitati locali per l'Acqua Pubblica

Dopo una lunga battaglia legale durata un anno al giudice di pace di Chiavari possiamo finalmente gioire della vittoria di Elisabetta, che ha preteso da Idrotigullio la restituzione del 22% della sua bolletta, la quota di profitto che attualmente (e illecitamente) ancora paghiamo a valle del referendum del 2011, contestata anche dalla campagna nazionale di Obbedienza civile del Forum dei Movimenti per l'Acqua.
La sentenza oltre a ribadire più volte il valore legislativo -troppo spesso dimenticato- dell'istituto referendario riconosce anche all'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas, autorità che ha prodotto il nuovo sistema tariffario che subdolamente aggira il referendum (per questo denominato "taruffa", cioè tariffa-truffa), un limitato potere amministrativo comunque subordinato all'esito referendario ed esprime sinceri dubbi sul fatto che il nuovo metodo possa anche in futuro garantire qualsiasi tipo di rimborso.
Se ne ricordino anche i nostri sindaci che da tempo oppongono al Forum dei Movimenti per l'Acqua le scuse più impensabili per non riconoscere l'esito referendario, in un gioco delle tre carte tra Conferenza dei Sindaci, gestore e Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas che a più di due anni dal referendum ha davvero passato ogni limite.
E' bene ribadire a questi signori che questa di Elisabetta era solo una causa pilota ma ora viene il bello: non ci fermeremo fino a quando non verrà avviato un serio processo di ripubblicizzazione che cominci con la totale ed immediata eliminazione di ogni forma di profitto dall'acqua.
Non ci hanno fermati, contro di noi, i professionisti di uno degli studi legali più famosi e importanti di Genova: su di essi hanno avuto la meglio il coraggio di Elisabetta, un atto di citazione messo assieme sulle mailing list facendo tesoro dell'esperienza di persone che hanno lottato una vita, un avvocato patrocinante, Rino Tortorelli, anche lui militante nel comitato acqua pubblica, il sostegno del Movimento Consumatori ma soprattutto le centinaia di persone che hanno partecipato ai vari flash mob ed espresso solidarietà ad Elisabetta nei modi e nelle forme più diverse.
Questa è la nostra forza, tante gocce d'acqua che formano un fiume impetuoso. E non ci fermeremo davanti a nulla.
Comitati Acqua Pubblica Genova e Tigullio
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
 

martedì 13 agosto 2013

Condividere strumenti ed esperienze

La bici rispetta l'ambiente, tutela la salute e migliora l'umore, non consuma e non produce emissioni nocive.
Per una corretta manutenzione fai da te, rivolgiti alle http://ciclofficinepopolari.it/

La ciclofficina è quel luogo dove si incontrano passanti dalle mille storie e dove si condividono strumenti (gli attrezzi veri e propri) per proseguire il cammino nella retta...via a due ruote ;)

domenica 11 agosto 2013

La Cassa Depositi e Prestiti sia pubblica e sociale

La Cassa Depositi e Prestiti sia pubblica e sociale
- Domenico Musella – First Line Press -
Intervista a Marco Bersani di Attac Italia



Mai sentito parlare della Cassa Depositi e Prestiti? Sfogliando le pagine virtuali di First Line Press vi sarete imbattuti in questo nome nelle varie puntate dell’inchiesta sul servizio idrico portata avanti da Lorenzo Giroffi in giro per l’Italia. In ogni caso segnatevelo, perché ne sentirete parlare molto e riguarda uno dei tanti scandali del nostro Paese.
La Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) è un istituto che, come in altri Paesi, attinge ai risparmi dei cittadini depositati alle Poste (in Italia, oggi, circa 230 miliardi di euro) per concedere agli enti locali prestiti a tassi agevolati che consentano investimenti di pubblica utilità (per “far crescere l’Italia”, come recita il suo slogan). O meglio, nel nostro Paese è andata così fino a una decina di anni fa, quando tale ente è stato di fatto privatizzato dal Governo diventando una Società per Azioni e, come prevedibile, ha cambiato fini e mezzi.

Portandoci in una situazione in cui dei privati investono i soldi della collettività senza che quest’ultima possa decidere o controllare dove tale denaro va a finire. Ed infatti molto spesso esso va a finire in speculazioni private che non solo non apportano alcun beneficio ai cittadini “prestatori”, ma anzi spesso arrecano loro danni in termini di privazione di servizi che dovrebbero essere pubblici e beni che dovrebbero essere comuni.

Non è un caso che da diverse settimane vari comitati su tutto il territorio nazionale sono impegnati in contestazioni della Cassa Depositi e Prestiti (come nella foto a fianco) e nella proposta di un nuovo modo di concepire la finanza pubblica durante le varie tappe del tour che la società sta attuando tra gli enti locali.
Per capirne qualcosa di più intervistiamo uno di quelli che in Italia conosce meglio la Cassa. Si tratta di Marco Bersani, storico attivista e coordinatore nazionale di Attac Italia, tra i promotori del neonato Forum per una nuova finanza pubblica e sociale (di cui vi abbiamo accennato qui). Recentemente per i tipi delle Edizioni Alegre è uscito il suo ultimo libro CatasTroika. Le privatizzazioni che hanno ucciso la società.

Una società privata che investe senza controlli denaro pubblico, per perseguire interessi privati. Ci spiega, a grandi linee, come funziona questo meccanismo infernale della Cdp?
Cassa Depositi e Prestiti è stato ente dello Stato dalla sua nascita nel 1850 e sino al 2003. In quell’anno è stata trasformata in società per azioni e al suo interno sono entrate col 30% di capitale le fondazioni bancarie, ovvero i principali azionisti delle banche di riferimento. Da quel momento, qualsiasi investimento di Cdp deve avere come scopo principale quello di produrre utili per gli azionisti (in dieci anni, le fondazioni bancarie hanno portato a casa dividendi pari a oltre il 10% annuo). Questo ha comportato che, per quanto riguarda il finanziamento degli investimenti degli enti locali, è scomparso il tasso agevolato, fino ad allora applicato, sostituito dal tasso di mercato; mentre per quanto riguarda gli altri investimenti, le scelte hanno unicamente scopi finanziari, senza nessuna considerazione dei bisogni del paese e delle necessità delle comunità locali.

In che modo la gestione di questo ente influisce su diritti fondamentali che lo Stato dovrebbe garantire ogni giorno alle persone, come quello alla casa, all’acqua e ai beni comuni (sui quali nel 2011 si è chiaramente espressa la popolazione con un referendum di cui è stato tra i promotori), ai servizi pubblici?
Cassa Depositi e Prestiti opera attraverso diversi fondi. Uno di questi è il Fondo italiano per le infrastrutture (F2i), nato da un connubio tra Cdp (15,99%), Intesa Sanpaolo, Merrill Lynch, Unicredit, le fondazioni bancarie e due Casse di previdenza professionali. Questo fondo opera nel settore dei servizi infrastrutturali e in pochi anni è entrato nei settori del gas, dei rifiuti, dei servizi idrici, delle telecomunicazioni e delle infrastrutture autostradali e aeroportuali. Un vero e proprio assalto ai beni comuni degli enti locali, verso i quali F2i si propone come partner ideale per accompagnarli nella privatizzazione dei servizi pubblici. Un secondo fondo è il Fondo Strategico Italiano (FSI), controllato da Cdp, che interviene nel capitale azionario di aziende per migliorarne la competitività; in base a questi criteri, FSI è entrato nell’inverno scorso nel capitale sociale di Hera SpA (multiutility dei servizi idrici, energetici e ambientali dell’Emilia Romagna) per favorirne la fusione con la omologa Aps-Acegas di Padova e Trieste.
Sono solo alcuni esempi di come Cassa Depositi e Prestiti utilizza il risparmio postale di 12 milioni di famiglie per favorire l’espropriazione delle stesse in termini di beni e servizi pubblici.

Che legame c’é tra l’attuale attività della CDP, le politiche europee (e mondiali) di austerity e tutta la retorica della crisi e del debito? Si tratta di scelte solo nazionali o ci sono decisioni e interessi più ampi?
Le scelte sono nazionali, ma è ovvio che il telaio in cui si affermano è quello delle politiche monetariste dell’Unione Europea. L’ossessione sulla riduzione del debito pubblico, il Fiscal Compact, il Patto di Stabilità e Crescita sono tutte norme europee che hanno lo scopo di far arretrare il “pubblico” da qualsiasi funzione economica e sociale per consegnare beni e servizi ai mercati finanziari. Cassa Depositi e Prestiti, coi suoi oltre 230 miliardi di euro di risparmio postale, invece di divenire il veicolo di un altro modello economico e sociale, è di fatto il soggetto attuatore in Italia delle volontà delle grandi lobby finanziarie europee.

Cos’è questo tour che la Cassa Depositi e Prestiti sta facendo con gli enti locali e che voi contestate?
Recentemente, Cassa dp ha istituito il FIV (Fondo per la valorizzazione degli immobili) attraverso il quale si propone come partner degli enti locali per la messa sul mercato di tutto il patrimonio pubblico in mano ai Comuni.
In pratica, Cdp si propone per valutare gli immobili comunali stabilendone un prezzo. Se il Comune riesce a vendere sul mercato l’immobile in oggetto ad un prezzo superiore l’affare è fatto; se non riesce, Cdp lo compra al prezzo pattuito e poi lo mette sul mercato. Senza nessuna considerazione per il possibile riuso sociale degli immobili di proprietà comunale, Cdp favorisce il bisogno di cassa “qui ed ora” dei Comuni strangolati dal patto di stabilità e dalla spending review, portandone avanti in prima persona la svendita alla speculazione immobiliare.
Poiché Cdp sta girando l’Italia per spiegare agli enti locali questo nuovo “prodotto”, noi la contestiamo dovunque nel metodo e nel merito.

Veniamo ai movimenti che invece propongono la ripubblicizzazione della CDP, all’interno di una proposta più ampia per un nuovo tipo di finanza pubblica. Chi sono, che tipi di azioni stanno portando avanti?
Dopo le due assemblee di Roma (2 febbraio) e di Milano (16 marzo), sabato 13 aprile a Firenze è nato il Forum per una nuova finanza pubblica e sociale. Lo compone un variegato mondo di comitati territoriali, associazioni e reti di movimento, organizzazioni sindacali, associazioni religiose.
Con due obiettivi concreti di lavoro: il primo è il rifiuto della trappola del debito, così come viene costruito dai diktat delle lobby monetariste italiane ed europee, e la proposta di avviare a livello nazionale e locale un’inchiesta popolare sulle cause dello stesso (audit), per deciderne assieme quale parte va rifiutata perché giuridicamente “illegittima” e “odiosa”, e quale parte va ristrutturata secondo tempi e modalità che non pregiudichino i diritti e il reddito delle popolazioni. Il secondo obiettivo è la socializzazione del credito, ribaltando la prospettiva di un paese come l’Italia che è passato da un controllo pubblico sul sistema bancario pari al 74% nel 1992 all’attuale zero per cento. Per questo diventa centrale la socializzazione della Cassa Depositi e Prestiti, azienda strategica del Paese con oltre 300 miliardi di attività, 235 dei quali frutto del risparmio postale di cittadini e lavoratori. Tre giorni di iniziativa in tutti i territori sono stati già fissati per il 16-17 e 18 maggio, mentre sono allo studio due leggi nazionali d’iniziativa popolare per aprire una nuova fase di alfabetizzazione popolare nel Paese sui temi del debito, della finanza e della democrazia.

Fonte: http://www.informarexresistere.fr/2013/05/12/la-cassa-depositi-e-prestiti-sia-pubblica-e-sociale/

5 mesi di libertà!

5 mesi di libertà!

Istituzione del reddito di cittadinanza, esenzione delle microimprese dall’Irap, accesso gratuito alla rete per la cittadinanza, esenzione dall’Imu per la prima casa, non pignorabilità della prima casa o azienda, fatturazione elettronica, superamento del blocco delle assunzioni nella PA, risorse per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, affitto di terreni demaniali per uso agricolo, abolizione dei contributi pubblici ai partiti, impossibilità di candidarsi in Parlamento per più di due mandati, abolizione delle provincie.

 Queste sono solo alcune delle proposte di legge del M5S nei suoi primi 100 giorni in Parlamento, durante i quali ha lasciato allo Stato 42 milioni di euro di finanziamento pubblico e restituito 1 milione e mezzo di diarie parlamentari.

Cosa significa tutto ciò? E' una dichiarazione di assoluta diversità dai partiti: il non rispondere agli interessi di nessuno, ma solo a quelli di tutti. Il non dover obbedire a sponsor palesi o occulti, non sottostare a ricatti, minacce o oscuri accordi, non pensare ai voti o ai soldi o alla carriera, non dover ottemperare a pretese di entità straniere o sovranazionali.

In una parola, libertà.
Forse per la prima volta nella storia recente della Repubblica, esistono 157 parlamentari completamente liberi, 157 cittadini liberi di occuparsi solo dell'interesse collettivo.
Questa, pensateci, è davvero una rivoluzione senza precedenti.

venerdì 2 agosto 2013

Chiusi dentro la Galleria Henry

Il 26 luglio, alcuni deputati del M5S sono andati a ispezionare il parco geominerario del Sulcis.
Esperienza illuminante su quali possono essere i rapporti tra i politici locali e una forza politica che si occupa della corretta gestione del bene pubblico.
 
IGLESIAS, 27 luglio – “L'atteggiamento di Igea spa, ente della Regione Sardegna, sul Parco Geominerario è incredibile. Nessuno ha voluto riceverci e come se non bastasse una volta entrati nei pressi della Galleria Henry siamo stati chiusi lì dentro”. Questa la denuncia dei deputati del MoVimento 5 Stelle che ieri hanno visitato il Parco Geominerario.
Al centro della questione il comportamento di Igea, società che dovrebbe occuparsi soltanto della bonifica “ma che di fatto gestisce l'area del Parco”, sottolineano i parlamentari Andrea Vallascas, Paola Pinna, Federica Daga, Massimo De Rosa e Alberto Zolezzi. “La stessa società non sta né procedendo alle bonifiche né alla riconversione turistica, ma si occupa della semplice gestione impedendo l'accesso ad aree di grande pregio con l'incomprensibile chiusura nei weekend”.
“L'Igea spa aveva autorizzato la nostra visita per poi annullarla comunicandoci via fax di uno stato di agitazione del personale, mentre in realtà l'area nella mattina di ieri è stata aperta ai visitatori. Va fatta chiarezza su diversi aspetti e vicende che nel corso degli anni hanno visto Igea spa al centro di numerose segnalazioni da parte dei cittadini”.
I deputati M5S lanciano un appello alla Regione ed ai ministeri competenti. "Serve trasparenza e una ferma determinazione per avviare finalmente gli investimenti sul Parco Geominerario, riavviare il lavoro e l'economia e, dove necessario, riportare la legalità”.

Lettera aperta di Roger Waters

Ho trovato un post con la traduzione della lettera di Roger Waters.
La riporto in questo blog-diario per non perderla.
Buona lettura,
Fé.


1 agosto 2013

C'è stato qualche commento su internet, a proposito di The Wall in Belgio, al quale sento di dover dare risposta.
 
Un certo Alon Onfus Asif, israeliano residente in Belgio, è venuto a vedere The Wall in Belgio la scorsa settimana e, essendo un tipo dotato di acuto spirito di osservazione, ha notato una stella di David sul maiale che viene distrutto dal pubblico alla fine dello spettacolo. Dopodiché Alon ha doverosamente filmato il nostro maiale con il proprio telefonino, ha postato il video e ha avvertito il quotidiano israeliano Yediot Ahronot. Questa storia è stata prontamente ripresa dal sempre vigile Rabbino Abraham Cooper, decano del Simon Wiesenthal Center, e lo sproloquio che ne è seguito, del tutto prevedibile, si può leggere qui: 
 http://www.algemeiner.com/2013/07/24/massive-pig-balloon-at-roger-waters-concert-features-star-of-david-video/

Spesso ignoro tranquillamente simili attacchi, ma le accuse del rabbino Cooper sono talmente feroci e bigotte da esigere risposta.

Caro rabbino Cooper,
 
ritengo il Suo sfogo provocatorio e inutile e mi permetto di far notare che può solo ostacolare ogni passo avanti verso la pace e la comprensione tra i popoli. È anche estremamente offensivo per me personalmente, dal momento che mi accusa di essere "antisemita", di "odiare gli ebrei" e di essere un "filonazista".
 
Ho tre cose da specificare al riguardo:
 
1. L'uso che Lei fa dell'aggettivo "antisemita"
Per prima cosa, Le segnalo una dichiarazione della "Lega Anti Diffamazione", organizzazione americana il cui scopo dichiarato è quello di difendere dagli attacchi il popolo ebraico e l'Ebrasimo tutto. Recentemente hanno dichiarato: "Pur essendoci augurati che il sig. Waters avrebbe evitato di utilizzare la Stella di David, crediamo di non ravvisarvi alcun intento antisemita."
Ci tengo a precisare che, durante lo spettacolo, utilizzo anche il crocifisso, la mezzaluna con la stella, falce e martello, il logo della Shell, il simbolo di McDonald's, quello del dollaro e quello della Mercedes.
 
2. Uno che odia gli ebrei?
Ho molti cari amici ebrei, uno dei quali - aspetto piuttosto interessante - è il nipote del compianto Simon Wiesenthal. Sono orgoglioso di questo legame; Simon Wiesenthal era un grande uomo. Ho anche due nipoti, che amo più della mia vita, la cui madre - mia nuora - è ebrea e di conseguenza, così mi dicono, lo sono anche loro. 

3. Nazista?
Non solo mio padre, il secondo tenente Eric Fletcher Waters, è morto in Italia il 18 febbraio 1944 combattendo contro i nazisti, ma io stesso sono cresciuto nell'Inghilterra del dopoguerra, luogo in cui ho ricevuto i più meticolosi insegnamenti sul nazismo e dove non mi è stato risparmiato alcun dettaglio degli orrendi crimini commessi in nome della più folle delle ideologie. Ricordo le amiche di mia madre, Claudette e Maria, ricordo i loro tatuaggi, erano due sopravvissute, due delle fortunate.
 
Mia madre ha passato tutto il resto della sua vita impegnandosi in politica, per assicurarsi che i nessuno dei suoi figli e i suoi nipoti, che nessun figlio e nessun nipote di chiunque, nero, bianco, gentile, ebreo, latino, asiatico, musulmano, hindu, buddista, ecc. avesse in futuro una spada di Damocle, nella forma del tanto disprezzato credo nazista, sospesa sulla testa.

Da parte mia ho fatto del mio meglio per seguire le orme dei miei genitori. All'età di quasi 70 anni, sull'esempio di mio padre e di mia madre e di tutto ciò che hanno fatto, ho resistito, come meglio ho potuto, in difesa di Signora Libertà.

Lo spettacolo The Wall, da lei attaccato con argomentazioni così deboli, è molte cose: è una riflessione, è un inno alla vita, è ecumenico, umano, amorevole, contro la guerra, anticolonialista, per l'accesso universale al diritto, per la libertà, la cooperazione, il dialogo e la pace, è contro l'autoritarismo, antifascista, antiapartheid, antidogmatico, internazionale nello spirito, musicale e satirico.

Quello che non è: NON E' ANTISEMITA né FILONAZISTA.

Sono stato spesso oggetto di attacchi da parte della lobby filoisraeliana a causa del mio sostegno al movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni), cosa che non voglio approfondire in questa sede, chiunque sia interessato può avere accesso al discorso che ho fatto alle Nazioni Unite il 29 novembre dell'anno scorso.

Tuttavia devo dire questo: in una teocrazia effettiva è quasi inevitabile che il simbolo della religione finisca per confondersi con il simbolo dello Stato, in questo caso lo Stato di Israele, uno stato che pratica l'apartheid sia all'interno dei propri confini che nei territori che ha occupato e colonizzato dal 1967.

Piaccia o no, la stella di David rappresenta Israele e le sue politiche ed è legittimamente soggetta a qualsiasi forma di protesta non violenta. Protestare pacificamente contro la politica razzista, interna ed estera, di Israele non è anti-semita. Il suo ragionamento secondo cui, visto che io critico la politica del governo israeliano, dovrei essere associato ai Fratelli musulmani, fa ridere ed è, nuovamente, un'offesa personale. Ho passato tutta la mia vita adulta sostenendo la separazione tra chiesa e stato.

Ad ogni replica di The Wall, in qualunque Paese ci troviamo, invito 20 veterani nel backstage durante l'intervallo per incontrarci, scambiare strette di mano, auguri e ricordi. Durante uno spettacolo, circa un anno fa, un vecchio veterano, del tempo del Vietnam a occhio e croce, mi ha fissato, mi ha bloccato mentre uscivo, mi ha porto la mano, che ho afferrato, e non mi lasciava andare, mi ha guardato negli occhi e mi ha detto "Tuo padre sarebbe fiero di te".

Le lacrime mi bruciano gli occhi.
 
The Wall sta raggiungendo anche Lei e tutti gli altri rabbini Cooper che ci sono là fuori.
 
Venga a vedere lo spettacolo!

Con amore

Roger


P.S.
Per mettere tutto nella giusta prospettiva: il maiale gonfiabile che ha tanto offeso il giovane Alon è apparso in ogni replica di The Wall a partire da settembre 2010, parliamo di circa 193 spettacoli, e la Sua è la prima lamentela. Inoltre, il maiale in questione rappresenta il Male, e più precisamente il male del governo che sbaglia. Regaliamo al pubblico questo simbolo di repressione alla fine di ogni spettacolo e la gente fa sempre la cosa giusta. Lo distrugge.

Fonte: http://www.facebook.com/notes/roger-waters-the-wall/an-open-letter-from-roger-waters/688037331210720

Traduzione di Elena Bellini e Renato Tretola