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sabato 23 maggio 2015

Acqua, M5S: "Nel Lazio un'aggressione inaudita al bene pubblico"

Acqua, M5S: "Nel Lazio un'aggressione inaudita al bene pubblico"

Roma, 22 maggio 2015 - «Ci preoccupa la notizia del possibile commissariamento della Regione Lazio per mancata legiferazione in materia di organizzazione del Servizio idrico integrato. Esiste una legge approvata all'unanimità dal Consiglio regionale per la gestione pubblica del SII di cui mancano però i decreti attuativi che una volontà politica impermeabile alla volontà di sindaci, comitati e cittadini sta evitando di discutere. Da tempo il Movimento 5 Stelle è impegnato in Consiglio Regionale per sollecitare la discussione della legge 238, elaborata dai Comitati per l'Acqua Pubblica, perl'individuazione degli Ambiti Territoriali Ottimali e la 241, elaborata dal M5S per modificare la legge 5 per superare l'impugnativa della Corte Costituzionale». È il commento della Commissione Ambiente del M5S alla Camera sottolineando il lavoro svolto dal M5S Lazio.

«Il commissariamento - sostiene il M5S Lazio - rappresenta una chiara via di fuga calata dall'alto per evitare di gestire l'acqua secondo i principi dettati dagli esiti referendari aprendo di fatto la strada ad ACEA spa come gestore unico nel Lazio. È chiaro che tutto ciò fa comodo al PDlaziale che così non tradirebbe il patto con ACEA spa. Non ci piace l'atteggiamento di Refrigeri che da mesi stadichiarando di lavorare ad una proposta di legge sugli Ambiti di Bacino Idrografico senza alcun riscontro reale. Contemporaneamente diversi comuni Laziali che non hanno ancora ceduto le infrastrutture idriche al gestore del SII vengono diffidati a farlo dalla stessa Regione Lazio imponendo di fatto l'entrata in società, come la Talete spa gravemente indebitata».

Secondo il M5S, l'aggressione ai beni comuni partita dal PD con lo Sblocca Italia sta continuando la sua marcia con la complicità di Zingaretti che sta di fatto ignorando la volontà espressa dai cittadini tramite gli esiti referendari. Chiediamo l'immediatacalendarizzazione delle due proposte di Legge, la 238 e la 241, per la tutela di un bene comune come l'acqua, un diritto umano inviolabile che deve essere definitivamente estromesso dalle logiche di mercato.

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/2015/05/acqua-m5s-nel-lazio-unaggressione-inaudita-al-bene-pubblico.html

giovedì 21 maggio 2015

"In difesa dell'acqua del sindaco" - 26 comuni del Lazio ricorrono al Tar contro il "gestore unico" e lo Sblocca Italia

"In difesa dell'acqua del sindaco" - 26 comuni del Lazio ricorrono al Tar contro il "gestore unico" e lo Sblocca Italia

Mentre il Lazio rischia il commissariamento, da comitati e sindaci un'alternativa possibile.

Ieri mattina, presso la sede dell'Anci Lazio, sono stati presentati i ricorsi al Tar promossi da 26 comuni del Lazio per l’annullamento delle diffide della Regione Lazio a cedere le infrastrutture idriche al gestore unico.

Gli Avvocati Angelo Annibali, Alberto Floridi e Andrea Ruffini hanno illustrato i principi dell'azione legale che, pur partendo da un livello locale, presenta impatti potenziali a livello nazionale, chiamando in causa anche la disciplina comunitaria.

I ricorsi, in primis, contestano il contrasto tra le diffide inviate ai comuni dalla Regione Lazio e la Legge Regionale 5/2014 "Tutela, governo e gestione Pubblica delle acque", con la quale la Regione si è impegnata a ridefinire i nuovi Ambiti di bacino e i relativi Enti di Governo, azione da considerarsi preliminare rispetto all'imposizione ai Comuni a cedere le proprie infrastrutture idriche. Un passaggio quantomai urgente, dato che da fonti ministeriali giunge la notizia di un imminente commissariamento se la Regione Lazio rimarrà inadempiente sulla definizione dei nuovi Ambiti. Per evitarlo comitati e sindaci hanno presentato da mesi un testo di legge all'Assessore Refrigeri, tradotto nella proposta consiliare n°238, che rappresenta un'alternativa possibile e coerente ma che, attualmente, langue in VI Commissione.

La Regione Lazio è invece “puntuale” nell'esigere dai Comuni gli adempimenti previsti dallo Sblocca Italia, motivo per cui l'azione legale affronta anche la normativa nazionale. Nel ricorso, primo caso in Italia, si formulano infatti eccezioni di costituzionalità sull'art. 7 dello "Sblocca Italia" sotto un duplice profilo: sulla idoneità dello strumento del decreto legge, poichè secondo i ricorrenti difettano i presupposti di estrema urgenza dichiarati dal Governo; e sul rispetto del riparto delle competenze legislative tra Stato e Regione.

Sempre l'art.7, riguardo all'obbligo di affidamento del servizio idrico al gestore unico, viene inoltre rimesso al giudizio innanzi della Corte di Giustizia UE per la valutazione della compatibilità con l’art. 106 del Trattato. Le modalità di scelta del gestore cui affidare il servizio idrico, così come emergono dallo Sblocca Italia, entrano infatti nel merito delle caratteristiche del “nuovo” gestore cui i comuni devono affidare il servizio limitando, di fatto, la concorrenza e configurando un aiuto di stato a quelle poche imprese private che possiedono le caratteristiche indicate.

In secondo luogo - ma non meno importante - viene contestata l’idoneità di Acea ATO 2 S.p.A., per i comuni della Provincia di Roma e di Talete S.p.A., per quelli del Viterbese, riguardo alla conformità all’ordinamento comunitario degli attuali affidamenti sollevando, anche in questo caso, un tema scottante che riguarda anche altre multiutilities italiane. Nel caso di Talete S.p.A. viene meno anche il criterio di “efficienza ed economicità”, obbligando I comuni ad entrare in una gestione ormai fallimentare.

Tra i rappresentanti dei comuni presenti sono intervenuti quello di Montalto di Castro, di Civitavecchia e di Corchiano, ricordando come questa azione legale abbia profonde radici politiche, intrecciate con la difesa dei beni comuni e del territorio locale, in un momento in cui tali valori sono ogni giorno sotto attacco.

Valori che sono stati al centro della vittoriosa battaglia referendaria del 2011, della quale ricorrerà il quarto anniversario il prossimo 12-13 giugno.

Un anniversario che vedrà, ancora una volta, i comitati in prima fila a difesa di quel risultato.

Roma, 20/5/2015
Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio
www.acquabenecomune.org

mercoledì 20 maggio 2015

Renzi e lo Sblocca Italia commissariano Refrigeri e la Regione Lazio

Renzi e lo Sblocca Italia commissariano Refrigeri e la Regione Lazio

“Il governo Renzi pronto al commissariamento di quelle Regioni che ancora non hanno legiferato in materia di organizzazione del servizio idrico integrato. Sono 6 le Regioni interessate e oggetto di un prossimo dpcm con il quale vengono diffidate ad adempiere entro 30 o 90 giorni agli obblighi imposti dalla legge di stabilità in materia di individuazione degli enti di governo d'ambito per la gestione del servizio idrico sul territorio.
Trenta giorni verranno dati a Calabria, Lazio, Umbria e Marche, mentre 90 giorni verranno dati a Campania e Sicilia per individuare gli enti territoriali, ai quali la legge affida il compito di determinare le tariffe dell'acqua, approvare il piano d'ambito e i piani di interventi infrastrutturali sul territorio.
Se queste sei regioni non individueranno gli enti di gestione, Palazzo Chigi - d'intesa con il ministero dell'Ambiente - attiverà i poteri commissariali sostitutivi previsti dallo Sblocca Italia (dl 133/2014), avocando a sé questa attività.”

Questa la notizia che in questi giorni apprendiamo dalle agenzia stampa e dal notiziario “Quindici” di Federutility.

Comitati e Sindaci hanno presentato da tempo un testo di legge all'Assessore Refrigeri, tradotta poi nella proposta consiliare n. 238, che eviterebbe il commissariamento e che rappresenta l'alternativa concreta al sistema attuale e alla proposta di ATO unico tanto voluta dal Governo, ma che ad oggi risulta ancora ferma nei cassetti della VI Commissione presieduta dal PD Panunzi.

La Regione Lazio è stata invece rapidissima nell'esigere dai Comuni gli adempimenti previsti dallo Sblocca Italia, atto che ha spinto 26 comuni ad avviare una azione legale presso il TAR per l’annullamento delle diffide della Regione Lazio a cedere le infrastrutture idriche al gestore unico.

Mi domando se Refrigeri e Zingaretti preferiscano farsi commissariare piuttosto che discutere la legge sugli ABI proposta dai Comitati.

Mi domando che fine abbia fatto l’attuazione della Legge Regionale 5/2014 "Tutela, governo e gestione Pubblica delle acque", con la quale la Regione si è impegnata a ridefinire i nuovi Ambiti di bacino e i relativi Enti di Governo, azione da considerarsi preliminare rispetto all'imposizione ai Comuni a cedere le proprie infrastrutture idriche.

A quanto pare è iniziato il conto alla rovescia da parte del Governo…cosa fanno Refrigeri e Panunzi?

Non si possono permettere di tergiversare ulteriormente, trenta giorni passano velocemente, ahimè!

Come sempre noi sappiamo da che parte stare! A difesa dei beni comuni e dei territori, per il rispetto della volontà popolare, al fianco dei Comitati contro poteri forti, privatizzazioni e speculazioni.

Federica Daga
Deputata per il Movimento 5 Stelle – Commissione Ambiente


venerdì 15 maggio 2015

ACQUA: affidamenti alle Spa nella Legge Europea


In commissione Politiche Europee, alla Camera dei Deputati, è in discussione la Legge Europea 2014.
 
Si tratta di un provvedimento che viene redatto dal Governo, che si ripete all'occorrenza poiché consente l'adeguamento della normativa italiana alla disciplina comunitaria, utile anche a sanare eventuali procedure di infrazione.

Dati gli argomenti che tratto solitamente, quest'anno mi sto dedicando all'articolo 7, importante perché modifica la norma riguardante gli affidamenti dei Servizi Pubblici Locali alle società quotate in borsa.

Parliamo quindi di Acqua, Rifiuti e Trasporto Pubblico Locale dati in gestione a soggetti di diritto privato, Società per Azioni che risultano quotate in borsa o sue controllate.

La versione iniziale depositata dal Governo prevedeva che gli affidamenti diretti effettuati dopo la data del 1° ottobre 2003 "a società poste sotto il controllo di societa quotate cessano, improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante, il 31 dicembre 2018".
 
Se la legge fosse stata approvata con questo testo, per gli affidamenti assegnati dopo il 1° ottobre 2003 si poteva riaprire da zero la partita della gestione pubblica visto che la scadenza veniva fissata al 2018.

Provocatoriamente abbiamo depositato questo emendamento (qui l'elenco completo)

7.1.
  Al comma 1, capoverso comma 22 sostituire le parole: cessano alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto. con le seguenti: cessano al 31 dicembre 2015. 

col fine di sanare la situazione della illegittima salvaguardia degli affidamenti diretti a società quotate in borsa se effettuati prima del 1° ottobre 2003.

Troppo bello per essere vero! Pensate che per attuare quanto ci chiede l'Europa si stava finalmente dando anche attuazione al volere referendario!
Devono essersene accorti, e infatti lo scorso 4 maggio 2015, durante la discussione della Legge Europea in commissione, è spuntato fuori un emendamento del Governo, esattamente questo testo:

ART. 7.
  Sostituirlo con il seguente:
Art. 7.
(Disposizioni in materia di affidamento di servizi pubblici locali – Procedure di infrazione n. 2012/2050 e 2011/4003).
1. All'articolo 34 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, il comma 22 è sostituito dal seguente:
  «22. Gli affidamenti diretti assentiti alla data del 31 dicembre 2004 a società a partecipazione pubblica già quotate in borsa a tale data e a quelle da esse controllate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile alla medesima data, cessano alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto; gli affidamenti che non prevedono una data di scadenza cessano, improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante, il 31 dicembre 2020. Gli affidamenti diretti a società poste, successivamente al 31 dicembre 2004 sotto il controllo di società quotate a seguito di operazioni societarie effettuate in assenza di procedure conformi ai principi e alle disposizioni dell'Unione europea applicabili allo specifico affidamento, cessano improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante il 31 dicembre 2018 o alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto se anteriori».
7. 4. Il Governo.

che va a sostituire in toto il primo testo depositato in Gazzetta Ufficiale, cioè quanto riporto di seguito:

Art. 7.
(Disposizioni in materia di affidamento di servizi pubblici locali. Procedure di infrazione n. 2012/2050 e 2011/4003).
      1. Il comma 22 dell'articolo 34 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, è sostituito dal seguente:
      «22. Gli affidamenti diretti, assentiti alla data del 1o ottobre 2003 a società a partecipazione pubblica già quotate in un mercato regolamentato a tale data e a società da esse controllate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile alla medesima data, cessano alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto; gli affidamenti che non prevedono una data di scadenza cessano, improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante, il 31 dicembre 2020. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 3-bis, comma 2-bis, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, e successive modificazioni, gli affidamenti diretti a società poste, successivamente al 1o ottobre 2003, sotto il controllo di società quotate cessano, improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante, il 31 dicembre 2018 o alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto, se anteriore».

Questa modifica è probabilmente intervenuta per il volere delle solite lobby che hanno chiesto di sostituire la data del 1° ottobre 2003 con il 31 dicembre 2004 garantendo così la prosecuzione di numerosi affidamenti fino alla naturale scadenza, perché probabilmente si sono accorti che numerosi affidamenti dati a importanti società quotate in borsa o sue controllate, sono stati fatti dopo il 1° ottobre 2003.

In sostanza, ancora una volta vengono garantiti i profitti di pochi sull'Acqua di tutti!



mercoledì 13 maggio 2015

Acqua sempre più privatizzata

In questo momento si trattano due provvedimenti alla Camera che riguardano l'acqua, uno sull'affidamento del servizio idrico e dei servizi pubblici locali tramite la Legge Europea e l'altro sulla vendita delle partecipate nel cosiddetto DDL Madia.

Tecnicismi per mantenere le privatizzazioni attuali e crearne di nuove.

Il tutto, ora che sono anche sospesa dalla Camera...

mercoledì 29 aprile 2015

TORINO,  PRIMO MAGGIO 2015:  CI SIAMO MA NON  SFILIAMO. PERCHÈ?

Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua - Comitato Acqua Pubblica Torino

www.acquapubblicatorino.org

TORINO,  PRIMO MAGGIO 2015:  CI SIAMO MA NON  SFILIAMO. PERCHÈ ?

Dopo lo svolgimento della Festa dei Lavoratori dello scorso anno abbiamo condiviso all'interno del Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino il disagio di stare in una manifestazione della quale condividiamo i valori assoluti dei diritti dei Lavoratori, ma che è diventata una rappresentazione a beneficio degli esponenti del governo politico nazionale e locale: quegli stessi poteri politici che abbattono e cancellano i diritti fondamentali a cominciare proprio da quelli del lavoro e che hanno svenduto beni comuni a favore della speculazione e dei mercati.

E che ora pretendono di poter sfilare in mezzo a chi subisce quotidianamente le conseguenze delle loro decisioni iperliberiste e anticostituzionali, esenti da critiche come quelle che il Movimento dell’Acqua da sempre esprime con mezzi democratici e non violenti e che oggi più che mai riteniamo doveroso esercitare.

Non vogliamo però che la nostra presenza nel corteo, accanto a quelle autorità, possa apparire come un sostegno al loro operato ma non vogliamo nemmeno rinunciare alla partecipazione, sentendo nostri i valori comuni a tutte le lavoratrici e i lavoratori. Per questo motivo in questo Primo Maggio non sfileremo dietro a quelle autorità. ma saremo fermi in Piazza Castello, presenti ma fuori dal corteo, visibili alle Istituzioni e all’ampio arco sociale presente, per denunciare la crisi democratica che passa anche attraverso la privatizzazione dell'acqua, dei beni comuni e dei servizi pubblici locali a sfregio della volontà espressa da 27.000.000 di cittadini con la vittoria referendaria del 2011.

E nel pomeriggio saremo a Milano all’interno del NoExpo MayDay, animando insieme ad altre realtà lo spezzone delle resistenze territoriali, convinti che è attraverso il rafforzamento delle connessioni che si gettano le basi per il futuro delle nostre comuni lotte.

Il nostro vuole essere un atto pacifico di obiezione necessario e doveroso. Non possiamo più permetterci di far finta di niente perché si scrive acqua, si legge democrazia.

Torino, 29 aprile 2015

 

martedì 21 aprile 2015

ACEA - 23 Aprile - Assemblea Utenti e Lavoratori



Assemblea nazionale degli utenti e dei lavoratori di Acea - 23 aprile 2015

I soci di Acea chiusi a discutere di profitti, i cittadini in piazza per conquistare diritti

Il prossimo 23 aprile si terrà l'assemblea dei soci di Acea S.P.A. Si parlerà di dividendi, indici di mercato, ampliamento del CdA.
Tutto in vista dell'espansione di Acea nel Centro-sud Italia: una gigantesca opera di fusione, che altro non è che una "vecchia" privatizzazione con un nome nuovo.

Per contrapporre l'interesse collettivo a quello di pochi "grandi" azionisti, il 23 si svolgerà anche una grande assemblea pubblica, dove si parlerà di gestione dell'acqua: la qualità del servizio e degli investimenti, la tutela della risorsa idrica e dell'ambiente, la garanzia del diritto all'acqua violato quotidianamente dagli aumenti tariffari e dai distacchi.

Ci saranno cittadini, lavoratori e amministratori locali di tutti i territori sui quali Acea allunga i suoi tentacoli: uniti è possibile far prevalere l'interesse pubblico, come avvenuto con la vittoria referendaria del 2011. Una vittoria che i poteri forti stanno cercando di cancellare, e che dobbiamo invece difendere, a partire dall'applicazione della legge regionale 5 per la gestione pubblica dell'acqua nel Lazio.
Una delegazione di comitati e sindaci si recherà poi alla sede della Presidenza della Regione Lazio, per chiedere l'attuazione della legge regionale 5 e protestare contro le diffide a cedere i propri impianti ricevute da diversi comuni laziali.

Loro saranno poche decine di soci rinchiusi in una sede lontana dalla città, noi in piazza, in difesa di milioni di sì per l'acqua pubblica!

Ore 10.30 Piazzale Ostiense

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

sabato 11 aprile 2015

Mafia Capitale e Acea, esposto alla Corte dei Conti

Mafia Capitale e Acea, esposto alla Corte dei Conti

Abbiamo deciso di depositare un esposto alla Corte dei Conti per segnalare quanto emerso dall'inchiesta pubblicata il 16 gennaio su l'Espresso, relativa agli appalti neri e Mafia Capitale.
Da tale inchiesta abbiamo appreso che Acea S.p.A. non sembra essere affatto estranea alla bufera giudiziaria che ha investito la Capitale. In tale inchiesta si legge che appalti milionari sono stati infatti ripetutamente affidati dalla partecipata del Comune di Roma a ditte legate a Mancini e a Monaco, nomi entrambi noti alla Procura di Roma.

Da tale inchiesta emergono una serie di appalti i cui costi sono aumentati in modo esponenziale negli anni, peraltro in alcuni casi senza giungere a conclusione dei lavori. Aumenti dei costi che si traducono in aggravi tariffari per gli utenti, i quali subiscono, senza un effettivo potere di concertazione, i pregiudizi derivanti dalla cattiva gestione di un bene comune primario. Sembrano, inoltre, emergere connessioni con società, anch'esse collegate con il Mancini, impegnate, in forma di ATI, nella realizzazione di un impianto di trattamento meccanico e biologico della frazione residuale e della frazione organica dei rifiuti urbani da realizzare in contrada Bellolampo nel Comune di Palermo, a dimostrazione della dilagante illegalità nella gestione dei rifiuti su tutto il territorio nazionale. Risulta, inoltre, una indagine della Procura di terni su presunte incongruenze nei bilanci di Acea S.p.A., in riferimento ad un impianto di incenerimento di Terni.
 
Quanto abbiamo riportato nell'esposto ci lascia quantomeno perplessi considerate le riserve già espresse dalla Corte dei Conti in una relazione del 2003 in merito all'affidamento per 30 anni del servizio idrico integrato ad Acea Ato 2, in uno dei bacini più grandi d'Europa e il maggiore a livello nazionale con 3,7 milioni di utenti tra Roma e altri 110 comuni dell'hinterland romano, della provincia di Frosinone e Viterbo.


Abbiamo quindi segnalato alla Corte (prima firma Federica Daga) che in base ai fatti e alle circostanze descritti sembrano profilarsi responsabilità amministrative di carattere erariale da ascriversi a carico di coloro che ne risulteranno gli autori, con particolare riferimento all'operato dei Sindaci p.t. del Comune di Roma, degli assessori competenti in carica dal 1999 ad oggi e dei rappresentanti della Conferenza dei Sindaci della ATO2.
Con tale esposto abbiamo quindi richiesto alla Corte dei Conti di verificare se sussistano ipotesi di illecito contabile e responsabilità per danno erariale cagionati ai danni della collettività conseguenti ai comportamenti dei soggetti coinvolti.


giovedì 9 aprile 2015

L'AEEGSI mette a rischio il diritto all'acqua? Provi a stare senza!

L'AEEGSI mette a rischio il diritto all'acqua? Provi a stare senza!
Distacco simbolico nella sede dell'Autorità, per lanciare la rete romana degli sportelli contro i distacchi idrici

Oggi un gruppo di attivisti della rete “Diritto alla città” ha chiuso il contatore dell'acqua della sede dell'Autorità per l'Energia il Gas e il Servizio idrico (AEEGSI), per far provare cosa significa rimanere anche solo mezza giornata senz'acqua.
Dietro una rispettabile facciata l'azione dell'AEEGSI sta infatti facendo aumentare le bollette e mettendo a rischio il diritto all'acqua in tutta Italia.
L'autorità “indipendente”, i cui stipendi sono però pagati dai gestori, ha avanzato una proposta alla Commissione Ambiente al Senato, subito recepita dal Sen. Mirabelli (PD), che cancella il diritto al flusso minimo vitale idrico per chi si trova in situazioni di morosità. Come dire che il diritto all'acqua non deve essere universale, con buona pace dell'ONU e di un referendum che hanno affermato il contrario.
In tutta Italia i gestori stanno intensificando i distacchi idrici come metodo di recupero crediti, ma in risposta stanno nascendo esperienze di resistenza dal basso, come la rete di sportelli antidistacco nata a Roma contro i distacchi indiscrimanti di Acea e contro le nuove privatizzazioni Renziane, alle quali la giunta Marino sta obbedendo ciecamente.
Il prossimo appuntamento sarà il 23 aprile, alle 11 sotto la sede di Acea in Piazzale Ostiense, dove si parlerà di diritti e di gestione “comune” dell'acqua, mentre i soci di Acea SpA saranno chiusi in assemblea a discutere di dividendi e della creazione di una “new-co dell'acqua” che garantisca ad Acea l'espansione in tutto il Centro Italia. Nomi nuovi per vecchie privatizzazioni.
La nostra risposta sarà sempre quella della difesa del diritto all'acqua, in piazza e agli sportelli antidistacco nati in città (bastadistacchi.blogspot.it).
Perché da soli è difficile difendersi, ma insieme si può vincere!

bastadistacchi.blogspot.it
nodistacchi@gmail.com







giovedì 2 aprile 2015

DDL Madia: il Governo non si nasconda dietro ai referendum dell'Acqua per privatizzarla


 
DDL Madia: il Governo non si nasconda dietro ai referendum dell'Acqua per privatizzarla

In questi giorni è in discussione in commissione Affari Costituzionali il disegno di legge delega Madia sulla pubblica amministrazione che prevede anche la razionalizzazione delle partecipate agli articoli 14 e 15.

Questo Governo, come i precedenti, insistono a creare occasioni per favorire i processi di privatizzazione dell'Acqua e dei Servizi Pubblici Locali in barba all'esito dei referendum 2011. Senza usare mai la parola privatizzazione né obbligare ad essa, il Governo ha inserito norme nella Legge di Stabilità e nel decreto "Sblocca Italia" per favorirle incentivando le dismissioni delle quote azionarie in mano agli Enti Locali e favorendo economicamente i soggetti privati e i processi di aggregazione tra le aziende che gestiscono il servizio idrico. Facile conseguenza dal momento che gli Enti Locali sono in forte sofferenza, grazie alle politiche governative degli ultimi 20 anni.

Dalle agenzie (http://www.publicpolicy.it/pa-norme-acqua-ue-referendum-relatore-pubblica-45540.html) il relatore Sen. Pagliari parla dell'art. 15 approvato in Commissione Affari Costituzionali sostenendo che l'acqua resterà pubblica. E' scorretto usare e nascondersi dietro al referendum sull'acqua del 2011, che riguardava anche gli altri servizi pubblici locali, mentre altre parti del testo portano ad una sempre più veloce privatizzazione degli stessi SPL.

Il Sen. Pagliari mistifica la realtà e si dipinge quale difensore dell'acqua pubblica ma, nella versione dell'articolo approvata in commissione, se da una parte si inseriscono nel testo parole per il rispetto dell'esito referendario, dall'altra si incentivano aggregazioni tra aziende fino alla perdita del controllo pubblico delle stesse e soprattutto si continua a limitare la possibilità di gestione pubblica. Tale limitazione è in contrasto con la disciplina comunitaria che tutela la gestione tramite aziende di diritto pubblico quale possibile scelta degli Stati membri e dei rispettivi Enti Locali.
Così la maggioranza va sicuramente contro all'esito referendario.

La delega in bianco al Governo sulla pubblica amministrazione privatizzerà ulteriormente la gestione dell'acqua nel nostro Paese. Ricordiamo alla maggioranza e a questo Governo che per rispettare la volontà popolare espressa con i referendum è sufficiente approvare  la legge d'iniziativa popolare "Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico" che rimane indiscussa in Parlamento dal 2007 e depositata nuovamente in questa legislatura alla Camera dall'intergruppo parlamentare per l'Acqua Bene Comune.

DDL Madia: il referendum sull'acqua utilizzato come foglia di fico da Governo e maggioranza

http://www.acquabenecomune.org/
 
DDL Madia: il referendum sull'acqua utilizzato come foglia di fico da Governo e maggioranza


Il Governo Renzi da diversi mesi ha impresso una decisa accelerazione ai processi di privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali attraverso meccanismi che intendono aggirare l'esito del referendum del 2011.
Infatti, non si obbliga più alla privatizzazione, come fece il Governo Berlusconi, ma, grazie alle norme contenute nella legge di stabilità e nel decreto "Sblocca Italia", si favoriscono processi che puntano ad raggiungere il medesimo obiettivo incentivando esplicitamente le dismissioni delle azioni dei comuni e favorendo economicamente i soggetti privati e i processi di aggregazione tra aziende.

Il disegno di legge delega Madia sulla pubblica amministrazione va nella stessa direzione.

A riguardo contestiamo la lettura che il relatore Sen. Pagliari dà dell'art. 15 approvato ieri in Commissione Affari Costituzionali, quando sostiene che l'acqua resterà pubblica, perchè si utilizza il referendum sull'acqua e sui servizi pubblici locali del 2011 come una foglia di fico per procedere ancor più speditamente lungo la strada della privatizzazione.
Infatti, quell'articolo contiene, sin dalla sua stesura originaria, indicazioni precise volte alla limitazione della gestione pubblicadispositivo tra l'altro in contrasto con la disciplina comunitaria che invece la tutela come scelta possibile da parte degli stati membri e dei rispettivi Enti Locali.
Inoltre, appare in assoluta contraddizione con l'esito referendario l'emendamento approvato ieri con cui si incentivano e premiano gli Enti locali che favoriscono la perdita del controllo pubblico delle aziende.

Non è certo con il ddl sulla pubblica amministrazione che si renderà nuovamente pubblica la gestione dell'acqua in Italia, rispettando così la volontà popolare espressa con i referendum, ma con l'approvazione della legge d'iniziativa popolare "Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico" che rimane indiscussa in Parlamento dal 2007 e depositata nuovamente a marzo 2013 dall'intergruppo parlamentare.

Roma, 1 Aprile 2015. 


Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

mercoledì 1 aprile 2015

Super Mario di nuovo in azione contro i distacchi idrici


Super Mario di nuovo in azione contro i distacchi idrici


Oggi Super Mario ha riportato l'acqua a 300 persone, alle quali Acea aveva compiuto l'ennesimo distacco nonostante fosse in corso un confronto tra Comune di Roma e azienda per trovare una soluzione al problema. Sì, il Comune di Roma questa volta è entrato in gioco, ma non come responsabile della salute dei suoi cittadini, come dovrebbe fare contro ogni distacco idrico, ma in qualità di moroso, essendo parte dello stabile di sua proprietà. Paradossi di una gestione dell'acqua in mano ad una società per azioni che, pure essendo al 51% pubblica, agisce come qualsiasi privato. Chissà che anche la giunta capitolina non inizi a capirlo, dopo per altro aver privatizzato ulteriormente vendendo le sue quote di Acea Ato2?

Ma a farne le spese, come sempre, sono i cittadini, morosi e non, inquilini di un super condominio con un unico contatore. Perché in questo paese, nonostante una risoluzione ONU e un referendum abbiano affermato il contrario, l'acqua non è un diritto, e non esiste garanzia di nessun “minimo vitale”. Proprio di questo oggi si discute in commissione ambiente al Senato, dove un pericoloso emendamento presentato dal Senatore Pd Mirabelli rischia di limitare drasticamente il diritto al minimo vitale inserito nel Disegno di Legge “Collegato Ambientale”. Su questo tema il Forum dei Movimenti per l'Acqua ha proposto un'azione di pressione (leggi qui).

Ma mentre nei palazzi del potere si discute, migliaia di cittadini rimangono ogni giorno senz'acqua, dando vita a esperienze di autorganizzazione come quella dei Gruppi di Allaccio Popolare e degli sportelli antidistacco. Anche di questo si parlerà il prossimo 23 aprile, in contemporanea con l'assemblea dei soci di Acea SpA, quando a Roma si incontreranno cittadini, lavoratori e amministratori locali di tutte gli Enti Locali sui quali Acea allunga i suoi tentacoli, per dare vita ad una grande assemblea di Piazza in cui si parli di diritti, e non di profitti. Il Sindaco Marino, in quel giorno, da che parte starà?
Gruppi Allaccio Popolare




martedì 31 marzo 2015

Acea stacca l'acqua a 90 famiglie!

Le foto riportate, si riferiscono al super condominio situato in zona Termini a Roma.
E' ormai la terza volta che Acea passa a staccare l'acqua, questa volta lo fa portando via il contatore e limando una valvola per evitare che il condominio possa attaccarsi alla rete idrica in altro modo.

Si tratta di una pratica odiosa e punitiva che va avanti ormai da mesi e che Acea applica senza guardare in faccia nessuno, senza nemmeno rispettare la risoluzione dell'ONU dell'Assemblea generale del 28 luglio 2010 (GA/10967). L'ONU ha dichiarato il diritto all'acqua un diritto umano universale e fondamentale.
La risoluzione sottolinea ripetutamente che l'acqua potabile e per uso igienico, oltre ad essere un diritto di ogni uomo, concerne la dignità della persona, è essenziale al pieno godimento della vita, ed è fondamentale per tutti gli altri diritti umani. La medesima risoluzione raccomanda gli Stati ad attuare iniziative per garantire a tutti un'acqua potabile di qualità, accessibile, a prezzi economici e assicurare che venga garantito il quantitativo minimo vitale di 50 litri al giorno per persona (basta ridurre il flusso alla mandata con un riduttore di flusso).

Da questa mattina alle 10:00, 90 famiglie sono di nuovo senz'acqua. 
Si tratta di un Super Condominio dove il Comune possiede una serie di appartamenti per i quali non ha pagato la quota spettante della bolletta dell'Acqua. 

Ci vedo interruzione di pubblico servizio, rischio sanitario, inagibilità dei locali ora abitati.
Senza contare che il Comune di Roma aveva approvato ben due mozioni contro i distacchi idrici nel settembre 2013.



Abbiamo anche depositato un'interrogazione sul tema dei distacchi e di ciò che causa tale pratica:
http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/08519&ramo=CAMERA&leg=17


Riporto un articolo uscito su Fanpage di Roma:

Il Comune è moroso? Acea stacca l’acqua a 90 appartamenti

Rabbia e sconcerto a via Giolitti, dove Acea ha staccato l'acqua a tre palazzine a causa della morosità del Comune di Roma. Un'inquilina racconta: "Ci avevano assicurato che Acea e istituzioni stavano trovando una soluzione, ma al momento circa 300 persone sono senza acqua, tra cui anziani e bambini". 
"Hanno staccato l'acqua a 90 appartamenti, qui ci vivono circa 300 persone tra cui anziani allettati e famiglie con bambini piccoli. Sono anni che questa storia va avanti Acea e il Comune di Roma non si mettono d'accordo e a pagarne le conseguenze siamo noi inquilini". Siamo a via Giolitti, strada che corre parallela alla Stazione Termini in pieno centro. A parlare è Anna Mazzone, che vive qui dal 2010, in un super condominio comprendenti i numeri civici 101, 119 e 137. Sono palazzi originariamente di proprietà del comune di Roma, in cui molti condomini hanno riscattato la loro casa e dove il comune ha deciso, di vendere gli appartamenti ancora di sua proprietà con l'ultima (contestatissima) delibera sull'alienazione del patrimonio pubblico. Ed è proprio il comune di Roma a risultare moroso nei confronti di Acea per una cifra di circa 37mila euro, secondo quanto raccontato dagli inquilini.
"Già avevano provato a staccare il contatore due volte nelle ultime settimane ma eravamo riusciti ad evitarlo - racconta ancora Anna - ma oggi alle 11.00 sono tornati i tecnici e hanno tolto l'acqua a tutti, visto che abbiamo un contatore unico al civico 119. Eppure avevamo ricevuto rassicurazioni da Acea e dalle istituzioni su una risoluzione della vicenda. Eravamo anche disponibili a procedere con i distacchi singoli, pagando più di 1000 euro per uno". Ma non c'è stato nulla da fare a quanto pare, Acea, azienda a capitale a maggioranza pubblico, ha deciso di procedere con il distacco per morosità come sempre più spesso sta accadendo in questi mesi. Nel 2013 Acea e Comune di Roma strinsero un accordo (a quanto pare mai rispettato), tramite cui il comune si impegnava a sanare la sua situazione in tre tranche. "Il paradosso è che non solo le nostre case saranno vendute a prezzo di mercato e non potremo comprarle - spiega un inquilino di una casa di proprietà comunale - Ma ora siamo ancora senza acqua per colpa del comune di Roma".

domenica 22 marzo 2015

Ministro, fermi i distacchi: l'#acqua è un diritto

Numerosi sono gli atti presentati in questi due anni di legislatura relativi al tema acqua, il nostro impegno su questo tema va quindi al di là di scadenze importanti ma spesso retoriche come quelle della giornata mondiale su vari temi.

Perciò proprio in questi giorni, per la giornata mondiale dell'acqua, ci è sembrato importante richiamare l'attenzione del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin depositando una interrogazione per ricordarle che l'accesso all'acqua garantisce l'accesso alla salute, per chiedere un impegno a questo Governo affinché venga garantito il quantitativo minimo vitale giornaliero a tutti e venga messo un freno alla pratica criminale dei distacchi indiscriminati dell'acqua che rischia di mettere seriamente in pericolo la vita di bambini, anziani, malati disabili e pone l'ennesimo dubbio che il nostro si possa ancora considerare un Paese civile.

Guardiamo con orgoglio all'esperienza di Napoli divenuta in questi giorni la capitale italiana dell'acqua pubblica che garantisce al bene vitale una gestione pubblica e partecipata dai cittadini come sancito dai referendum 2011.
Tutti i giorni dell'anno l'acqua è vita! Tutti i giorni dell'anno vogliamo l'acqua pubblica partecipata e senza profitti!

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/ambiente/2015/03/ministro-fermi-i-distacchi-lacqua-e-un-diritto.html

mercoledì 11 marzo 2015

Ddl Madia: una riforma che cancella il referendum sull'acqua e i servizi pubblici



Comunicato stampa

 
Ddl Madia: una riforma che cancella il referendum sull'acqua e i servizi pubblici


Questa mattina presso il Senato si è svolta la conferenza stampa promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e che ha visto la partecipazione anche di diversi Senatrici e Senatori del Movimento 5 Stelle e di SEL. In particolare sono intervenuti la Sen. Loredana De Petris e il Sen. Nicola Morra.

Argomento di discussione il cosiddetto “DDL Madia” che dietro all'apparente neutralità di una “Riforma della Pubblica Amministrazione”, cela invece un preoccupante disegno per l'aggiramento della volontà popolare espressa a giugno 2011 attraverso i referendum contro la privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali.

Le norme inserite negli articoli 14 e 15 del disegno di legge, se approvato nell'attuale versione, rappresentano infatti una delega al Governo con indicazioni precise volte al rilancio dei processi di privatizzazione, limitando drasticamente gli affidamenti diretti e incentivando i processi di aggregazione.

Non solo quindi si scavalca la volontà popolare, ma anche la funzione dello stesso Parlamento e degli Enti locali, anche attraverso interventi diretti come l'impugnativa della Legge Regionale del Lazio per la gestione pubblica del servizio idrico, così come ricordato dalla Sen. De Petris.

Anche per questo stupisce, come sottolineato dal Sen. Morra, l'assenza di rappresentanti del PD all'odierno dibattito, trattandosi di un partito che non solo ha sostenuto i referendum del 2011, ma che ha anche partecipato alla creazione dell'intergruppo parlamentare per l'acqua, depositando, insieme a SEL e M5S, la proposta di legge per l'acqua pubblica elaborato dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua.

E' quindi evidente che l'attuale governo ha l'obiettivo di completare quei processi di privatizzazione che Confindustria chiede da anni e lo sta facendo varando una serie di norme che marciano in questa direzione. Con lo “Sblocca Italia” e con la legge di stabilità si incentivano infatti processi di aggregazione, fusione e dismissione delle partecipate dagli Enti Locali, a vantaggio dei quattro colossi multiutilities attuali - A2A, Iren, Hera e Acea - già collocati in Borsa, che potranno inglobare tutte le società di gestione dei servizi idrici, ambientali ed energetici, relegando i Comuni ad un ruolo sempre più marginale. Il DDL Madia, in modo piuttosto esplicito, si inserisce nella stessa scia.

Un enorme regalo alle multinazionali dell'acqua e dei servizi, fatto anche con la complicità dell'AEEGSI, che ha consentito ai gestori d'incassare milioni di euro, oltre che con i consueti aumenti tariffari, anche con la possibilità d'inserire nella bolletta idrica conguagli retroattivi fino al 2006. Tutto ciò nonostante che annualmente si registrino utili ingenti che non vengono reinvestiti nel servizio ma in larga parte prelevati dagli azionisti come dividendi.

Tutto questo mentre ci si appresta a “celebrare” la Giornata Mondiale dell'acqua, in un clima che vede un dibattito troppo simile a quello prereferendario, come se 27 milioni di cittadini non avessero mai votato per l'acqua pubblica.

Evidentemente il Governo è pronto a sacrificare sull'altare delle privatizzazioni anche la stessa Costituzione, aggirando la volontà popolare e relegando le Camere ad un ruolo marginale.

Un'altra strada però è praticabile, come dimostra l'esperienza di Napoli, che due giorni fa ha terminato l'affidamento del servizio idrico all'azienda speciale ABC Napoli, e come dimostrano le decine di vertenze aperte in tutta Italia per la ripubblicizzazione e contro le nuove privatizzazioni.
 
 
Roma, 11 Marzo 2015.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
www.acquabenecomune.org
 
 

martedì 10 marzo 2015

Napule è...l'ABC dell'Acqua Pubblica

COMUNICATO

Napule è...l'ABC dell'Acqua Pubblica

Esprimiamo piena soddisfazione per il grande risultato ottenuto oggi in Consiglio Comunale a Napoli, che vedeva all'Ordine del Giorno:

 L' AFFIDAMENTO DELLA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO ALL'AZIENDA SPECIALE ABC (Acqua Bene Comune) NAPOLI, la cosiddetta:

MESSA IN SICUREZZA.

E’ stata anche deliberata la modifica statutaria dell’ AS ABC Napoli.

Con tale atto è stata istituzionalizzata la partecipazione democratica nel Consiglio d’ Amministrazione; si escludono le partecipazioni a SpA, mentre invece si apre ai Consorzi di Comuni per l’Acqua Pubblica; si devolve l’1% degli utili per interventi in Paesi in via di Sviluppo.

Tutto ciò è frutto del continuo ed enorme impegno del Comitato Acqua Pubblica Napoli, del Coordinamento Campano per la Gestione Pubblica dell'Acqua, del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, dei Comitati Territoriali tutti, ad essi il ringraziamento per l'impegno profuso e la sollecitazione a continuare insieme a noi  il percorso congiunto, perchè oggi si raggiunge un traguardo, ma si inizia un nuovo grande lavoro per impedire che l'acqua della Città Metropolitana di Napoli, che l'ACqua della Campana, che l'Acqua di tutti vada a finire nelle mani di privati e di approfittatori.

Siamo consci del fatto che l'AS ABC Napoli è come un granello di sabbia che blocca il grande ingranaggio delle privatizzazioni, volute da chi sull'acqua vuole fare profitto, ma noi non desisteremo mai dal nostro intento, perchè:

RIPUBBLICIZZARE SI PUO', RIPUBBLICIZZARE SI DEVE

 E IL COMUNE DI NAPOLI L’HA FATTO.

Infine un particolare GRAZIE a chi ha fatto il grande atto di coraggio che ha permesso la bella vittoria di questa mattina: il Sindaco, la Giunta, il Consiglio – Essi hanno deciso unanimemente per la messa sicurezza dell' AS ABC Napoli, che non riguarda solo Napoli, ma tutti.

Presenti Alex Zanotelli, il Presidente dell'AS ABC Napoli Maurizio Montalto, i Comitati Cittadini, i Lavoratori, le Associazioni, i Cittadini.

Possiamo proprio affermare, per dirla anche qui coi titoli di canzoni partenopee:

" E' NU JUORNO BUONO!"

NAPOLI, 9 marzo 2015

Comitato Acqua Pubblica Napoli
Coordinamento Campano per la Gestione Pubblica dell'Acqua
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

https://it-it.facebook.com/pages/Coordinamento-Campano-Acqua-Pubblica/376966949080486

video del Comune, distribuito in diretta streaming:

https://www.youtube.com/watch?v=QezNz0Zf0hc#action=share

 

lunedì 9 febbraio 2015

H2Oro a Massa dell'8 febbraio

A memoria dell'incontro di ieri a Massa, con la voglia di proseguire verso la ripubblicizzazione di Acqua e servizi pubblici locali nel loro complesso...in quanto servizi essenziali alla persona e Monopoli naturali che non possono essere messi sul mercato.

"Vendereste mai vostra Madre?"

Federica Daga (M5S): H2Oro - Acqua Azzurra Acqua Cara, In Toscana la bol...: http://youtu.be/33uIKkHvJuw

venerdì 6 febbraio 2015

APPROVATO EMENDAMENTO SU ACQUE REFLUE

APPROVATO EMENDAMENTO SU ACQUE REFLUE

Vittoria significativa del M5S contro lo strapotere dei commissari di governo. Nel Milleproroghe è stato approvato un nostro emendamento (a prima firma Federica Daga) che rinvia al 30 settembre 2015 (invece che il 28 febbraio) l'obbligo di attivare il potere sostitutivo deel Governo (che si traduce con nuovi Commissari straordinari) per deputatori e sistemi fognari oggetto di procedura di infrazione.

Siamo in un ritardo gravissimo. Ma allo stesso tempo riteniamo che con troppa facilità il governo voglia usare i poteri sostitutivi nominando commissari ovunque invece di sostenere i Comuni nella realizzazione di opere necessarie e fondamentali come i sistemi di collettamento fognatura e depurazione.
Per questo abbiamo chiesto di prorogare l'obbligo di avviare la procedura di esercizio del potere sostitutivo del Governo, che non risolve i problemi, ma col preciso impegno che vengano forniti ai comuni tutto il sostegno e gli strumenti necessari per adeguarsi da qui al 30 settembre.

Monitoreremo affinchè ciò avvenga. E inoltre ci domandiamo: e i gestori che percepiscono le tariffe pagate dai cittadini anche per fornire tali servizi cosa fanno?
Infine il Governo ancora una volta ha dovuto ammettere che quanto previsto dallo Sblocca Italia approvato lo scorso novembre è concretamente irrealizzabile nei tempi da loro immaginati, e che i problemi dell'Italia non si risolvono nominando commissari a destra e a manca. Andiamo avanti sempre più determinati al fianco dei cittadini e degli enti locali, per il diritto all'acqua per tutti, un'acqua trasparente, depurata e di buona qualità!»

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/ambiente/2015/02/acque-reflue-vittoria-m5s.html

sabato 17 gennaio 2015

Così #MafiaCapitale si beve Roma. A spese nostre

Così #MafiaCapitale si beve Roma. A spese nostre

Una miniera d'oro. Una specie di pozzo da cui attingere a ciclo continuo. E i maggiori costi, anche quelli dovuti alle tangenti, sulle spalle dei contribuenti. Quanto noi del M5S avevamo capito di Acea è scritto, nero su bianco, nell'inchiesta de l'Espresso di oggi, un'indagine giornalistica di tutto punto che parte dai disservizi e dalle tangenti e arriva fino a Mafia Capitale.
Un'escalation di truffe ai danni dei cittadini e ai danni del nostro bene comune primario: l'acqua.
Secondo quanto si è appreso appalti milionari sono stati ripetutamente affidati da Acea, partecipata del Comune di Roma, a ditte legate a Mancini e a Monaco, nomi entrambi noti alla Procura di Roma.

Noi abbiamo incontrato la presidenza di Acea Ato2 il 13 gennaio, e in quell'occasione abbiamo voluto vederci chiaro e abbiamo chiesto documenti che ci sono stati negati.

Abbiamo intenzione di andare fino in fondo: presenteremo interrogazioni ai ministri competenti e chiederemo un'audizione del presidente dell'Anac Raffaele Cantone in Commissione Ambiente. Lavoreremo alla ricerca della verità e cercheremo di capire qual è il danno, anche economico, che i cittadini romani hanno e stanno pagando a causa della piovra del malaffare che dagli appalti ai soliti amici arriva fin nelle bollette. E che ha divorato il diritto all'acqua.

Da una parte la Mafia s'infiltra nell'acqua romana, dall'altra si usa il pugno duro su chi, perdendo lavoro e anche la casa, non riesce più a pagare le bollette. Su queste persone, vittime della crisi, si inasprisce la politica: neanche il consumo minimo, quello per assicurare la sopravvivenza, si vuole dare loro. E stiamo lottando con le unghie e con i denti per aiutarli.
La rinnovata Giunta capitolina dove guarda mentre Acea ogni giorno stacca l'acqua per morosità a migliaia di famiglie, inquina il nostro territorio e dove starà guardando ora che Acea starebbe arricchendo ditte in odor di mafia?

Dall'altro, gli amici dei potenti hanno le autostrade spianate, vincono gli appalti, si arricchiscono, se cadono in disgrazia poi risorgono, per continuare a mangiare. Pardon, a bere, le nostre vite quotidiane.

Federica Daga
Portavoce M5S alla Camera dei Deputati
Commissione Ambiente
Consiglieri M5S Roma

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/ambiente/2015/01/cosi-mafiacapitale-si-beve-roma-a-spese-nostre.html

giovedì 15 gennaio 2015

Mafia Capitale: "Su Acea avevamo visto giusto. I conti non tornano"

Anteprima articolo in uscita domani su l'Espresso

http://espresso.repubblica.it/inchieste/2015/01/15/news/mafia-capitale-gli-appalti-neri-di-acea-1.195242

Mafia Capitale: "Su Acea avevamo visto giusto. I conti non tornano"

Il 13 gennaio il M5S ha incontrato a Roma la presidenza e il Cda di Acea Ato2Spa. Un incontro già chiesto a fine dicembre perchè sono emersi tanti aspetti da chiarire nella gestione della società che gestisce uno dei servizi più importanti: l'acqua.

«Abbiamo chiesto dei documenti che non ci sono stati forniti - dichiara Federica Daga, deputata del Movimento 5 Stelle in Commissione Ambiente - e ci siamo attivati per monitorare le infrastrutture urgenti per il territorio e manchevoli, come le depurazioni inesistenti e le fognature insufficienti. Abbiamo avviato un coordinamento tra consiglieri comunali, regionali e parlamentari per fare pressing su Acea Ato2 e ci opporremo in tutte le sedi istituzionali contro la scelta scellerata della società di affidare a Equitalia la riscossione delle morosità".
Da questo punto di vista l'inchiesta dell'Espresso, anticipata oggi e in uscita domani, non ci sorprende.
«L'aumento delle tariffe è stato una diretta conseguenza di questi appalti gonfiati e pilotati. Ma siamo solo alla punta dell'iceberg: ed è assurdo che a pagare, in senso anche letterale, siano i cittadini che subiscono i distacchi per morosità. Faremo chiarezza in tutte le sedi».

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/2015/01/mafia-capitale-su-acea-avevamo-visto-giusto-i-conti-non-tornano.html