Bocciato l'emendamento 4.411 a favore del "chi inquina paga"
Ricordate il
decreto del Fare quando il Ministero dello Sviluppo Economico andava
ad inserire il concetto che le bonifiche potevano essere fatte solo
se "economicamente sostenibili" per le aziende?
La pressione interna e quella esterna dei comitati ambientalisti ha smosso le acque e ci ha dato la possibilità di riportare la situazione bonifiche falde ad un livello accettabile.
La pressione interna e quella esterna dei comitati ambientalisti ha smosso le acque e ci ha dato la possibilità di riportare la situazione bonifiche falde ad un livello accettabile.
In questo momento
le nostre e vostre caselle di posta istituzionali sono invase da
centinaia di messaggi che chiedono di non approvare il provvedimento
per come è stato concepito l'articolo 4.
Ci
risiamo, il
Governo torna alla carica per sollevare gli inquinatori dagli oneri
delle bonifiche nei Siti di Interesse Nazionale, arrivando a
finanziare gli autori dell'inquinamento!
I
proprietari delle aree, compresi i responsabili dell'inquinamento se
il disastro è stato compiuto prima del 30 aprile 2007 (praticamente
tutti i siti nazionali di bonifica), potranno usufruire di un accordo
di programma co-finanziato dallo Stato se propongono qualche percorso
di re-industrializzazione e di sviluppo economico.
Il testo dice che nella
stipula degli acccordi
di programma si possono attuare progetti di messa in sicurezza O
bonifica, e di riconversione industriale e sviluppo economico nei
SIN” che
prevedano anche “e)
i contributi pubblici e le altre misure di sostegno economico
finanziario disponibili e attribuiti;
Da
notare la “o” inserita tra “messa in sicurezza” e “bonifica”,
con la conseguenza che gli accordi potranno anche limitarsi alla sola
messa in sicurezza dei siti e non già alla vera bonifica. Non si
fissa neanche un limite di importo all'eventuale sostegno pubblico,
né una percentuale massima sul valore complessivo dell'accordo di
programma che potrebbe essere presa in carico dallo Stato.
Da
quanto evidenziato, ne consegue che il proprietario dell'area
inquinata potrebbe vedersi pagare dallo Stato non solo integralmente
gli oneri delle bonifiche ma addirittura gli investimenti per i nuovi
impianti. Attenzione ai nuovi impianti realizzati nei siti inquinati
che saranno dichiarati automaticamente “di pubblica utilità”
che a noi sanno tanto di inceneritori (utilizzati per chiudere il
cerchio di un ciclo di rifiuti che noi riteniamo inutile e dannoso).
La
parte residua a carico del privato godrà anche del credito
d'imposta!
Chi
ha causato gravi danni all'ambiente non dovrà neanche più temere i
risarcimenti miliardari a cui i tribunali avrebbero potuto
condannarli. Questo perché, per dovere di cronaca, esistono decine
di processi in corso in Italia per reati ambientali e contro la
salute dei cittadini.
Non
vi è neanche un obiettivo di sostenibilità ambientale per le nuove
attività necessarie per risollevare economicamente i siti inquinati,
al contrario di quanto avviene in Francia e in Germania dove questi
siti sono rinati divenendo ecomusei e aree turistiche.
Il
tocco finale è nel comma 6 in cui si prevede addirittura un vero e
proprio condono tombale, co-finanziato dagli italiani, per gli
inquinatori / poiché l'attuazione dell'accordo di programma
“esclude
per tali soggetti ogni altro obbligo di bonifica e riparazione
ambientale e fa venir meno l'onere reale per tutti i fatti
antecedenti all'accordo medesimo.”.
E'
di poche ore fa una nuova inchiesta sui responsabili della Solvay nel
sito di Bussi, partita da una denuncia di un libero cittadino! Con
questo decreto stiamo andando a trattare un accordo di programma con
questi soggetti oltre alla Montedison che sono sotto processo in
corte d'assise per i fatti pre 2001, il tutto per l'inquinamento
provocato prima del 2007.
La
messa in sicurezza è l'operazione da svolgere quando siamo in
situazione “di emergenza”, mentre questo articolo la prevede come
alternativa alla bonifica.
E
in questo sito, Bussi, negli anni si è sentito parlare di
riconversione industriale verso una mega cava di 400 ettari con un
cementificio, soluzione del tutto insostenibile in un'area già
martoriata.
Se
passa questo articolo, così com'è, i cittadini, i comitati e le
associazioni, sono già pronte a denunciare il tutto all'unione
europea.
Con il nostro emendamento puntiamo in
primis ad effettuare la bonifica e la messa in sicurezza dei
siti e successivamente pensare ad una riconversione
industriale e allo sviluppo economico degli stessi; puntiamo alla
partecipazione cittadina nella definizione degli accordi di
programma; puntiamo al rispetto della direttiva europea che sostiene
“chi inquina paga”; puntiamo a non far costruire inceneritori o
impianti insostenibili per le aree martoriate; puntiamo a rispettare
la volontà popolare; nessuno sconto a chi ha causato danni
ambientali e conseguentemente causato danni alla salute dei
cittadini.
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