giovedì 19 dicembre 2013

I cittadini chiedono di bloccare l'emendamento Lanzillotta

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COMUNICATO STAMPA
Roma non si vende - Bloccare l'emendamento Lanzillotta
In Senato va in scena la vendita dei servizi pubblici e l’azzeramento degli investimenti

Oggi al Senato sono passati due emendamenti al decreto Salva Roma ispirati dalla Sen. Lanzillotta: di fatto si mettono sul mercato i servizi pubblici di Roma, il suo patrimonio immobiliare e si strangola l'amministrazione impedendo l'aumento delle addizionali IRPEF.

Nonostante la marcia indietro sulla vendita di ulteriori quote di Acea infatti si prevede: la messa sul mercato di Atac e Ama; la possibilità di liquidare le società partecipate e di applicare loro i vincoli del patto di stabilità; la vendita del patrimonio immobiliare capitolino. In altre parole si stanno consegnando i beni comuni di Roma alle lobbies della speculazione immobiliare e finanziaria. Si procede ad un sostanziale commissariamento del Comune di Roma, con l'intento esplicito di attuare la spoliazione dei diritti dei lavoratori e l'espropriazione di beni comuni, servizi pubblici e patrimonio pubblico dei cittadini.

Auspichiamo che i componenti della Giunta Capitolina non si allineino con quanto votato dai senatori compagni di partito ma che diano battaglia in tutte le sedi possibili per mantenere il proprio patrimonio pubblico senza svendere i diritti dei cittadini.
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua ritiene che tutti i Parlamentari che conoscono il significato della parola “democrazia” siano tenuti a bloccare il provvedimento che andrà in discussione alla Camera tra domani e lunedì. Occorre quindi che tutti coloro che hanno a cuore le sorti dei beni comuni si mobilitino fin da subito per impedire questo scempio. Il Forum Italiano dei Movimenti dell’Acqua sarà come sempre in prima fila.
Roma, 19 dicembre 2013

 
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Ufficio Stampa Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
ufficiostampa@acquabenecomune.org
www.acquabenecomune.org

1 commento:

  1. Cosa c'è di vero, e nel caso…perché..?


    Il Senato dà il via libera alla vendita quote Acea e ai licenziamenti nelle municipalizzate
    Passa l’emendamento Lanzillotta votato anche da M5S. Contro la norma rivolta del Pd romano

    ROMA - Vendere una parte delle quote Acea, privatizzare i trasporti, la raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strade, licenziare i dipendenti delle società comunali in perdita (vedi l’Atac), messa in liquidazione delle aziende che «non erogano servizi pubblici», estensione dei vincoli del patto di stabilità, sulle assunzioni e sull’acquisto di beni a tutte le partecipate.

    È solo un emendamento, per ora, collegato al Decreto legge salva-Roma, quello grazie al quale la coppia Marino-Morgante è riuscita a portare a casa il Bilancio 2013 con un aiuto consistente (600 milioni) da parte del governo. Eppure, la norma proposta da Linda Lanzillotta, senatrice di Scelta Civica, ex Margherita, rutelliana della prima ora (era nella giunta capitolina del ‘93, proprio al Bilancio) rischia di diventare un terremoto politico, per la Capitale e non solo. Intanto perché l’emendamento della Lanzillotta - al contrario di quello su metro C, poi bocciato dal governo e ritirato: i fondi sono stati sbloccati ma ancora non sono arrivati a Roma Metropolitane - viene approvato dalla commissione Bilancio del Senato con una «strana» maggioranza composta da M5S, Lega e Pd.

    È vero che il decreto deve passare in aula a palazzo Madama e poi andare alla Camera, ma il tempo: il «salva-Roma» va convertito entro il 31 dicembre, altrimenti addio anche Bilancio comunale. E le divisioni nel Pd non aiutano certo. Il «programma Lanzillotta», infatti, rappresenterebbe una vera rivoluzione per il centrosinistra romano, che si scagliò contro la cessione del 21% di Acea che voleva realizzare la giunta Alemanno.

    Non è un caso, allora, che i primi a reagire siano proprio gli esponenti romani dei Democratici: «L’emendamento per privatizzare l’acqua è una follia», dice Umberto Marroni (Pd), deputato, ex capogruppo in aula Giulio Cesare. Pierpaolo Pedetti, eletto in Assemblea Capitolina, annuncia «la presentazione di una mozione per dire no alla privatizzazione». Pedetti, dalemiano, attacca la Lanzillotta: «La presentatrice dell’emendamento - aggiunge - è la stessa ad aver effettuato la privatizzazione della Centrale del Latte con dubbi risultati e dall’esito fallimentare». Contrari anche D’Auslio, Ferrari, Nanni.

    Mercoledì, probabilmente, si muoveranno anche gli altri parlamentari romani. E, della questione, sarà informata anche la nuova segreteria di Matteo Renzi: «L’Acea non può rimanere un tema locale», dicono nel partito. L’emendamento-Lanzillotta è molto chiaro. Si parla di «dismissione delle quote di società quotate in Borsa (come l’Acea, ndr), limitandosi a mantenere la quota di controllo». Nel caso del colosso di piazzale Ostiense, significherebbe per il Comune scendere dal 51% al 30%. E questa misura, sempre in base all’emendamento del «salva-Roma», va adottata «contestualmente o successivamente all’approvazione del Bilancio 2014». Inoltre il Campidoglio dovrebbe presentare al Tesoro e al Parlamento un rapporto che «evidenzi le cause del disavanzo di bilancio negli anni 2009-2012 e la natura della massa debitoria da trasferire alla gestione commissariale».

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