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venerdì 28 febbraio 2014

Il PD fa le scarpe al sindaco sulla pelle dei cittadini romani


Il Decreto Salvaroma rappresentava l'ennesimo salvataggio della Capitale dalla Malapolitica.
Dopo i 12 miliardi di euro di buco lasciati da Veltroni nel 2008 "coperti" con l'istituzione della gestione commissariale, si voleva trovare rimedio al buco lasciato dal precedente sindaco Alemanno che alla fine del 2013 era di oltre 800 milioni di euro.
Se davvero questo decreto era così importante, ci chiediamo come mai la maggioranza, onerata di farlo convertire in legge entro i 60 giorni dalla sua emanazione, lo abbia lasciato in Senato per oltre 50 giorni, portandolo all'esame della Camera solo 3 giorni prima della scadenza, rendendo così impossibile un tempestivo dibattito.
Inoltre si trattava dell'ennesimo decreto contenente norme eterogenee di ogni sorta, ivi incluso l'ex-emendamento Lanzillotta, poi divenuto emendamento Santini, contenente norme di privatizazione e liberalizzazione dei servizi pubblici, in palese spregio dell'esito referendario 2011. Gli emendamenti presentati dai nostri parlamentari si ponevano giustappunto in contrasto con questa norma scellerata, salvaguardando i beni pubblici e l'interesse dei cittadini.
Ci chiediamo quindi perché, vista la fondamentale importanza del provvedimento, la maggioranza non abbia utilizzato i "soliti" sistemi della Fiducia e della Ghigliottina per abbreviare il dibattito e farlo approvare: a pensar male (che si fa peccato ma spesso ci si azzecca) ci viene il dubbio che sia lo stesso PD a non avere alcuna intenzione di sostenere il Sindaco Marino. E di questo abbiamo avuto evidenza in questi mesi con comportamenti "ostruzionistici" da parte della stessa maggioranza nell'Aula Giulio Cesare, quali la continua mancanza del numero legale, le innumerevoli sedute (nove) impiegate per far passare la delibera sull'anagrafe dei rifiuti, la proroga della delibera 70 in accoglimento dell'emendamento del consigliere Cantiani del PDL.
Pertanto, respingiamo fermamente qualsiasi tentativo di addebito del fallimento della città di Roma, di cui le maggioranze (attuali e passate) debbono prendersi ogni responsabilità e ammettere la loro totale incapacità. Evidentemente il PD vuole fare le scarpe al sindaco Marino giocando sulla pelle dei cittadini romani.
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/roma2013/2014/02/il-decreto-salvaroma-rappresenta-lennesimo-salvataggio-della-capitale-dalla-malapolitica.html

lunedì 20 gennaio 2014

Chiacchiere e diversivo

Renzusconi è un personaggio al quale non ho mai dato credito.
Lo trovo noioso, autoreferenziale, copione e incapace di originalità, degno rappresentante della vecchia politica ma con qualche anno in meno della media dei suoi colleghi/compari. 
Con il suo agire avalla e appoggia l'esistenza delle larghe intese. Ciò che hanno sempre fatto di nascosto, ora viene fatto alla luce del sole come fosse la cosa più naturale del mondo.
Inoltre dà credito e sostanza ad un omino piccolo piccolo (soprattutto nell'animo) che era stato finalmente allontanato dalle istituzioni.
Non è il primo e non sarà l'ultimo che ammireremo nell'azione di spolveramento dei soprammobili.
Non è il primo e non sarà l'ultimo che sentiremo raccontare storie dell'orrore mascherate da favole fantastiche.
Mi chiedo quale futuro riservi a questo Paese il "sinistro" Renzusconi.
Non è il primo e non sarà l'ultimo specchietto per le allodole, quell'arma di distrazione di massa che serve a nascondere malefatte politiche di livello globale.
Spegniamo la tv, accendiamo i cervelli.

sabato 21 dicembre 2013

I regali di Natale del PD per Roma Capitale

E' arrivato ieri sera alle 21:30 il testo relativo al disegno di legge "recante misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio" bla bla bla...
In pratica si tratta del Salva-Roma che al suo interno si preoccupa di coprire una notevole quantità di debito di Roma Capitale accumulato dal 2009 in poi.

In questo disegno di legge, passato prima al Senato, il PD ha preparato una serie di "regali" per tutti i romani, in vista di allargarsi a tutto il Paese, grazie all'approvazione dell'emendamento a prima firma Lanzillotta n. 1.30 riformulato dal Governo.

L'art.1, comma 5 ter, prevede la privatizzazione di Roma.

Regalo n.1
blocco degli investimenti e delle assunzioni per le società a partecipazione diretta o indiretta comunale (il patto di stabilità interno, questo mostro per gli Enti Locali)

a) estendere i vincoli del patto di stabilità interno nonché quelli in materia di assunzioni di personale e di acquisti di beni e servizi a tutte le società partecipate direttamente o indirettamente;

Regalo n.2
vendere ulteriori quote di Acea Spa mantenendo la quota di maggioranza, cioè mantenere PRIVATA Acea e non dare più alcuna possibilità di ripubblicizzazione

b) dismettere ulteriori quote di società quotate in borsa fermo restando il controllo pubblico delle società e delle reti ai sensi dell'articolo 2359, primo comma, numero 1), del codice civile;

Regalo n.3
aumentare le tariffe di acqua, trasporti, rifiuti adeguandolo ad altre città (?)

c) operare la ricognizione dei costi unitari della fornitura di servizi pubblici locali e adottare misure per riportare tali costi ai livelli standard dei grandi comuni italiani;

Regalo n.4
licenziamento dei lavoratori di tutte le società partecipate da Roma Capitale

d) operare una ricognizione dei fabbisogni di personale nelle società partecipate, prevedendo per quelle in perdita il necessario riequilibrio con l'utilizzo degli strumenti legislativi esistenti, nel quadro degli accordi con le organizzazioni sindacali;

Regalo n.5
privatizzare ATAC e AMA

e) adottare modelli innovativi per la gestione dei servizi di trasporto pubblico locale, di raccolta dei rifiuti e spazzamento delle strade anche ricorrendo alla liberalizzazione;

Regalo n. 6
privatizzazione di tutte le partecipate del Comune che non siano servizi pubblici locali

f) procedere alla messa in liquidazione delle società partecipate che non risultino avere come fine sociale attività di servizio pubblico;

Regalo n. 7
definire il valore di mercato e vendere il patrimonio immobiliare comunale

g) valorizzare e dismettere quote del patrimonio immobiliare del comune.