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venerdì 15 maggio 2015

ACQUA: affidamenti alle Spa nella Legge Europea


In commissione Politiche Europee, alla Camera dei Deputati, è in discussione la Legge Europea 2014.
 
Si tratta di un provvedimento che viene redatto dal Governo, che si ripete all'occorrenza poiché consente l'adeguamento della normativa italiana alla disciplina comunitaria, utile anche a sanare eventuali procedure di infrazione.

Dati gli argomenti che tratto solitamente, quest'anno mi sto dedicando all'articolo 7, importante perché modifica la norma riguardante gli affidamenti dei Servizi Pubblici Locali alle società quotate in borsa.

Parliamo quindi di Acqua, Rifiuti e Trasporto Pubblico Locale dati in gestione a soggetti di diritto privato, Società per Azioni che risultano quotate in borsa o sue controllate.

La versione iniziale depositata dal Governo prevedeva che gli affidamenti diretti effettuati dopo la data del 1° ottobre 2003 "a società poste sotto il controllo di societa quotate cessano, improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante, il 31 dicembre 2018".
 
Se la legge fosse stata approvata con questo testo, per gli affidamenti assegnati dopo il 1° ottobre 2003 si poteva riaprire da zero la partita della gestione pubblica visto che la scadenza veniva fissata al 2018.

Provocatoriamente abbiamo depositato questo emendamento (qui l'elenco completo)

7.1.
  Al comma 1, capoverso comma 22 sostituire le parole: cessano alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto. con le seguenti: cessano al 31 dicembre 2015. 

col fine di sanare la situazione della illegittima salvaguardia degli affidamenti diretti a società quotate in borsa se effettuati prima del 1° ottobre 2003.

Troppo bello per essere vero! Pensate che per attuare quanto ci chiede l'Europa si stava finalmente dando anche attuazione al volere referendario!
Devono essersene accorti, e infatti lo scorso 4 maggio 2015, durante la discussione della Legge Europea in commissione, è spuntato fuori un emendamento del Governo, esattamente questo testo:

ART. 7.
  Sostituirlo con il seguente:
Art. 7.
(Disposizioni in materia di affidamento di servizi pubblici locali – Procedure di infrazione n. 2012/2050 e 2011/4003).
1. All'articolo 34 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, il comma 22 è sostituito dal seguente:
  «22. Gli affidamenti diretti assentiti alla data del 31 dicembre 2004 a società a partecipazione pubblica già quotate in borsa a tale data e a quelle da esse controllate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile alla medesima data, cessano alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto; gli affidamenti che non prevedono una data di scadenza cessano, improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante, il 31 dicembre 2020. Gli affidamenti diretti a società poste, successivamente al 31 dicembre 2004 sotto il controllo di società quotate a seguito di operazioni societarie effettuate in assenza di procedure conformi ai principi e alle disposizioni dell'Unione europea applicabili allo specifico affidamento, cessano improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante il 31 dicembre 2018 o alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto se anteriori».
7. 4. Il Governo.

che va a sostituire in toto il primo testo depositato in Gazzetta Ufficiale, cioè quanto riporto di seguito:

Art. 7.
(Disposizioni in materia di affidamento di servizi pubblici locali. Procedure di infrazione n. 2012/2050 e 2011/4003).
      1. Il comma 22 dell'articolo 34 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, è sostituito dal seguente:
      «22. Gli affidamenti diretti, assentiti alla data del 1o ottobre 2003 a società a partecipazione pubblica già quotate in un mercato regolamentato a tale data e a società da esse controllate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile alla medesima data, cessano alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto; gli affidamenti che non prevedono una data di scadenza cessano, improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante, il 31 dicembre 2020. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 3-bis, comma 2-bis, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, e successive modificazioni, gli affidamenti diretti a società poste, successivamente al 1o ottobre 2003, sotto il controllo di società quotate cessano, improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante, il 31 dicembre 2018 o alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto, se anteriore».

Questa modifica è probabilmente intervenuta per il volere delle solite lobby che hanno chiesto di sostituire la data del 1° ottobre 2003 con il 31 dicembre 2004 garantendo così la prosecuzione di numerosi affidamenti fino alla naturale scadenza, perché probabilmente si sono accorti che numerosi affidamenti dati a importanti società quotate in borsa o sue controllate, sono stati fatti dopo il 1° ottobre 2003.

In sostanza, ancora una volta vengono garantiti i profitti di pochi sull'Acqua di tutti!



mercoledì 13 maggio 2015

Acqua sempre più privatizzata

In questo momento si trattano due provvedimenti alla Camera che riguardano l'acqua, uno sull'affidamento del servizio idrico e dei servizi pubblici locali tramite la Legge Europea e l'altro sulla vendita delle partecipate nel cosiddetto DDL Madia.

Tecnicismi per mantenere le privatizzazioni attuali e crearne di nuove.

Il tutto, ora che sono anche sospesa dalla Camera...

giovedì 2 aprile 2015

DDL Madia: il Governo non si nasconda dietro ai referendum dell'Acqua per privatizzarla


 
DDL Madia: il Governo non si nasconda dietro ai referendum dell'Acqua per privatizzarla

In questi giorni è in discussione in commissione Affari Costituzionali il disegno di legge delega Madia sulla pubblica amministrazione che prevede anche la razionalizzazione delle partecipate agli articoli 14 e 15.

Questo Governo, come i precedenti, insistono a creare occasioni per favorire i processi di privatizzazione dell'Acqua e dei Servizi Pubblici Locali in barba all'esito dei referendum 2011. Senza usare mai la parola privatizzazione né obbligare ad essa, il Governo ha inserito norme nella Legge di Stabilità e nel decreto "Sblocca Italia" per favorirle incentivando le dismissioni delle quote azionarie in mano agli Enti Locali e favorendo economicamente i soggetti privati e i processi di aggregazione tra le aziende che gestiscono il servizio idrico. Facile conseguenza dal momento che gli Enti Locali sono in forte sofferenza, grazie alle politiche governative degli ultimi 20 anni.

Dalle agenzie (http://www.publicpolicy.it/pa-norme-acqua-ue-referendum-relatore-pubblica-45540.html) il relatore Sen. Pagliari parla dell'art. 15 approvato in Commissione Affari Costituzionali sostenendo che l'acqua resterà pubblica. E' scorretto usare e nascondersi dietro al referendum sull'acqua del 2011, che riguardava anche gli altri servizi pubblici locali, mentre altre parti del testo portano ad una sempre più veloce privatizzazione degli stessi SPL.

Il Sen. Pagliari mistifica la realtà e si dipinge quale difensore dell'acqua pubblica ma, nella versione dell'articolo approvata in commissione, se da una parte si inseriscono nel testo parole per il rispetto dell'esito referendario, dall'altra si incentivano aggregazioni tra aziende fino alla perdita del controllo pubblico delle stesse e soprattutto si continua a limitare la possibilità di gestione pubblica. Tale limitazione è in contrasto con la disciplina comunitaria che tutela la gestione tramite aziende di diritto pubblico quale possibile scelta degli Stati membri e dei rispettivi Enti Locali.
Così la maggioranza va sicuramente contro all'esito referendario.

La delega in bianco al Governo sulla pubblica amministrazione privatizzerà ulteriormente la gestione dell'acqua nel nostro Paese. Ricordiamo alla maggioranza e a questo Governo che per rispettare la volontà popolare espressa con i referendum è sufficiente approvare  la legge d'iniziativa popolare "Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico" che rimane indiscussa in Parlamento dal 2007 e depositata nuovamente in questa legislatura alla Camera dall'intergruppo parlamentare per l'Acqua Bene Comune.

martedì 9 dicembre 2014

FIRMA E FAI FIRMARE PER L'ACQUA PUBBLICA

FIRMA E FAI FIRMARE


IL GOVERNO RENZI VUOLE LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA:

FERMIAMOLO!


Il Governo Renzi sta tentando di raggiungere il risultato cui sinora nessun governo era riuscito ad arrivare: la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali.
Lo fa attraverso due provvedimenti: il decreto “Sblocca Italia” e la legge di stabilità.
Con il primo, impone ai Comuni l’obbligo di aggregare le società del servizio idrico per arrivare ad un gestore unico per ogni ambito territoriale ottimale, spesso coincidente con il territorio regionale.
Con la seconda, rende sempre più onerosa la gestione pubblica dell’acqua e spinge gli enti locali a privatizzare, permettendo loro di spendere fuori dal patto di stabilità i soldi ottenuti dalla cessione delle proprie quote ai privati.
Il Governo Renzi vuole in questo modo mettere una pietra tombale sul risultato referendario che nel 2011 ha visto la maggioranza assoluta del popolo italiano pronunciarsi per una gestione pubblica, partecipativa, territoriale e senza profitti dell’acqua e di tutti i beni comuni.
Il Governo Renzi vuole affidare l’acqua e tutti i servizi pubblici locali a quattro grandi multiutility collocate in Borsa: A2A, Iren, Hera ed Acea, consegnando i beni comuni delle comunità territoriali agli interessi dei grandi capitali finanziari.
In questi anni, in ogni luogo del paese, abbiamo detto a gran voce: “si scrive acqua, si legge democrazia”.
Per questo diciamo al governo Renzi: INDIETRO NON SI TORNA!
Si attui il referendum, si affidi la gestione dell’acqua pubblica, partecipativa e senza profitti alle comunità locali.

http://www.acquabenecomune.org/petizione

lunedì 13 ottobre 2014

Il Pacchetto Privatizzazioni e i Privatizzatori

#SfasciaItalia Ecco due info interessanti: pacchetto privatizzazioni Delrio, convegno Federutility su accorpamento partecipate.
Guardiamo come sono collegati.

Questa era una parte della prima stesura del decreto #SbloccaItalia dal titolo
PACCHETTO 12 – SERVIZI PUBBLICI LOCALI. QUOTAZIONE E ACCORPAMENTO SOCIETA’ (fonte: http://www.retenews24.it/rtn24/archivio/economia-archivio/decreto-sblocca-italia-banco-prova-i-punti-i-nodi-sciogliere/)
SPINTA ALLA PRIVATIZZAZIONE
Ma la novità forse più rilevante rispetto all’impostazione originaria del provvedimento è l’aggiunta di una sezione incentrata sull’apertura al mercato delle società pubbliche locali, in particolare quelle che si occupano di trasporto e di igiene ambientale. Dunque le società in questione, totalmente partecipate dalle Regioni o dagli enti locali potranno usufruire di un prolungamento di 22 anni e sei mesi della durata dell’affidamento del servizio se si quoteranno in Borsa entro il 31 dicembre del proprio anno. Dopo il collocamento avranno due possibilità: o mantenere il controllo del 50,01 per cento delle azioni, impegnandosi però a cedere la parte residua ad un soggetto industriale, oppure collocare comunque sul mercato almeno il 60 per cento delle azioni possedute. Di fatto si tratta di una spinta alla privatizzazione o quanto meno alla realizzazione di una partnership tra pubblico e privato.

Bene, questo pacchetto è stato escluso dal decreto, ma il numero due del Governo Delrio ci ha promesso di introdurlo direttamente nella Legge di Stabilità che arriverà a breve in Parlamento.

E così, domani mattina vedremo i soliti noti incontrarsi nella sala azzurra del Palazzo dei Gruppi della Camera dei Deputati a partire dalle ore 9:00 (fonte: http://www.agenparl.com/?p=104288 ) in un convegno dal titolo "il piccolo non è più principe?"
Ecco chi ci sarà:
(AGENPARL) – Roma, 13 ott – Al centro del convegno – che si svolgerà martedì 14 ottobre dalle ore 9.00 alle 13.00 presso la Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari in via di Campo Marzio 78 a Roma – i temi dell’energia, dell’acqua, dei rifiuti, delle infrastrutture e, più in generale, dei servizi pubblici locali e delle sfide da affrontare per la propria crescita, nelle ore in cui il Governo si appresta a presentare la Legge di Stabilità. Due relazioni di scenario e tre diversi tavoli di discussione,rappresenteranno un’importante occasione per riflettere, in concomitanza con la definizione della prossima legge, sulla politica delle aggregazioni delle utilities, sulla razionalizzazione delle aziende partecipate dagli enti locali ed il ruolo del Mezzogiorno in questo contesto. Le fondazioni Astrid e Mezzogiorno Europa presenteranno le relazioni “Una nuova politica industriale per i servizi pubblici: aggregare e semplificare” a cura del prof. Franco Bassanini e “Utilities e Mezzogiorno: origini e orizzonti di un ritardo colmabile” a cura dell’on. Umberto Ranieri. Si succederanno poi 3 tavole rotonde nelle quali si confronteranno i vertici di istituzioni, operatori finanziari, multiutilities, istituzioni regionali e grandi Comuni. Per il tavolo che affronterà gli aspetti finanziari e di attrazione di investimenti sulle aggregazioni interverranno Matteo Botto Poala di Goldman Sachs, Valerio Camerano di A2A, Claudia Fornaro per Mediobanca, Roberto Gumirato per Ascopiave, Alberto Irace di Acea, Francesco Profumo per Iren, Maurizio Tamagnini di FSI. A seguire, sul tema della “Legge di stabilità e del taglio delle partecipate” interverranno Claudio De Vincenti, Viceministro del MISE, Mariastella Gelmini di Forza Italia, Enrico Morando, Viceministro del MEF, e Roberto Speranzadel Partito Democratico. Per il tema “Enti locali e industria dei servizi pubblici: la sfida dell’efficienza” sarà la volta di Filippo Brandolini di Federambiente, Stefano Caldoro in rappresentanza della Conferenza Stato Regioni, Nicola Costantino di AQP, Catia Tomasetti di Acea, Giovanni Valotti di Federutility, Alessandro Ramazzotti di Abbanoa. Le conclusioni, precedute dal saluto del Sindaco di Roma Ignazio Marino, saranno affidate al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio.

Ci sono commenti da fare?

martedì 16 settembre 2014

Sblocca Italia: ritorno alle privatizzazioni di Acqua e Beni Comuni

Comunicato Stampa
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Decreto "Sblocca Italia", un ritorno al passato verso la privatizzazione dell'acqua e dei beni comuni

Solo venerdì è stato pubblicato il testo del cosiddetto decreto "Sblocca Italia". Ci sono voluti quasi 15 giorni prima che venisse alla luce essendo stato licenziato nel Consiglio dei Ministri del 29 Agosto scorso. Un lungo travaglio che, però, non è servito per migliorarne il contenuto.
Anzi si tratta di un provvedimento che segnala un deciso cambio di fase nelle politiche governative costruendo un piano complessivo di aggressione ai beni comuni tramite il rilancio delle grandi opere, misure per favorire la dismissione del patrimonio pubblico, l'incenerimento dei rifiuti, nuove perforazioni per la ricerca di idrocarburi e la costruzione di gasdotti, oltre a semplificare e deregolamentare le bonifiche.

Ma ciò che, come Forum dei Movimenti per l'Acqua, c'interessa maggiormente evidenziare è la gravità di quelle norme che, celandosi dietro la foglia di fico della mitigazione del dissesto idrogeologico (Capo III, art. 7), mirano di fatto alla privatizzazione del servizio idrico.
Infatti, con questo decreto si modifica profondamente la disciplina riguardante la gestione del bene acqua arrivando ad imporre un unico gestore in ciascun ambito territoriale e individuando, sostanzialmente, nelle grandi aziende e multiutilities, di cui diverse già quotate in borsa, i poli aggregativi.

Ciò si configura come un primo passaggio propedeutico alla piena realizzazione del piano di privatizzazione e finanziarizzazione dell'acqua e dei beni comuni che il Governo sembra voler definire compiutamente con la Legge di Stabilità.
In questo provvedimento, probabilmente, verranno inserite quelle norme, in parte già presenti nelle prime versioni del decreto circolate all'indomani del Consiglio dei Ministri di fine agosto, volte a imporre agli Enti Locali la collocazione in borsa delle azioni delle aziende che gestiscono servizi pubblici, oltre a quelle che costringono alla loro fusione e accorpamento secondo le prescrizioni previste dal piano sulla “spending review”. Si arriverebbe, addirittura, a costruire un vero e proprio ricatto nei confronti degli Enti Locali i quali, oramai strangolati dai tagli, sarebbero spinti alla cessione delle loro quote al mercato azionario per poter usufruire delle somme derivanti dalla vendita, che il Governo pensa bene di sottrarre alle tenaglie del patto di stabilità.

Con il decreto “Sblocca Italia” si svelano, dunque, le reali intenzioni del Governo, ovvero la diretta consegna dell'acqua e degli altri servizi pubblici locali agli interessi dei grandi capitali finanziari. Infatti, la strategia governativa, pur ammantandosi della propaganda di riduzione degli sprechi e dei costi della politica mediante lo slogan “riduzione delle aziende da 8.000 a 1.000”, non garantirà certamente l'interesse collettivo ma solo quello economico e di massimizzazione dei profitti delle grandi aziende multiutilities che già gestiscono acqua, rifiuti e trasporto pubblico locale.

Come Forum dei Movimenti per l'Acqua intendiamo denunciare con forza la gravità di questo provvedimento che si pone esplicitamente in contrasto con la volontà popolare espressa con il referendum del 2011 e dichiariamo sin da subito che ci mobiliteremo per contrastare il tentativo di privatizzazione dell'acqua e dei beni comuni, anche rilanciando un nuovo modello di pubblico che guardi alla partecipazione diretta della cittadinanza alla gestione come elemento qualificante e realmente innovativo.

Roma, 16 Settembre 2014.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

sabato 23 agosto 2014

Ancora privatizzazioni di Acqua, Rifiuti, Trasporti

Ancora privatizzazioni di #Acqua, #Rifiuti, #Trasporti.

Tornando all'economia, la rassegna stampa di oggi conferma ancora una volta la volontà di vendere le società di servizi essenziali alla cittadinanza per fare cassa.
Vanno bloccati dal Parlamento ai Comuni.

Spending review: il piano di razionalizzazione delle spese per gli immobili pubblici ed il nuovo giro di vite sugli acquisti di beni e servizi nella Pubblica Amministrazione dovrebbe portare ad un risparmio fra i 6 ed i 7 miliardi; insieme all’adozione a tappeto dei fabbisogni standard dei Comuni, che produrrà i risultati più significativi nel 2016, ed all’intervento sulle partecipate, il cui disboscamento dovrebbe garantire non meno di un miliardo, questo nuovo step costituisce il fulcro del piano Cottarelli da 13-14 miliardi per il 2015. Circa metà della “fase 2” della spending, pilastro portante della prossima legge di stabilità, sarebbe dunque già stata individuata, seppure per grandi linee. Il commissario straordinario tirerà le somme del suo piano di lavoro solo tra il 10 ed il 20 settembre, quando verrà chiuso il dossier sui costi delle amministrazioni pubbliche per l’uso di immobili e per locazioni di uffici. Sempre entro il 20 settembre arriveranno i risultati dal tavolo sul processo di digitalizzazione della Pa, dal quale potrebbe arrivare subito un altro miliardo. Da interventi sull’illuminazione pubblica si attende poi un risparmio variabile dai 300 ai 700 milioni. Complessivamente sarebbero stati già individuati possibili interventi per 9-10 miliardi, ne mancherebbero all’appello altri 4-5; sarà questo il principale nodo da sciogliere a settembre, dopo che Renzi e Delrio hanno escluso nuovi interventi su pensioni e statali.   

mercoledì 9 aprile 2014

IL NUOVO CHE AVANZA? LE SOLITE PRIVATIZZAZIONI

Comunicato Stampa - Forum Acqua

IL NUOVO CHE AVANZA? LE SOLITE PRIVATIZZAZIONI

27 milioni di italiani hanno già espresso il loro dissenso attraverso i referendum del 2011

La ricetta del governo Renzi non cambia nulla e mette in calendario una nuova stagione di privatizzazioni, con il mirabolante obiettivo di incassare 15 miliardi l’anno nei prossimi tre anni. L’attenzione, oltre che sulle grandi aziende partecipate dallo Stato, sarà ancora una volta puntata sui servizi pubblici locali.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sottolinea come gli esiti referendari siano di fatto disattesi e addirittura contraddetti. 27 milioni di italiane e italiani hanno votato per la gestione pubblica e partecipativa dell'acqua nel 2011, per dire no alla privatizzazione dei servizi pubblici locali e ad oggi nessun Governo ha tradotto in pratica il voto democratico dei cittadini.

E mentre Confindustria annuncia un prossimo progetto di riforma organica dei servizi pubblici locali, i grandi manager finanziari sono pronti a mettersi al lavoro: da Gamberale, amministratore delegato di F2i, che dichiara : “Le privatizzazioni degli asset locali possono rispondere anche alla nuova ondata di interesse da parte degli investitori stranieri in Italia”; al presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Bassanini, che dichiara: “Attraverso il fondo strategico siamo disponibili a sostenere con equity il processo di consolidamento delle utility locali”.

Una convergenza delle elites politico-finanziarie con un unico obiettivo: chiudere i conti con la vittoria referendaria sull’acqua e consegnare i beni comuni e i servizi pubblici locali agli interessi dei gruppi finanziari privati.

Se questo è il nuovo che avanza, non c’è molto da aggiungere.

Ancora una volta, in tutto il Paese e in ogni territorio, il movimento per l’acqua saprà produrre resistenza sociale a questi tentativi fino alla completa affermazione di quanto deciso dalla maggioranza assoluta del popolo italiano: fuori l’acqua dal mercato, fuori i profitti dall’acqua.

Roma, 9 Aprile 2014.
 
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

domenica 9 febbraio 2014

Acqua Pubblica: il consiglio comunale aperto di Ciampino!

COMUNICATO
Ciampino: consiglio comunale aperto sulla gestione pubblica e partecipata dell'acqua nel Lazio

In una sala gremita di cittadini e amministratori arrivati da tutto il Lazio si è svolto oggi a Ciampino il consiglio comunale aperto sulla proposta di legge di iniziativa popolare n°31 per la gestione pubblica e partecipata dell'acqua, alla presenza dei comuni promotori dell'iniziativa legislativa. Gli interventi di comitati e amministratori comunali hanno tutti sottolineato come sia doveroso e prioritario che la Regione Lazio dia attuazione alla volontà popolare espressa attraverso i referendum di giugno 2011 e ribadita con la presentazione della legge n°31, approvando il testo di legge senza stravolgerne i principi, entro il prossimo 25 marzo, termine previsto dalla statuto regionale.

A tale proposito è stata condivisa la contrarietà alla delibera di giunta n°40 che, nello stilare le linee guida per una legge regionale sulla gestione del servizio idrico, contravviene completamente i principi della legge di iniziativa popolare, sia nel merito che nel metodo.
Su tali basi le amministrazioni presenti hanno elaborato un ordine del giorno nel quale viene chiesta la revoca di suddetta delibera, e si rafforza l'impegno a continuare il lavoro coordinato tra comuni, comitati e consiglieri regionali non solo per l'approvazione della legge n°31, ma anche per la costruzione di un modello di reale partecipazione nelle future scelte gestionali su acqua e beni comuni.

Come comitati ci auguriamo che tale documento e i relativi impegni siano sottoscritti anche da quei comuni che, seppure non firmatari della proposta n°31, stanno sempre più numerosi prendendo posizione contro una gestione privatistica del servizio idrico, che mette gli interessi di multinazionali e azionisti privati davanti a quelli dei cittadini.

Diversi rappresentanti dei Comuni hanno infatti manifestato anche oggi la propria insoddisfazione nei confronti del gestore Acea, tra questi il Presidente della Commissione Ambiente del Comune di Roma, Athos de Luca, che ha affermato chiaramente come si debba andare nella direzione della ripubblicizzazione del ramo idrico di Acea per gestire il servizio in modo più efficace ed efficiente di quanto non avvenga adesso. L'auspicio dell'assemblea odierna è quindi quello che anche il Comune di Roma deliberi a sostegno della proposta di legge n°31 e del documento approvato oggi. A questo si aggiunge la richiesta che il coordinamento romano acqua pubblica avanza ormai da mesi alla giunta capitolina: che rispetti finalmente la volontà popolare e quanto approvato dalla giunta comunale, aprendo un tavolo per la ripubblicizzazione partecipato da comitati e cittadini, contrastando così in modo realmente efficace lo strapotere di Acea sulla città di Roma.

Come comitati della Regione Lazio infine, per spingere le istituzioni regionali a muoversi finalmente senza ambiguità nella stessa direzione espressa oggi, continueremo a promuovere iniziative pubbliche e mobilitazioni, pronti anche ad intraprendere, insieme agli enti locali, nuovamente la strada referendaria affinchè la volontà popolare non venga tradita.

Coordinamento Romano Acqua Pubblica

7 febbraio 2014

Per approfondimenti:
http://www.acquapubblicalazio.it/

venerdì 24 gennaio 2014

Salva-Roma: la Lanzillotta ci prova di nuovo!!!

E' notizia di oggi che la Sig.ra Lanzillotta ha ripresentato al Senato il suo emendamento per la privatizzazione dei servizi pubblici locali e degli altri servizi di Roma Capitale, come già aveva fatto nel decreto cosiddetto Salva-Roma del dicembre scorso.
Quel decreto che, alla fine, era stato ritirato da Napolitano a fine 2013 grazie alla mobilitazione di un'intera città contro privatizzazioni selvagge, licenziamenti di massa, vendite inutili di patrimonio pubblico e grazie al nostro intervento nelle sedi istituzionali.

E riecco tutto nel decreto Mille-Proroghe.

C'è stato un referendum nel 2011 dove 27 milioni di italiani hanno dato una chiara indicazione ai governi futuri: FUORI L'ACQUA DAL MERCATO, FUORI I PROFITTI DALL'ACQUA.
Il referendum riguardava tutti i servizi pubblici locali. Quella vittoria ne ha impedito l'imminente privatizzazione forzata alla quale aspirano tutti i promotori di un Paese Liberista (un deputato ha definito così l'Italia in Aula, peccato che non l'ho trovato scritto da nessuna parte nella Costituzione!)

E il Sindaco Marino dichiara: "l'Acqua deve rimanere pubblica":
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2014/01/23/Salva-Roma-Marino-acqua-resti-pubblica_9950984.html

Forse non è chiaro al Sindaco di Roma che i cittadini non hanno più voglia di essere presi in giro.

Il servizio idrico ATTUALMENTE e per legge è soggetto a logiche di mercato e nelle bollette è ancora presente il PROFITTO cancellato dal referendum n.2.
Perché dico questo?
1. grazie al decreto Salva Italia di Berlusconi, nel 2011 viene affidato all'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas il compito di definire un nuovo metodo tariffario (transitorio e retroattivo!)
2. grazie al decreto Destinazione Italia, ora in esame alla Camera, si modifica la legge sulle autorità garanti del mercato aggiungendo le parole "e servizio idrico" dopo energia elettrica e gas, assegnando così definitivamente la regolazione e il controllo dell'Acqua all'AEEG
3. l'AEEG ha trasformato la quota di remunerazione del capitale investito in oneri finanziari, lasciando così il profitto in bolletta!

Le authority regolano il mercato di un bene o di un servizio! Il profitto ha cambiato nome!
VI SEMBRA RISPETTOSO DELLA VOLONTA' POPOLARE???

Simpatico l'appello dei suoi colleghi del PD (che nel 2012 il movimento per l'acqua ha dovuto convincere ad agire per evitare di vendere un ulteriore 21% delle quote azionarie di Acea Spa in mano al Comune di Roma):
http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/economia/dettaglio/nRC_23012014_1458_364980286.html

Non mi basta che Acea Spa resti per il 51% di Roma Capitale, questa è già la situazione attuale!
Ho la strana sensazione che, per il PD, difendere il risultato referendario significhi:
- mantenere la situazione attuale, quindi tenersi Società per Azioni che gestiscono l'Acqua il cui scopo sociale è di creare utili per gli azionisti e non dare un servizio alla cittadinanza,
- insistere a sostenere che Acea Spa sia un'azienda pubblica quando il Comune di Roma conta come il due di picche nel Consiglio di Amministrazione,
- non fare nulla per ripubblicizzare il servizio idrico per oltre due anni dal referendum e per oltre 5 anni dal deposito della proposta di legge popolare depositata nel 2007 e lasciata nei cassetti a prendere polvere!

Ripubblicizzare significa: usare la forma dell'azienda speciale di diritto pubblico e far partecipare i cittadini e i lavoratori alle decisioni dell'azienda. Creare un sistema diverso da quello attuale fallimentare.

Questi signori stanno VENDENDO le nostre vite!
Quale obiettivo migliore se non mettere le grinfie sul bene comune Acqua per avere un profitto assicurato?
Finanziarizzano tutto pur di ricavare profitto!
Strozzano gli Enti Locali deliberatamente con il patto di stabilità interno, così da impedire loro di effettuare i giusti investimenti sui servizi al cittadino! Lo potremmo chiamare "patto di destabilizzazione sociale"! (cit.)
Privatizzano Cassa Depositi e Prestiti nel 2003 per far entrare le Banche private nel credito degli Enti Locali! Che vuol dire? Che le Banche non avevano mai prestato soldi agli Enti Locali perché non potevano, che gli Enti Locali hanno utilizzato unicamente il risparmio postale dei cittadini per promuovere investimenti territoriali a favore degli stessi cittadini dal 1860 al 2003 a un tasso di interesse veramente basso!

Le politiche di AUSTERITY hanno fallito e non sono piaciute agli elettori che hanno premiato Monti con il 9% dei voti alle scorse politiche.

Chissà se è chiaro che non ci interessa più l'attuale sistema economico e che intendiamo crearne uno completamente diverso incentrato sui diritti dei cittadini ai beni comuni?

giovedì 23 gennaio 2014

Usano l'IMU come ricatto per le privatizzazioni!

La cancellazione dell'#IMU è il ricatto per privatizzare ulteriormente Banca d'Italia perdendone il controllo, far cambiare destinazione d'uso agli immobili pubblici con un condono e altre amenità.

Franceschini ha chiesto la Fiducia perché la Banca d'Italia ha modificato lo statuto secondo le indicazioni del decreto.
Che vuol dire? Che è inutile discuterne nelle aule parlamentari, tanto fanno come cacchio gli pare!

Questo è totalitarismo allo stato puro, a dimostrazione di quanto il governo sia eversivo!

sabato 21 dicembre 2013

I regali di Natale del PD per Roma Capitale

E' arrivato ieri sera alle 21:30 il testo relativo al disegno di legge "recante misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio" bla bla bla...
In pratica si tratta del Salva-Roma che al suo interno si preoccupa di coprire una notevole quantità di debito di Roma Capitale accumulato dal 2009 in poi.

In questo disegno di legge, passato prima al Senato, il PD ha preparato una serie di "regali" per tutti i romani, in vista di allargarsi a tutto il Paese, grazie all'approvazione dell'emendamento a prima firma Lanzillotta n. 1.30 riformulato dal Governo.

L'art.1, comma 5 ter, prevede la privatizzazione di Roma.

Regalo n.1
blocco degli investimenti e delle assunzioni per le società a partecipazione diretta o indiretta comunale (il patto di stabilità interno, questo mostro per gli Enti Locali)

a) estendere i vincoli del patto di stabilità interno nonché quelli in materia di assunzioni di personale e di acquisti di beni e servizi a tutte le società partecipate direttamente o indirettamente;

Regalo n.2
vendere ulteriori quote di Acea Spa mantenendo la quota di maggioranza, cioè mantenere PRIVATA Acea e non dare più alcuna possibilità di ripubblicizzazione

b) dismettere ulteriori quote di società quotate in borsa fermo restando il controllo pubblico delle società e delle reti ai sensi dell'articolo 2359, primo comma, numero 1), del codice civile;

Regalo n.3
aumentare le tariffe di acqua, trasporti, rifiuti adeguandolo ad altre città (?)

c) operare la ricognizione dei costi unitari della fornitura di servizi pubblici locali e adottare misure per riportare tali costi ai livelli standard dei grandi comuni italiani;

Regalo n.4
licenziamento dei lavoratori di tutte le società partecipate da Roma Capitale

d) operare una ricognizione dei fabbisogni di personale nelle società partecipate, prevedendo per quelle in perdita il necessario riequilibrio con l'utilizzo degli strumenti legislativi esistenti, nel quadro degli accordi con le organizzazioni sindacali;

Regalo n.5
privatizzare ATAC e AMA

e) adottare modelli innovativi per la gestione dei servizi di trasporto pubblico locale, di raccolta dei rifiuti e spazzamento delle strade anche ricorrendo alla liberalizzazione;

Regalo n. 6
privatizzazione di tutte le partecipate del Comune che non siano servizi pubblici locali

f) procedere alla messa in liquidazione delle società partecipate che non risultino avere come fine sociale attività di servizio pubblico;

Regalo n. 7
definire il valore di mercato e vendere il patrimonio immobiliare comunale

g) valorizzare e dismettere quote del patrimonio immobiliare del comune.

venerdì 6 dicembre 2013

Mozione sulla casa: la verità

In queste settimane stiamo cercando di far approvare una mozione alla Camera sull'annosa questione degli enti previdenziali privatizzati per la quale gli inquilini si vedono ledere il diritto all'abitare.

Di seguito riporto il testo dal blog di Roberta Lombardi dove sono specificate le richieste della mozione del Movimento 5 Stelle comparandola con quella presentata (successivamente alla nostra) dal Partito Democratico che il Governo ha fatto quasi completamente sua.

http://robertalombardi.wordpress.com/2013/12/05/mozione-sulla-casa-la-verita/

Mozione sulla casa: la verità

Ieri si sono discusse le mozioni presentate da diversi gruppi parlamentari tra cui Movimento 5 Stelle, Sel, Lega, Scelta Civica e Pd in relazione alla dismissione del patrimionio immobiliare degli enti previdenziali ed in riferimento al problema casa.
Cari cittadini dovete sapere qual è la verità…..perché i signori ontologicamente bugiardi del Pd, tra cui Ettore Rosato in aula ed Ileana Argentin sul suo blog hanno espresso dei commenti del tipo: “M5S ostruzionismo sul diritto alla casa” che meritano una risposta.  
Ebbene, signori, mettete a confronto voi stessi le due mozioni, quella del M5S e quella del PD e potete vedere che le differenze sono “sottili” nella forma ma sostanziali per gli inquilini, e tante sono le bugie del PD.
Differenti_Mozioni_M5S_e_PD_2-1_800 Differenti_Mozioni_M5S_e_PD_2-2_800
Chi conosce la vicenda degli enti previdenziali privatizzati è cosciente che la mozione del PD a prima firma Morassut, ex Assessore all’Urbanistica a Roma in giunta Veltroni, è l’ennesima burla per gli inquilini e regalo natalizio per i suoi amici sindacalisti.
Il partito di Morassut, azionista di maggioranza del Governo, oggi presenta una mozione a favore degli enti pubblici quali INPS e si dimentica degli enti privatizzati occultando la verità.
Cari inquilini degli enti privatizzati, osservate bene le due mozioni, mettetele a confronto e valutate cosa ha fatto il PD per tutelare il problema casa e ricordatevi bene per il futuro l’onestà intellettuale e politica di questi signori.
1) il M5S chiede di abrogare l’art. 1 co. 38 della legge 243/04 quale norma anticostituzionale chiedendo altresì di applicare per tutti gli enti previdenziali la stessa procedura;
2) il PD di Morassout chiede di applicare agli enti pubblici e non a quelli previdenziali ( Enasarco, Enpaia, Cassa Ragionieri ecc. ) la legge 410/01 contemperando le esigenze di “redditività”…coerenti con quelle che ispirano la missione istituzionale di tali enti quali protagonisti del sistema Welfare.
3) il M5S chiede di applicare alle dismissioni degli enti previdenziali privatizzati il D.Lgs. 104/96, cioè la stessa legge applicata alle dismissioni degli enti pubblici, visto che il patrimonio immobiliare è sempre stato acquistato con danaro pubblico, legge applicata per far acquistare la casa a moltissimi politici;
4) il PD di Morassout chiede di applicare la legge 410/01 solo per gli enti pubblici sia per gli affitti che per le vendite sempre sulla base degli accordi sindacali ( sono gli stessi signori  degli arretrati e degli accordi Enasarco);
5) il M5S chiede di applicare il D.Lgs 104/96 anche nei confronti delle dismissioni attuate da Fondi immobiliari Sgr che hanno avuto il conferimento del patrimonio immobiliare di enti previdenziali privatizzati ( Cassa Ragioni, Cassa Notariato, Cassa Geometri ecc.) visto che i proprietari sono sempre gli stessi enti;
6) il PD di Morassout chiede di aprire un confronto tecnico con le organizzazioni sindacali limitatamente agli enti pubblici per individuare le soluzioni più rapide all’emergenza abitativa, regolarizzare i sine titulo, sempre e solo degli enti pubblici;
7) il M5S chiede  di sospendere gli sfratti per finita locazione e morosità degli inquilini degli enti previdenziali ( quindi pubblici e privati ) anche se attuati con fondi immobiliari Sgr per un tempo non inferiore ad 1 anno;
8) il PD di Morassout chiede di “impartire”… disposizione “affinché”… “venga valutata…la possibilità”… di differire l’esecuzione degli sfratti. Il solito politichese…dopo tutte queste valutazioni hanno già sfrattato la gente;
9) il M5S chiede  di disporre per tutti gli enti previdenziali privatizzati un tavolo tecnico finalizzato a stabilire norme trasparenti per i canoni di locazione visto che la gente ha avuto rinnovi di contratti  con aumenti fino al 300%;
10) il PD di Morassout chiede di intervenire  a risolvere l’annosa vicenda degli immobili di pregio (soluzione sullo stile di quella adottata per il condominio della casa fronte Colosseo del sottosegretario Patroni Griffi dichiarato, unico e solo, zona sismica?);
11) il M5S chiede  di verificare la legittimità della nomina di Brunetto Boco quale Presidente di Enasarco visto che è avvenuta in violazione di legge;
12) il PD di Morassut chiede di farsi promotore per gli enti privatizzati di “richiamarli alla responsabilità” ( stavano aspettando Morassut) volti a favorire “nell’ambito della loro autonomia gestionale, organizzative e contabili”  avvalendosi delle organizzazioni sindacali…ispirandosi a criteri di tutela e salvaguardia delle famiglie disagiate. Ok, ma qual è l’impegno ? Il solito politichese…;
13) il M5S chiede  di accertare le responsabilità del Presidente e del CdA di Enasarco circa gli investimenti finanziari ( v. ultimi articoli di giornale);
14) il PD di Morassout dice  ….nulla;
15) il M5S chiede  di verificare le azioni poste in essere da Enasarco nei confronti dei soggetti responsabili delle perdite finanziarie, circa 1 miliardo e 800 milioni di euro;
16) il PD di Morassout dice ….nulla;
17) il M5S chiede  di accertare le responsabilità attraverso la magistratura dei soggetti che assegnavano con collusioni mafiose ad Ostia le case di Enasarco;
18) il PD di Morassout dice ….nulla;
19) il M5S chiede  di verificare tramite le agenzie del territorio la corrispondenza delle categorie catastali (A2, A3, A4) con quella denunciata da Enasarco;
20) il PD di Morassout dice ….nulla;
21) il M5S chiede  di valutare il conflitto di interesse tra i sindacati che firmano accordi con i CdA di enti privatizzati che sono composti dagli stessi sndacati;
22) il PD di Morassout non può dire  ….nulla;
23) il M5S chiede  in virtù dei costi che rappresentano i CdA di tali enti privatizzati alla luce della spending review di farli confluire nell’INPS proprio per meglio tutelare gli iscritti e le loro pensioni;
24) il PD di Morassout non dice più nulla da tempo…
ORA VALUTATE DOVE STA LA VERITA’…..