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giovedì 21 maggio 2015

"In difesa dell'acqua del sindaco" - 26 comuni del Lazio ricorrono al Tar contro il "gestore unico" e lo Sblocca Italia

"In difesa dell'acqua del sindaco" - 26 comuni del Lazio ricorrono al Tar contro il "gestore unico" e lo Sblocca Italia

Mentre il Lazio rischia il commissariamento, da comitati e sindaci un'alternativa possibile.

Ieri mattina, presso la sede dell'Anci Lazio, sono stati presentati i ricorsi al Tar promossi da 26 comuni del Lazio per l’annullamento delle diffide della Regione Lazio a cedere le infrastrutture idriche al gestore unico.

Gli Avvocati Angelo Annibali, Alberto Floridi e Andrea Ruffini hanno illustrato i principi dell'azione legale che, pur partendo da un livello locale, presenta impatti potenziali a livello nazionale, chiamando in causa anche la disciplina comunitaria.

I ricorsi, in primis, contestano il contrasto tra le diffide inviate ai comuni dalla Regione Lazio e la Legge Regionale 5/2014 "Tutela, governo e gestione Pubblica delle acque", con la quale la Regione si è impegnata a ridefinire i nuovi Ambiti di bacino e i relativi Enti di Governo, azione da considerarsi preliminare rispetto all'imposizione ai Comuni a cedere le proprie infrastrutture idriche. Un passaggio quantomai urgente, dato che da fonti ministeriali giunge la notizia di un imminente commissariamento se la Regione Lazio rimarrà inadempiente sulla definizione dei nuovi Ambiti. Per evitarlo comitati e sindaci hanno presentato da mesi un testo di legge all'Assessore Refrigeri, tradotto nella proposta consiliare n°238, che rappresenta un'alternativa possibile e coerente ma che, attualmente, langue in VI Commissione.

La Regione Lazio è invece “puntuale” nell'esigere dai Comuni gli adempimenti previsti dallo Sblocca Italia, motivo per cui l'azione legale affronta anche la normativa nazionale. Nel ricorso, primo caso in Italia, si formulano infatti eccezioni di costituzionalità sull'art. 7 dello "Sblocca Italia" sotto un duplice profilo: sulla idoneità dello strumento del decreto legge, poichè secondo i ricorrenti difettano i presupposti di estrema urgenza dichiarati dal Governo; e sul rispetto del riparto delle competenze legislative tra Stato e Regione.

Sempre l'art.7, riguardo all'obbligo di affidamento del servizio idrico al gestore unico, viene inoltre rimesso al giudizio innanzi della Corte di Giustizia UE per la valutazione della compatibilità con l’art. 106 del Trattato. Le modalità di scelta del gestore cui affidare il servizio idrico, così come emergono dallo Sblocca Italia, entrano infatti nel merito delle caratteristiche del “nuovo” gestore cui i comuni devono affidare il servizio limitando, di fatto, la concorrenza e configurando un aiuto di stato a quelle poche imprese private che possiedono le caratteristiche indicate.

In secondo luogo - ma non meno importante - viene contestata l’idoneità di Acea ATO 2 S.p.A., per i comuni della Provincia di Roma e di Talete S.p.A., per quelli del Viterbese, riguardo alla conformità all’ordinamento comunitario degli attuali affidamenti sollevando, anche in questo caso, un tema scottante che riguarda anche altre multiutilities italiane. Nel caso di Talete S.p.A. viene meno anche il criterio di “efficienza ed economicità”, obbligando I comuni ad entrare in una gestione ormai fallimentare.

Tra i rappresentanti dei comuni presenti sono intervenuti quello di Montalto di Castro, di Civitavecchia e di Corchiano, ricordando come questa azione legale abbia profonde radici politiche, intrecciate con la difesa dei beni comuni e del territorio locale, in un momento in cui tali valori sono ogni giorno sotto attacco.

Valori che sono stati al centro della vittoriosa battaglia referendaria del 2011, della quale ricorrerà il quarto anniversario il prossimo 12-13 giugno.

Un anniversario che vedrà, ancora una volta, i comitati in prima fila a difesa di quel risultato.

Roma, 20/5/2015
Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio
www.acquabenecomune.org

mercoledì 20 maggio 2015

Renzi e lo Sblocca Italia commissariano Refrigeri e la Regione Lazio

Renzi e lo Sblocca Italia commissariano Refrigeri e la Regione Lazio

“Il governo Renzi pronto al commissariamento di quelle Regioni che ancora non hanno legiferato in materia di organizzazione del servizio idrico integrato. Sono 6 le Regioni interessate e oggetto di un prossimo dpcm con il quale vengono diffidate ad adempiere entro 30 o 90 giorni agli obblighi imposti dalla legge di stabilità in materia di individuazione degli enti di governo d'ambito per la gestione del servizio idrico sul territorio.
Trenta giorni verranno dati a Calabria, Lazio, Umbria e Marche, mentre 90 giorni verranno dati a Campania e Sicilia per individuare gli enti territoriali, ai quali la legge affida il compito di determinare le tariffe dell'acqua, approvare il piano d'ambito e i piani di interventi infrastrutturali sul territorio.
Se queste sei regioni non individueranno gli enti di gestione, Palazzo Chigi - d'intesa con il ministero dell'Ambiente - attiverà i poteri commissariali sostitutivi previsti dallo Sblocca Italia (dl 133/2014), avocando a sé questa attività.”

Questa la notizia che in questi giorni apprendiamo dalle agenzia stampa e dal notiziario “Quindici” di Federutility.

Comitati e Sindaci hanno presentato da tempo un testo di legge all'Assessore Refrigeri, tradotta poi nella proposta consiliare n. 238, che eviterebbe il commissariamento e che rappresenta l'alternativa concreta al sistema attuale e alla proposta di ATO unico tanto voluta dal Governo, ma che ad oggi risulta ancora ferma nei cassetti della VI Commissione presieduta dal PD Panunzi.

La Regione Lazio è stata invece rapidissima nell'esigere dai Comuni gli adempimenti previsti dallo Sblocca Italia, atto che ha spinto 26 comuni ad avviare una azione legale presso il TAR per l’annullamento delle diffide della Regione Lazio a cedere le infrastrutture idriche al gestore unico.

Mi domando se Refrigeri e Zingaretti preferiscano farsi commissariare piuttosto che discutere la legge sugli ABI proposta dai Comitati.

Mi domando che fine abbia fatto l’attuazione della Legge Regionale 5/2014 "Tutela, governo e gestione Pubblica delle acque", con la quale la Regione si è impegnata a ridefinire i nuovi Ambiti di bacino e i relativi Enti di Governo, azione da considerarsi preliminare rispetto all'imposizione ai Comuni a cedere le proprie infrastrutture idriche.

A quanto pare è iniziato il conto alla rovescia da parte del Governo…cosa fanno Refrigeri e Panunzi?

Non si possono permettere di tergiversare ulteriormente, trenta giorni passano velocemente, ahimè!

Come sempre noi sappiamo da che parte stare! A difesa dei beni comuni e dei territori, per il rispetto della volontà popolare, al fianco dei Comitati contro poteri forti, privatizzazioni e speculazioni.

Federica Daga
Deputata per il Movimento 5 Stelle – Commissione Ambiente


venerdì 6 giugno 2014

Il Governo è contro l'Acqua Pubblica

Il Governo è contro l'Acqua Pubblica

Oggi il Consiglio dei Ministri ha deciso d'impugnare 8 tra leggi provinciali e regionali, tra le quali la proposta di legge di iniziativa popolare per la gestione pubblica e partecipata del servizio idrico.
Quella legge che è stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale del Lazio lo scorso 17 marzo.
Motivazioni? Violerebbe le competenze riservate allo Stato in materia di tutela della concorrenza (art. 117).

È evidente che il Governo Renzi sia contro l'Acqua Pubblica (si era visto dalla sua gestione amministrativa) e, dopo la vittoria dei cittadini, con questo atto, intenda non rispettare la volontà popolare dei referendum.

L'Europa dà piena possibilità agli enti locali di scegliere il sistema di gestione dell'acqua, in questo modo il governo impone la sua linea privatizzatrice.

Andiamo avanti verso la ripubblicizzazione dell'acqua dai comuni al parlamento.

giovedì 9 gennaio 2014

M5S: "ARRESTO CERRONI, GIORNATA STORICA PER CHI DENUNCIA CATTIVA GESTIONE RIFIUTI"

M5S: "ARRESTO CERRONI, GIORNATA STORICA PER CHI DENUNCIA CATTIVA GESTIONE RIFIUTI"

ROMA, 9 GENNAIO 2014 – “Oggi è una giornata storica per me (la lotta di una vita) e per tutti i residenti della Valle Galeria, gli attivisti di Albano Laziale e i cittadini del Lazio, che da anni denunciano il traffico illecito e la cattiva gestione dell’intero ciclo dei rifiuti” commenta il deputato del MoVimento... 5 Stelle, Stefano Vignaroli, impegnato da sempre come attivista sul territorio.
Sette persone sono state arrestate per associazione a delinquere dai carabinieri del Noe di Roma nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti del Lazio. Ai domiciliari il “supremo” monopolista nel Lazio Manlio Cerroni, l'ex presidente della Regione Bruno Landi, il manager Francesco Rando (gestore della Pontina Ambiente e della Giovi Srl), l'imprenditore Piero Giovi, Raniero De Filippis, Pino Sicignano e due funzionari confermati di recente dalla giunta Zingaretti: Fegatelli (l’uomo dei 10 incarichi) e De Filippis (già condannato dalla Corte dei Conti per un danno erariale da 750mila euro). “Cerroni, si è sempre definito il ‘benefattore di Roma’, ma in realtà era il benefattore di un’intera classe politica che da 35 anni ha governato la capitale e la regione Lazio, e che evidentemente, calpestando i diritti dei cittadini, ha permesso l’espansione del suo monopolio", prosegue Vignaroli.
Negli ultimi anni sono partiti contro di lui vari filoni d’inchiesta da parte della magistratura: la gestione della discarica di Malagrotta e l’inquinamento delle falde acquifere, il sequestro del gassificatore in funzione con un’autocertificazione irregolare, gli impianti per la produzione di cdr costruiti ad Albano Laziale e la recente vicenda dei lavori senza autorizzazione a Monti dell’Ortaccio.
''Alla luce di questi arresti le dichiarazioni Goffredo Sottile, che in un anno e mezzo di mandato ha sempre e solo avallato il monopolio di Cerroni, sono ancora più desolanti. L’ex Commissario per l’emergenza rifiuti della Regione Lazio, ha recentemente continuato a promuovere come nuova discarica Monti dell'Ortaccio (sito dello stesso proprietario di Malagrotta e adiacente a essa), nonostante lo studio idrogeologico dell'Università ''La Sapienza' lo abbia bocciato. Pur avendo una grande fiducia nella magistratura, continueremo assieme ai cittadini attivisti della Valle Galeria, in primis Sergio Apollonio e Maurizio Melandri dello storico comitato Malagrotta (anche denunciati da Cerroni per diffamazione) a vigilare sull’operato delle istituzioni preposte. Oggi non possiamo che auspicare l'inizio di una nuova era, la discesa del monopolista è in picchiata, la risalita verso una corretta gestione del ciclo dei rifiuti è ora tutta da costruire” conclude Vignaroli.